L’anno è iniziato con le polemiche sul gesto di ieri di Papa Francesco che afferrato e strattonato da una fedele prepotente ha reagito assestando un paio di schiaffi sulla mano al fine di liberarsi dalla morsa, ma oggi Francesco è riuscito nuovamente a impartire una grande lezione.
Gli avversari del Pontefice non hanno perso l’occasione e si sono affrettati a trarre da questo episodio le conclusioni più faziose e sconclusionate.
Per costoro il gesto di Francesco rivelerebbe la sua cattiveria, per altri dimostrerebbe che il Papa predica bene e razzola male e buttandola in politica alcuni sono arrivati a leggervi una sconfessione del messaggio di solidarietà ed apertura verso il prossimo che il successore di Pietro ha predicato in tutto il suo papato.
Se lo fa il Papa che è il Papa, di reagire male con chi lo infastidisce, figuriamoci se non siamo autorizzati noi.
Papa Francesco però è un essere umano di 83 anni sottoposto a stress costante e che in quell’occasione potrebbe anche, per un istante, aver temuto per la propria vita e per questo ha reagito d’istinto, in questo non c’è niente di strano. Certo, non è il migliore dei comportamenti ma è un comportamento umano totalmente comprensibile.
Francesco però anche in questa occasione è riuscito ad impartire una grande lezione a tutti noi. Dio non pretende da noi la perfezione, perché è una caratteristica che appartiene solo a Lui, i profeti stessi sono caduti in errore. Dio ci chiede di non peccare con intenzionalità ma soprattutto di riconoscere i nostri peccati, di pentirci sinceramente e se possibile di riparare ai nostri peccati.
E questo è proprio ciò che Francesco ha fatto oggi dicendo: ” Quante volte perdiamo la pazienza. Per questo chiedo scusa per il cattivo esempio dato ieri.”
Tutto il contrario di chi insiste nel peccato con arroganza, rivendica i propri peccati o addirittura dei propri peccati ne fa un programma politico.
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