Cos’è il PKK spiegato in breve



In queste settimane calde sul fronte siriano, con l’intervento turco nel Nord della Siria, si e’ tornato a parlare del Partito dei Lavoratori Curdi, il Pkk, gruppo paramilitare prossimo alle forze curde Ypg impegnate a contrastare l’avanzata turca in territorio siriano.

In realtà il conflitto tra la Turchia e i separatisti curdi non è nuovo: è uno scontro che si protrae da 35 anni, ed è una guerra che ad oggi è costata 40mila vittime tra militari, civili turchi e curdi. Il Pkk è considerato dalla Turchia, Stati Uniti e Gran Bretagna cosi come dalla Nato, un’organizzazione terroristica
L’inizio del Pkk
Il PKK nasce nelle università turche dopo il golpe militare del 1971. Il 27 novembre 1978 il movimento si costituisce in partito politico sotto la guida di Abdullah Ochalan, studente di scienze politiche ad Ankara. 
Il partito, che all’inizio poteva contare su numerosi iscritti turchi, inizia una campagna contro le istituzioni turche e le giovani reclute curde nell’esercito turco e invitando i simpatizzanti di origine curda a lasciare l’esercito.
Di ispirazione leninista-marxista il partito si prefigge l’obbiettivo di creare uno Stato curdo all’interno dei 4 paesi che ospitano la diaspora: Turchia, Iraq, Siria, Iran. 
Dalle parole alle armi
E’ con gli anni ’80 che il movimento di Ochalan decide di imbracciare le armi, convinto che sia l’unica soluzione per ottenere una parziale indipendenza in Turchia dei curdi, primo stadio di un’alleanza tra la dispora curda per la creazione dello stato tanto sognato.
Nonostante Ankara abbia concesso un’ampliamento dei diritti politici e civili ai curdi, con parziali forme di autonomia sul territorio, i membri del Pkk iniziano a compiere attentati con bombe, scontri armati e kamikaze nei quali muoiono centinaia di civili.
Inizia una nuova stagione: lo scontro armato diretto con Ankara. 

Approvvigionamenti del Pkk

Per sostenere la lotta armata, i separatisti avrebbero organizzato attivita’ illegali fruttuose. Milioni di euro che sarebbero destinati all’acquisto di armi esplosivi, oltre  all’addestramento dei combattenti soprattutto al confine turco-siriano, che con il suo territorio impervio di montagna, rende più facile la costruzione di campi militari clandestini. 

Secondo un rapporto del Center for Strategic and International Studies del 2000 il PKK gestiva l’80% circa del traffico di eroina a Parigi all’inizio del nuovo millenio. The Henry Jackson Society nel 2017 ha evidenziato invece come la divisione europea del PKK guadagnerebbe diverse decine di milioni di euro all’anno attraverso le estorsioni ai danni dei componenti della diaspora curda in Europa. Non solo. Le fonti di approvvigionamento del movimento sarebbero anche il traffico di droga, armi ed esseri umani, oltre al riciclaggio di denaro sporco.

Politica e lotta armata continua

Dal 1990 ai curdi del Pkk, nonostante dal punto di vista politico i suoi membri siano sottoposti a fermi e arresti, e’ permesso fare proselitismo politico: le autorita’ di Ankara infatti permettono al movimento una parziale autonomia a patto di lasciare le armi. Ma la tregua dura pochi anni: accusati da Ankara di voler prendere solo tempo per armarsi la polizia turca arresta decine di militanti del Pkk e in risposta Zaynab Zilani, si fa saltare in aria nel 1996 in un attentato che costa la vita, oltre che a lei, a decine di militari turchi.

Con periodi alterni di pace e guerra il conflitto si protrae fino al 2013, anno del cessate il fuoco.

Ochalan in carcere dal 1999 si dice favorevole al dialogo con Erdogan. Nel 2015 in un’imboscata nel sud del paese muoiono 8 militari turchi per mano dei separatisti curdi.

Ankara riapre quindi le ostilità contro il Pkk, con un’ondata di arresti e restrizioni politiche per i simpatizzanti, accusati di sostegno ad organizzazioni terroristiche.

Ad oggi rappresentanze di curdi autonomisti sono presenti nel parlamento turco grazie alle riforme promosse dal presidente turco Erdogan, anche se sono soggette a costanti controlli da parte delle autorità’ turche. 

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