L’Europa rinnega la sua campagna per la libertà di scelta dopo il veto della Francia

Il Consiglio d’Europa la scorsa settimana aveva diffuso un video che raffigurava donne sorridenti per metà con il hijab islamico e per l’altra metà senza, accompagnato dallo slogan: “la bellezza è nella diversità come la libertà è nell’hijab” ma successivamente ha ritirato la campagna in seguito alle polemiche islamofobe.

La principale organizzazione europea per i diritti umani coinvolta ha ritirato il poster della campagna che promuoveva il rispetto della scelta personale delle donne musulmane nell’indossare il velo islamico, dopo le proteste del governo francese. 

Alcuni esponenti politici francesi impegnati nella campagna elettorale per le presidenziali del 2022, hanno sfruttato questo tema per scatenare critiche politiche e ribadire una posizione discriminatoria anti-velo, lanciando una forte campagna propagandistica contro la libertà della donna.

Nel corso di un’intervista rilasciata alla TV francese il ministro dell’istruzione nazionale, della gioventù e dello sport di origine marocchina Sarah El Hairy, interpretando artatamente il messaggio come un incoraggiamento alle donne ad indossare il velo, ha dichiarato tale comunicazione incompatibile con i valori laici della Francia, bocciando categoricamente la campagna in difesa dei diritti umani.

 

Diversi rappresentanti politici si sono scagliati contro questa campagna:

“E’ quando le donne si tolgono il velo che diventano libere, non il contrario” ha twittato la leader del Rassemblement National.

“L’Islam è nemico della libertà” ha commentato Eric Zemmour (politico dell’estrema destra francese).

“Scioccante, sconcertante e pericoloso” ha dichiarato Manuel Valls, l’ex primo ministro socialista francese.

Il Consiglio d’Europa dopo siffatti attacchi da parte della politica francese ha deciso di rimuovere la campagna e di presentarne una versione emendata in tempi da definire.

I messaggi “facevano parte di un progetto contro la discriminazione, il cui obiettivo era sensibilizzare sulla necessità di rispettare la diversità e l’inclusione e combattere ogni tipo di incitamento all’odio”, ha spiegato l’istituzione con sede a Strasburgo.

La Commissione europea ha poi preso le distanze da tale campagna comunicando che l’Esecutivo comunitario non ne avrebbe “convalidato” i contenuti poiché il Consiglio d’Europa ha un ruolo indipendente, nonostante avesse comunque co-finanziato la suddetta campagna.

Non poteva mancare anche il commento di Matteo Salvini, che rivela un’evidente incomprensione del messaggio o – peggio – la volontà di attaccare l’iniziativa per dar voce alle sue posizioni pregiudiziali ed islamofobe:

“Coi soldi degli italiani il Consiglio d’Europa promuove l’utilizzo del velo islamico? Non basta ritirare questa demenziale campagna pubblicitaria, qualcuno in Europa deve scusarsi e dimettersi” 

La campagna era stata organizzata in collaborazione con Femyso, un forum di organizzazioni giovanili islamiche presenti in tutta Europa. 

La presidente del Femyso, Hande Taner, ha difeso la campagna affermando che è “davvero triste che gli sforzi dei giovani delle minoranze vengano attaccati e minati dai politici” aggiungendo quanto questa reazione abbia rappresentato “un altro esempio di come i diritti delle donne musulmane siano inesistenti per coloro che affermano di rappresentare o tutelare principi come libertà, uguaglianza e fraternità”

 

Il virulento attacco francese e dei vari politici di destra di altri Stati unitamente al silenzio della sinistra costituiscono l’ennesima prova di quanto negli Stati europei persistono atteggiamenti islamofobi. Inoltre, l’improvvida posizione assunta dal Consiglio Europeo, che ha bloccato la campagna di promozione antidiscriminatoria, rivela l’ambiguità e l’ipocrisia di politici ed istituzioni che strumentalizzano le questioni legate ai diritti umani a seconda di convenienze ideologiche e partitiche.