Giornalista di Al Jazeera uccisa dall’esercito Israeliano

Non si ferma la violenza indiscriminata dell’esercito israeliano contro civili palestinesi e giornalisti scomodi.

Shireen Abu Akleh, 51 anni, stava seguendo un’incursione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin quando un cecchino dell’esercito israeliano le ha sparato al volto.

Il ministero della salute palestinese ha affermato che le forze israeliane hanno sparato e ucciso nella Cisgiordania occupata la giornalista Shireen Abu Akleh di 51 anni. Mentre la giornalista di Al Jazeera stava seguendo un’incursione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin è stata colpita in volto da un solo proiettile israeliano.

Versioni discordanti sui fatti: mentre Haaretz riporta la versione dell’esercito israeliano che riferisce di aver risposto al fuoco di presunti militanti palestinesi, Al Jazeera ha riferito attraverso il capo dell’ufficio di Ramallah Walid Al-Omari che non ci sono state sparatorie da parte di uomini armati palestinesi e sui tetti delle case c’erano appostati dei cecchini israeliani. Al-Omari ha inoltre affermato che la giornalista indossava un elmetto ed è stata colpita da colpi di arma da fuoco in un’area non protetta sotto il suo orecchio a dimostrazione del fatto che la vittima era stata “deliberatamente presa di mira”.

Un altro giornalista palestinese, Ali al-Samoudi, è stato ferito alla schiena ma è in condizioni stabili.

Il ministero della salute ha confermato che i giornalisti sono stati colpiti dal fuoco israeliano.

Nel filmato dell’incidente, Abu Akleh può essere vista indossare un giubbotto antiproiettile blu chiaramente contrassegnato dalla parola “PRESS”.

Shireen Abu Akleh è nata nel 1971 a Gerusalemme da una famiglia cristiana di Betlemme. Ha frequentato la scuola secondaria a Beit Hanina, ha poi studiato architettura alla Jordan University of Science and Technology, successivamente si è trasferita alla Yarmouk University dove si è laureata in giornalismo. Ottenuta la laurea, Abu Akleh è tornata in Palestina, dove ha lavorato come giornalista per Radio Monte Carlo, Voice of Palestine, l’UNRWA, Amman Satellite Channel e MIFTAH. Nel 1997 iniziò a lavorare come giornalista per Al Jazeera (lingua araba) diventando molto conosciuta ed apprezzata per il suo lavoro di reporter. Ha vissuto e lavorato a Gerusalemme est, riferendo su tutti i principali eventi legati alla Palestina, inclusa la Seconda Intifada, coprendo inoltre la politica israeliana.

Al Jazeera ha descritto l’uccisione di Abu Akleh come un “crimine orribile che viola le norme internazionali” che è stato commesso “a sangue freddo”.L’amministratore delegato della rete Giles Trendle ha dichiarato che la rete è “scioccata e rattristata” dalla morte della giornalista e ha chiesto un’indagine trasparente.

Mahmoud Abbas, presidente dello Stato di Palestina, ha dichiarato di considerare le forze israeliane “pienamente responsabili” della morte di Abu Akleh. Un funzionario palestinese anonimo ha detto che Abu Akleh è stata “martirizzata dai proiettili dell’occupazione israeliana”, mentre Hussein al-Sheikh (Capo dell’Autorità generale per gli affari civili dell’Autorità palestinese) ha twittato che il “crimine di mettere a tacere la parola” è stato “commesso ancora una volta, e la verità è che a commettere l’assassinio sono stati i proiettili dell’occupazione israeliana.”Il diplomatico palestinese Husam Zomlot ha descritto Abu Akleh come un “amata giornalista” e una sua cara amica.