Il green pass non ha nessun fondamento scientifico

Alcuni giorni or sono a Roma, nel convegno organizzato dal “Comitato 15 ottobre”, scienziati, giornalisti, deputati, economisti e giuristi contrari all’imposizione del “Greenpass” hanno illustrato i risultati di alcuni studi sugli effetti dei vaccini, i cui effetti si riducono fino a scomparire nell’arco di pochissimi mesi; hanno dunque discusso dell’incostituzionalità del GP e dei colpevoli errori del Governo nella gestione della  pandemia.

La questione è  stata anche portata in Parlamento dal senatore Lucio Malan, della Lega, qualche giorno fa in un’aula quasi deserta. Conta ricordare che al Convegno erano stati invitati i componenti del Comitato Tecnico Scientifico governativo, i quali ovviamente non si sono nemmeno presentati.

Viviamo davvero in uno strano Paese: siamo governati da un regime che spinge al suicidio o all’esilio chi eccelle nella propria professione, come il povero dr Di Donno la cui efficace terapia anti-Covid è stata appena adottata nella Russia di Putin. Un regime che radia e sospende centinaia di medici durante una pandemia per motivi ideologici nonostante il loro impegno ed il successo delle loro terapie; e nel mentre gli ammalati incontrano enormi difficoltà nell’ottenere l’assistenza sanitaria pubblica che pagano con le loro tasse. Lo stesso regime che ha raccomandato per due anni “Tachipirina e vigile attesa”, negto validità alle ottime terapie domiciliari precoci, e accusato come fonte di ogni male chi rifiuta un vaccino che – nel migliore dei casi – è sempre meno efficace.

Il ricorso anti costituzionale all’obbligo vaccinale surrettizio tramite il “Greenpass” è vessatorio e ricattatorio nei confronti di una popolazione già provata da due anni di terrore mediatico; questo ricatto sta riducendo alla fame decine di migliaia di medici, infermieri, insegnanti, poliziotti, militari e tutori dell’ordine pubblico. Questi ultimi in caso di reato penale come dipendenti pubblici verrebbero comunque aiutati con un assegno mensile per poter mangiare e pagare le bollette e le altre spese vItali. Invece, in caso di sospensione per inottemperanza all’obbligo vaccinale gli stessi vengono sospesi a stipendio zero e  trattati peggio di un ladro o di uno spacciatore. Persone che hanno servito lo Stato con impegno e gravi rischi per lunghi anni, si vedono discriminate e allontanate come reietti dalla società.

Sono due anni che il popolo italiano viene di fatto privato del diritto di curarsi e decenni che la spesa sanitaria viene tagliata fino all’osso e questo provoca già  50 mila decessi annui per infezioni nosocomiali. 

Medici e scienziati onesti hanno in più occasioni ripetuto che le cure negate o ritardate hanno rappresentato un fattore decisivo nei 135 mila decessi per Covid, il 90% dei quali sarebbero stati evitabili con cure precoci e terapie adeguate ed alla portata di tutti. Questa è la verità che il regime ha cercato e continua a cercare di coprire utilizzando i non vaccinati come capro espiatorio della propria inefficienza e corruzione.

Va pure rilevato che, in confronto al Covid, si muore molto più per sedentarietà  ed uso compulsivo di cereali non raffinati, che portano obesità , diabete, tumori, malattie cardiovascolari… Ma siccome solo raramente questi dati finiscono sulla stampa generalista, allora il problema semplicemente non esiste. Questi morti di patologie comuni non servono alla politica e non generano abbastanza profitto. 

E’ altresì accertato che l’immunità naturale vale molto più di quella da vaccino ma nessuna campagna viene fatta per aiutare la gente a potenziarla. Eppure l’immunoterapia esiste ed è  praticata negli ospedali anche per curare i tumori! 

Finalmente si vedono le prime crepe nella narrazione ufficiale. La gente stanca e sfiduciata comincia a capire di essere stata presa per i fondelli. Le manifestazioni contro il GP, i sit-in degli attivisti, le pagine social si stanno riempiendo di vaccinati disillusi e che pretendono una strategia efficiente di terapie a fronte del fallimento del vaccino. 

A tal proposito diversi ricorsi sono stati presentati in sede internazionale con accuse di gravi violazioni dei diritti  umani. Giova ricordare che l’Italia ha subito circa 150 condanne per tali motivi.