Dopo la disfatta arrivano le fake news sui Talebani, ma bisognerà trattare

La guerra in Afghanistan è finalmente terminata con la cacciata del corrotto governo Ghani e il ritiro degli americani.  Il contraccolpo di questa vicenda preparata dagli occidentali stessi con l’accordo di Doha del febbraio scorso si riversa sulle reti sociali.

In questi anni il processo portato avanti in Afghanistan non era e non poteva essere un progetto di autentica liberazione umana e spirituale: sotto spoglie buoniste e magari in tutta buona fede da parte di chi veniva a fare il buon samaritano e si ritrovava in un mondo duro ed incomprensibile, si stava costruendo una vuota ideologia e si alimentavano false speranze, si facevano filtrare rendendoli desiderabili per i giovani e per le giovani delle città, anche tramite le ONG, tutti quei desideri di cui è composta l’ idea neoliberista di libertà, incluso lo svelamento dei corpi e la loro riduzione a merce dissacrando la dignità ed il pudore, spargendo educazione anti tradizionale e inculcando in una sparuta élite la velleità che avendo soldi si fare quello che gli pare anche andando contro la religione dei genitori. 

Poi ovvio c’erano dei costumi inaccettabili da superare, frutto di tradizioni tribali ed arcaici codici d’onore ma l’ interesse dei dominatori era solo quello di costruire una élite de service ad uso e consumo della propaganda occidentalista sui supremi valori di libertà eguaglianza e fraternità (mai visti)

Tutto ciò mentre i veri padroni del Paese bombardavano i matrimoni ed usavano la tortura contro quelli che non la pensavano come loro. In vent’anni 250 mila morti innocenti ed una sequela di massacri contro la popolazione civile accusata di terrorismo per sospetta simpatia per la guerriglia (al punto che qualcuno ha chiesto un processo alla Corte Internazionale di Giustizia per le truppe americane ed australiane).

A 60 anni dalla rivoluzione algerina pensare che si possa imporre con scorciatoie, a base di pessimo pollo fritto stile Mc Donalds e telefonini Samsung, una parvenza di democrazia è un crimine che stanno pagando caro quelli che si sono lasciati abbindolare. Come spiega questo docente universitario su Huffington Post.

Si tratta semplicemente della vecchia e trita illusione americanista.

Non paghi di questi crimini alcuni stanno diffondendo rozzi video fake sulle reti sociali come quello di un’esecuzione in strada attribuita ai Talebani che si riferisce invece a fatti avvenuti in Siria nel 2015.

Tuttavia si va verso il riconoscimento del nuovo governo vista la mancanza di un piano B e la necessità di sfruttare in un clima di pace le enormi ricchezze del Paese. Da un paio di giorni l’isteria contro il talebano cattivo che vuole il burka e la sharia con articoli scritti da gente, che a malapena sa cosa sia l’Islam si sta attenuando.

Spesso e volentieri (per loro) si tratta di rozza islamofobia praticata da chi l’altroieri gioiva per i profughi annegati in mare mentre adesso ipocritamente si schiera con le povere donne afghane.

Sempre sull’Huffington Post, in questo articolo,Nicola Pedde afferma quello che stiamo scrivendo da giorni prendendoci accuse di ogni tipo anche da musulmani (il che dimostra quanto la Umma italiana sia sideralmente lontana da qualsiasi idea di Tradizione), cioè che pur comprendendo le legittime ansie e timori di coloro che sono rimasti laggiù in particolare donne delle città e i dipendenti delle Ong, finora tutte le notizie di presunte liste di vergini da sposare, di donne emancipate da ricoprire col famigerato burka blu (abolito nel frattempo in favore dell’hijab, ma forse le vogliono nude direttamente per dire che i diritti umani sono rispettati), di bambine da strappare da scuola, di divieti della bici e dello skateboard di presunte uccisioni e massacri sono notizie false incontrollabili o smentite per destabilizzare il Paese.

lnfine parecchi attori geopolitici potrebbero pensare di guadagnare ancora una volta sulla pelle degli afghani e far scoppiare una guerra tra pashtun ed hazara. Secondo alcune fonti iraniane dietro ci sarebbe la longa manus di Macron sempre presente quando si tratta di operazioni poco limpide. Per questo si pensa ad un governo di unita nazionale che includa anche esponenti femminili.

Grazie a Dio la Verità esiste ed esistono giornalisti che ancora vogliono documentare con onestà e senza partigianeria quello che accade nei teatri di guerra facendo luce anche sulle responsabilità dei potenti e non solo di chi difende il proprio popolo e la propria terra da eserciti ritenuti a torto invincibili.