Salvare la famiglia dall’offensiva ideologica per salvare noi stessi

L’unione tra il maschile e il femminile custodisce il segreto divino della vita. Da quando l’uomo è sulla terra pertanto tutto è cambiato ma nulla è cambiato; senza un maschio e senza una femmina continua a non essere possibile la vita, solo le donne possono portare un figlio in ventre ed allattare e le gravidanze continuano a durare all’incirca nove mesi. Inoltre l’uomo continua a mantenere determinate caratteristiche biologiche, fisiche e psicologiche e la donna altre.

Perché ribadire l’ovvio? Risulta necessario invece perché leggendo le poche righe di cui sopra nessuno dei nostri antenati, anche solo dei nostri nonni, avrebbe avuto niente da ridire, mentre oggi contengono una serie di affermazioni che secondo il nuovo credo del politically correct renderebbero l’autore degno di condanne ed ostracismo.

Lo sanno bene al New York Times, ultimo caso in ordine di tempo di questa follia. Circa un migliaio di suoi collaboratori si sono ammutinati, sostenendo che il più importante quotidiano del mondo sia transfobico proprio perché ha ospitato idee sovversive come queste. 

Oggi si assiste ad un vero e proprio boom delle cosiddette transizioni. In cinque anni l’accesso al San Camillo di Roma – una struttura che pratica questi percorsi effettuati dagli adolescenti – ha visto un incremento del 470%.

Ciò non è certo dovuto ad una spontanea ed improvvisamente accelerata trasformazione della natura umana, bensì ad un bombardamento quotidiano e martellante da parte di una propaganda antiumana che sapientemente seleziona come target i giovanissimi. 

Ne è un esempio lampante la produzione cinematografica di serie tv diffuse da piattaforme come Netflix o la nuova linea gender fluid adottata da un colosso dell’entertainment per bambini come Disney, o la riedizione di classici in chiave gay. Anche la tv TV pubblica italiana ha scelto da anni di infarcire Sanremo, manifestazione nazionalpopolare per antonomasia, di propaganda omosessuale, anti tradizionale e contro la famiglia. 

Con ciò ci riferiamo solo all’ultimo capitolo di questa saga, quello dell’attacco all’identità biologica, che però è stato preceduto ad esempio dalla demonizzazione dell’uomo in quanto maschio, all’esaltazione dei rapporti occasionali intesi come libertà, alla più subdola propaganda contro la maternità, rappresentata come schiavitù, alla promozione della disgregazione familiare presentata come un valore e all’incitamento alla ribellione dei giovani verso i propri genitori e gli anziani in generale. 

E no, non si tratta di un libero mercato delle idee in seno ad una società democratica. Questa è solo ancora propaganda. 

A diffondere il pensiero unico ci sono i potentissimi mezzi delle grandi corporations, le organizzazioni multilaterali di diritto pubblico che però perseguono interessi privati, i più grandi gruppi editoriali in mano alla grande finanza e uno stuolo di ONG. 

Gli intellettuali, politici e gli artisti che esaltano il pensiero unico vengono elevati al rango di nuovi apostoli mentre chi ha il coraggio di contestarlo viene messo alla gogna, ostracizzato e mandato in rovina, uno dei casi più evidenti riguarda J.K. Rowling, la celeberrima autrice di Harry Potter è oggetto di una violenta campagna di boicottaggio per aver affermato l’ovvio. 

Questo non è uno scontro ad armi pari e a dirla tutta non è nemmeno democrazia, per questo Vladimir Putin, nel suo ultimo discorso tenuto di fronte all’Assemblea federale russa ha avuto gioco facile ad attaccare l’Occidente accusandolo di agire contro i propri popoli distruggendo la famiglia e promuovendo la perversione. 

Il presidente russo ha fatto riferimento ai testi sacri di tutte le grandi tradizioni spirituali che sono evidentemente in contrasto con la rotta adottata dall’Occidente e ha poi  infierito, affermando che milioni di persone in Occidente sentono di essere trascinate verso una catastrofe spirituale. Putin ha aggiunto che il suo compito è quello di proteggere i giovani russi dalla degenerazione. 

Questo sentimento sembra oggi essere condiviso in buona parte del globo, visto che anche la Cina ha recentemente annunciato l’adozione di misure che vietano la trasmissione in TV di contenuti che rappresentano l’omosessualità, le relazioni extraconiugali ed il sesso libero, tutte cose che il governo di Pechino ha definito “lato oscuro della società”

E qui in Europa c’è qualcuno tra coloro che prendono le decisioni politiche che legge questa realtà e ne mette in relazione i pezzi comprendendo quali sono le implicazioni di un futuro ipotecato da queste idee? C’è qualcuno poi che si interroga sull’origine di questa offensiva ideologica, sui suoi scopi ed i suoi mandanti? Oppure tutti, dai governi ai religiosi, passando per gli intellettuali, accettano la realtà come un dato di fatto da governare o meglio assecondare? 

Dovrebbe essere evidente che spingere verso un modello di persone sole, sempre più confuse e svincolate dai legami di sangue, derubate della propria identità, oggi anche da quella biologica, creando un esercito di anziani abbandonati, di madri sole, di figli unici, di genitori attempati, di coppie “arcobaleno” che comprano i bambini da uteri in affitto da madri a cottimo in India o in Ucraina, significa auspicarsi una società senza alcuna sostenibilità.

