La diplomazia del Papa per la pace in Ucraina

Di fronte alla situazione ucraina l’Europa si conferma sempre di più come un continente trainato dalle ambizioni guerrafondaie  dei paesi anglofoni. Francia e Germania vorrebbero esprimere una politica estera meno agganciata al carro Nato ma finora i risultati sono deludenti.

Le trattative di pace proseguono formalmente ma in realtà  nessuna delle parti  crede  possibile e conveniente arrivare ad una composizione politica del conflitto nel breve periodo.

Come sempre la diplomazia vaticana conferma il suo ruolo neutrale e la sua scelta per una pace giusta e duratura. Il Vaticano sostiene il popolo ucraino dal punto di vista umanitario  ma non sostiene il suo Governo. Anzi, Papa Francesco ha dichiarato che probabilmente la reazione della Russia è stata, se non provocata, quantomeno facilitata dall’ oltranzismo della Nato.

Papa Francesco non ha mai smesso di cercare il dialogo con la Chiesa Ortodossa di Mosca e con lo stesso Vladimir Putin. Egli non si è  mai sbilanciato sulla questione degli armamenti perché  sa che la pace si implementa con la pace. Oltre all’aiuto umanitario alle popolazioni colpite non ha mai considerato la questione  delle armi in Ucraina se non come un male assoluto capace di moltiplicare la morte e la distruzione. Ha avuto notevoli difficoltà  a mettersi sulla stessa linea d’onda del Patriarca Kirill che coerentemente al ruolo tradizionale svolto dal Patriarcato di Mosca, che per secoli ha appoggiato lo Stato, vede l’intervento in Ucraina sia come atto di difesa dei confini russi, sia come episodio inserito nel più generale scontro di civiltà con l’anglosfera, cioè col mondo Occidentale su cui gli Stati Uniti hanno un ruolo dominante, che si caratterizza per una profonda corruzione morale.

Di fronte a queste argomentazioni Papa Francesco pone la fratellanza e il valore assoluto della pace da mettere davanti a qualsiasi altra considerazione geopolitica o ideologica. Negli ultimi giorni tuttavia anche su questo fronte c’era  stato un disgelo. Il Patriarcato di Mosca ha inviato uno dei suoi vescovi a Mariupol per rendere sicura l evacuazione dei civili dall’ Azovstal salvando diverse decine di donne e bambini ucraini.

Inoltre il governo russo si è detto disponibile secondo quanto dichiara oggi l’agenzia di stampa Novosti  ad ospitare papa Francesco che vuole assolutamente incontrare Putin.

Il Papa è  stato pesantemente criticato da ambienti neocon per non essersi accodato alla santificazione della nuova crociata contro il presunto  dittatore di turno. Non potevano mancare le critiche delle autorità  ucraine che non sono riuscite ad arruolare la Chiesa Cattolica fino al punto che in Ucraina è  stata boicottata mediaticamente la Via Crucis Pasquale in quanto il Papa era affiancato da due donne una ucraina e l altra russa che lo aiutavano a sostenere la Croce e simboleggiavano la volontà dei due popoli  di vivere assieme in pace.

Esiste oggi un settore crescente di popolazione dei due Paesi in conflitto, in Europa e negli USA che vuole farla finita con questa guerra per procura salvaguardando i propri interessi nazionali senza nuocere a nessuno.

In particolare per noi Europei non ha alcun senso mettere in piedi una guerra con una superpotenza nucleare ai nostri confini che è anche partner commerciale importante con il quale abbiamo anche legami storici.

Sarà un compito impegnativo per la diplomazia vaticana ( una delle migliori al mondo ) ricucire il rapporto con la Russia e mettere i contendenti attorno ad un tavolo per un accordo serio per salvaguardare il benessere economico dei popoli  e la pace mondiale anche se questo potrebbe danneggiare gli interessi americani e quelli dei partiti al potere a Kiev.