Questa pandemia ci lascia una classe medica avvilita

I media hanno battuto bene sul tamburo della paura. La gente sui balconi cantava più per timore che per speranza, come ad ingannare se stessa. La prova ne è che invece di ritrovarci in un mondo di gente migliore perché ha fatto esperienza e riflettuto, stiamo vivendo una spaccatura all’interno della società che se non fosse tragica sarebbe comica.

Avvilimento della classe medica 

Spiegare che la scienza non ha quasi mai una narrazione unica e netta, ma al contrario essa costituisce un mondo pieno di interrogativi e sfumature è forse tempo perso, dover spiegare la medesima cosa a medici e affini è invece una sconfitta sociale e personalmente una esperienza frustrante.

L’elemento forse nuovo di questa situazione sta nel fatto che gli addetti ai lavori non hanno saputo opporre resistenza alla narrazione monolitica fornita in pasto alla gente dai mass media, sintomo di quanto avvilito oramai sia l’ambiente scientifico come l’idea stessa di scienza.

La concomitanza della sostanziale perdita di ogni indipendenza dell’ordine dei medici con l’avvento della legge sull’obbligo vaccinale per i sanitari, è stato di per se un ulteriore conferma e sintomo spia di codesto stato di cose, tanto più che ciò è avvenuto senza quasi la minima opposizione.

Tifoseria pseudoscientifica

Che tutta la questione, nel migliore dei casi, sia divenuta una faccenda ideologica, lo testimonia questa assurda storia del passaporto verde, che continua a stare in piedi nonostante esso sia oramai privo di qualsiasi razionale scientifico.

Oramai anche i campioni delle politiche vaccinali governative internazionali hanno dichiarato non solo che la vaccinazione non precluda il contagio, ma financo come sia proprio l’eccesso di vaccinazioni, per un meccanismo di pressione selettiva, a favorire l’insorgere delle cosiddette varianti: il re è nudo.

Per la cronaca tutte cose che noi “complottisti” già sapevamo da più di un anno, come è accaduto anche riguardo alla più che probabile origine artificiale del virus. E siccome noi complottisti siamo anche un po’ veggenti, non passerà molto tempo prima che sarà di dominio comune il fatto che i non vaccinati saranno protettivi per la società rispetto alle innumerevoli possibili varianti generate dalle ulteriori dosi di vaccino a cui saremo sottoposti.

Ma oramai il dibattito scientifico e quello politico pubblico assomigliano molto molto più al tifo da stadio piuttosto che un razionale confronto tra posizioni diverse. D’altra parte il tifo calcistico è l’unica attività per la quale non serve la mascherina in questo paese. L’animosità dei sostenitori della carta verde non verrà intaccata da tutte queste chiare motivazioni.

La difficoltà di ammettere di essere stati ingannati

 L’accusa di “novaxxismo” serpeggia all’interno di comunità e famiglie, la prepotenza della maggioranza impaurita divide amicizie e sodalizi. Non stupisce che i nostri già liquidi legami familiari e sociali si stiano dissolvendo sotto i colpi dei difensori della giusta fede vaccinista.

Gli ingannati difendono a spada tratta il loro inganno, diversamente bisognerebbe riconoscere il danno fatto prima di tutto a se stessi e secondo poi allo stesso tempo mettere in discussione la bontà delle istituzioni di cui abbiamo piena fiducia. Decisamente troppo per gente impaurita. Quindi di fronte al vaccinato convinto non c’è possibilità di replica, rimane solo odio e divisione che stanno attraversando gran parte della nostra società.

È incredibile a dirsi, ma ci stiamo avviando consapevolmente verso una realtà alla cui distopia ci stiamo già abituando.

L’Italia ha vinto gli europei, alle olimpiadi non stiamo andando malissimo, Draghi pensa a tutto per noi, non fa nulla se la strategia vaccinale si stia rivelando ovunque un fallimento, vedi Inghilterra ed Israele, qualsiasi possibilità di confronto e discussione sui media, negli organi scientifici preposti e financo tra la società civile deve essere messa a tacere, tanto è solo il tifo della parte avversa e si sa, quando si tratta di tifo, vince chi urla di più.