Regeni: l’opposizione egiziana scrive al Parlamento italiano

Le recenti decisioni della magistratura italiana riguardo alle indagini sulla morte del giovane ricercatore Giulio Regeni e il dibattito che ne è conseguito in Italia e in Europa hanno destato l’interesse dell’opposizione egiziana all’estero, che ha redatto un importante comunicato rivolto al Parlamento italiano a firma di cinque suoi autorevoli esponenti, di diverse estrazioni politiche. Pubblichiamo il comunicato in forma integrale

Messaggio alla famiglia Regeni e al Presidente del Parlamento Italiano

L’opposizione nazionale egiziana apprezza le procedure italiane per processare gli assassini di Regeni

I rappresentanti delle forze nazionali egiziane che raccolgono varie correnti politiche egiziane rendono omaggio al Parlamento italiano e alla magistratura italiana che hanno assunto la giusta decisione di perseguire gli assassini di Giulio Regeni, dopo sforzi persistenti e caratterizzati da una grande professionalità realizzati negli ultimi cinque anni. Hanno così potuto svelare molti misteri dell’omicidio di Giulio Regeni, che è stato rapito e sottoposto ad orribili forme di tortura e poi assassinato per mano dei brutali servizi di sicurezza, scatenati dal generale Abdel Fattah El-Sisi per commettere violazioni sistematiche contro il popolo egiziano senza renderne conto a nessuno, e che hanno tragicamente raggiunto anche un ospite dell’Egitto, il dottorando Giulio Regeni.

Già dai primi momenti che seguirono l’orribile crimine, cinque anni, fa avevamo espresso la nostra solidarietà alla famiglia Regeni e al popolo italiano, di fronte ad un crimine che riflette ciò che subiscono migliaia di egiziani dopo il colpo di stato militare del generale Sisi nel 3 luglio 2013. Un colpo di stato seguito da atti vendicativi ed esecuzioni di massa di civili inermi che hanno provocato migliaia di vittime fra gli egiziani la cui unica colpa è stata di aver esercitato la libertà di espressione, partecipando – in quanto elettori e candidati – alle libere elezioni dopo la rivoluzione di gennaio del 2011.

Il rapimento, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni non costituiscono un reato individuale commesso da quattro ufficiali del servizio di sicurezza dello Stato, ma piuttosto il crimine di un intero regime capeggiato dal dittatore generale Sisi. Coloro che avevano tentato di insabbiare l’omicidio di Regeni, attraverso l’assassinio di cinque cittadini innocenti in uno spregevole tentativo di fuorviare la giustizia italiana e chiudere le indagini, cercarono in tal modo di assolversi da qualsiasi crimine sostenendo che questo omicidio sarebbe stato commesso da tale gruppo travestito – secondo loro – con uniformi della polizia.

Tutti questi crimini contro l’umanità non possono essere  stati commessi da quattro ufficiali, ma da  un regime fascista che pratica il terrorismo di Stato come strumento per soggiogare il popolo egiziano attraverso la brutalità diffusa.

Nel porgere nuovamente  le nostre condoglianze alla famiglia di Regeni e al popolo italiano, esprimiamo anche il nostro rammarico per il fatto che questi crimini siano commessi sul suolo della nostra amata terra d’Egitto, offendendo così il suo popolo pacifico ed ospitale. Ottenere giustizia per Giulio Regeni è un passo importante per far luce su ciò che sta accadendo al popolo egiziano oltre ad essere un passo importante per ottenere giustizia e non consentire ai criminali di sfuggire alla giusta punizione.

In questo contesto le forze nazionali egiziane esprimono gratitudine e apprezzamento per il passo compiuto da alcuni intellettuali e politici italiani nel rinunciare alla Legion d’Onore francese, quale segno di protesta contro la concessione a uno dei maggiori autori di crimini contro l’umanità nel mondo, dopo essere stati informati sui crimini di Sisi contro il loro concittadino Regeni e sostenendo così la necessità di un vero intervento internazionale contro questo regime, un regime che spregia tutti i trattati e le convenzioni internazionali, nonché la stessa costituzione egiziana,violata e modificata con la forza per mantenere il potere a vita dopo aver distrutto la vita politica, chiuso le sfere pubbliche, messo a tacere tutti i media ed arrestato chiunque esprima opinioni diverse, trasformando l’Egitto in un punto nero sulla mappa del mondo.

Questo passo conferma altresì che non è possibile accettare le politiche di alcuni paesi europei che hanno taciuto sulle diffuse violazioni dei diritti umani commesse dal regime in cambio della stipula di contratti sospetti e frutto di corruzione per la vendita d’armi, finanziati con prestiti che il popolo egiziano sarà chiamato ad accollarsi.

Questa situazione nel complesso sta avendo e continuerà ad avere gravi conseguenze sulla sicurezza dell’Egitto e della regione e va affrontato con tenacia affinché si possa ottenere giustizia per Giulio Regeni, e per tutte le vittime di Sisi.

I rappresentanti delle forze nazionali: Ayman Nour, ex candidato alla presidenza e leader del partito Al Ghad, Gamal Heshmat, ex parlamentare e Professore di Medicina, Neven Melek, Avvocato e difensore dei diritti umani, Abou el Maaty el Sandoubi, Giornalista e ricercatore sulle relazioni Europa-Egitto, Mahmoud Fathy, Presidente del partito Al Fadila