L’istinto materno è presente nel cervello femminile e non è possibile eliminarlo a dirlo uno studio della Louisiana State University

L’istinto materno è presente nel cervello femminile e non è possibile eliminarlo, dimostrarlo è uno studio della Louisiana State University (LSU), secondo il quale nella mente delle femmine si trova una notevole quantità di cellule sensibili all’ossitocina, un ormone che tra l’altro condiziona i comportamenti legati alla cura e all’affetto per i figli e che, nel cervello maschile, è presente in quantità minore.

Siamo di fronte ad un’aggressione complessiva alla natura umana da parte di lobby arcobaleno, neoliberisti e liberal vari, ma talvolta e neuroscienze non si fanno ingannare dalle ideologie e ci vengono incontro: l’istinto materno è davvero presente nel cervello femminile e non è possibile eliminarlo a dispetto delle cyberfemministe che vorrebbero un mondo unisex.

L’ossitocina è “l’ormone della felicità” ed è quello che aumenta quando amiamo le persone e quando facciamo buone azioni. Lo studio della LSU è stato realizzato sui cervelli di topi, di sesso sia maschile che femminile. Le differenze tra maschi e femmine non sono soltanto biologiche né solo culturali, ma sono state create appositamente secondo i ruoli differenti che Dio ha ci attribuito, un ordine che non si può rovesciare.

Ryoichi Teruyama, professore associato del Dipartimento di Scienze Biologiche della LSU, che ha coordinato la ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One

Afferma: “Molti ricercatori avevano già tentato di studiare la differenza tra il sistema dell’ossitocina nelle femmine, comparato a quello dei maschi, ma finora nessuno aveva conseguito risultati soddisfacenti. La nostra scoperta è stata una grande sorpresa”.

Dal punto di vista biologico, va ricordato che l’azione dell’ossitocina è mediata da specifici recettori collocati sulla superficie delle cellule. Con questa consapevolezza, Teruyama e il suo team hanno esaminato una particolare regione – chiamata “area preottica” – del cervello dei topi, all’interno della quale si trovano nuclei di cellule con una diversa sensibilità agli ormoni, a seconda che si tratti di individui maschili o femminili. Ebbene, proprio in questa area cerebrale, i ricercatori hanno potuto evidenziare per la prima volta alcuni gruppi di cellule dotate di recettori per l’ossitocina, decisamente più numerose nei topi femmine rispetto ai maschi soprattutto nell’età fertile della femmina, cioè fino a quando ha valori alti di estrogeni .

Inoltre, lo studio conferma la connessione tra un’espressione alterata dei recettori dell’ossitocina e la depressione post partum,che è purtroppo molto frequente e coinvolge tra il 10% e il 20% delle madri. Essa incide negativamente sulla salute materna e ha effetti negativi sullo sviluppo del bambino che avrà poi un sistema immunitario più debole e sarà esposto a diverse malattie.

Ulteriori studi hanno rilevato che i figli di madri depresse hanno alcune difficoltà durante la crescita e possono presentare problemi cognitivi, emotivi,

comportamentali e clinici: “Penso che la nostra scoperta possa avere un carattere universale per tutti i mammiferi che mostrano un comportamento materno, compresi gli esseri umani», ha aggiunto il professor Teruyama.

Oltre a rappresentare una speranza per la salute delle donne, ponendo le basi per trovare cure efficaci alla depressione post partum e alle patologie correlate alla carenza di ossitocina, lo studio condotto dall’équipe di Teruyama è anche una conferma dell’ineludibilità dell’istinto materno femminile,come dato biologico che nessuna ideologia femminista o gender potrà mai estirpare.

Il Profeta Muhammad riportò questo hadith qudsi (parola di Dio non compresa nel Corano): Dio dice: “Della Mia misericordia ho fatto cento parti, una l’ho data al creato e grazie ad essa anche la belva più feroce è tenera con la sua creatura.

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