Ogni anno l’ISTAT ci dice che quella demografica è una vera emergenza, certifica che le nascite crollano, che le persone che vivono sole saranno a breve 10 milioni solo nel nostro paese, che le coppie con figli saranno una minoranza e che la maggior parte delle famiglie in pochi anni saranno composte da un solo componente. 

La stessa definizione “famiglia composta da un solo membro” è chiaramente un ossimoro e invece sembra che diverrà lo standard delle famiglie italiane.

Difficile stupirsi se non è affatto raro sentire una signora riferirsi al proprio cane chiamando figlio o chiamare il cane della figlia “nipotino”, tanto che in città come Milano i cani censiti sono più dei bambini residenti. 

Quando e perché abbiamo iniziato a perseguire obiettivi così lontani ed opposti a quelli che l’umanità ha avuto per millenni? 

Già nel 1972, il partito socialdemocratico svedese di Olof Palme teorizzava la famiglia del futuro basata sull’annullamento di ogni vincolo di dipendenza, la felicità si sarebbe realizzata quando ogni individuo avrebbe potuto fare a meno degli altri, il fatto è che poi una volta fatto realmente a meno degli altri è stata l’infelicità a concretizzarsi. 

Il perseguimento di questa politica ha portato appunto ad una società di persone che vivono e muoiono da sole con un record inquietante di suicidi e di depressioni e in cui le donne per avere un figlio sempre più spesso ricorrono alla banca del seme. 

Questa ideologia comprende quel femminismo, che muovendo da una logica di scontro,  ben poco ha a che vedere con le legittime rivendicazioni di giustizia delle donne, diventando solo una clava ideologica contro il cosiddetto patriarcato e poi un’arma di distruzione di massa rivolta contro la famiglia. 

La pretesa di non riconoscere differenze e complementarità tra i sessi e di demonizzare la mascolinità mina alle fondamenta la famiglia naturale e ne pregiudica il futuro.

Ma com’è possibile che la rivendicazione più visibile delle donne sia il diritto di abortire, cioè di mettere fine ad una vita? L’inclinazione femminile è quella di custodire la vita e queste militanti usurpano la visibilità politica di milioni di donne che vorrebbero avere il diritto ad una famiglia e spesso non ce l’hanno. 

La famiglia è il nostro legame più intimo, il sangue del nostro sangue, è una rete di affetti, uno spazio di sicurezza, il luogo della cura, la prima scuola di vita, un esempio vivente, la nostra  forza, la famiglia è una solenne alleanza ed un dono di Dio. 

La famiglia è la cellula del corpo sociale, va curata e al contempo è in grado, mantenendosi sana e rigenerandosi, di dare nuova vita all’organismo. Per questo è fondamentale tornare all’essenziale, al dato biologico, che è un segno della creazione, per respingere i deliri di onnipotenza che vogliono l’uomo sostituirsi a Dio.

Bisogna ricominciare dall’educazione alla differenza e alla complementarietà, un’educazione che non faccia dipendere il rispetto, i diritti e la libertà dall’appiattimento e dall’omologazione ma che riconosca appieno le differenze tra i due sessi come un valore indispensabile ad un’umanità riconciliata con la propria natura. 

Serve un’idea anche in politica, i discorsi sulla famiglia trattata come un grande percettore di bonus e sussidi sono fuorvianti, così come lo è la narrazione del problema demografico come conseguenza esclusiva delle difficili condizioni economiche che vivono i giovani. 

È ovvio che la precarietà, il mercato del lavoro e la mancanza di servizi adeguati incidono sulla possibilità di metter su famiglia, ma le cause principali  del nostro inverno demografico, come abbiamo visto, sono da ricercarsi altrove: nell’ideologia dell’individualismo, dell’annullamento delle diversità e dell’edonismo e in ultima istanza dell’ateismo. Se ci aggiungiamo l’ecoansia indotta il quadro è completo.

A riprova di ciò osserviamo che le famiglie dei nostri nonni e bisnonni spesso erano veramente povere ma al contempo numerose, i figli rappresentano generosità e fiducia nel futuro, quindi fede. 

La politica non deve di certo occuparsi di quel che accade nelle famiglie ma deve in primis riconoscerne la funzione vitale e quindi difenderla dagli attacchi ideologici che la vogliono demolire. 

Un buon punto di partenza sarebbe senza dubbio il contrasto alla propaganda gender almeno nelle scuole e la protezione dei bambini  e degli adolescenti dall’esposizione a determinati contenuti. Ancora meglio sarebbe introdurre elementi di vera educazione alla differenza come base della complementarietà, del rispetto e dell’alleanza tra i due sessi uscendo dalla folle logica dello scontro e della competizione. 

Un grande compito inoltre attende tutti i credenti, che di fronte ad un’emergenza così impellente hanno il dovere di superare inutili contraddizioni. I sapienti musulmani e le organizzazioni islamiche a tutti i livelli dovrebbero maturare una maggiore coscienza riguardo all’entità dell’attacco al quale la famiglia è sottoposta ed agire di conseguenza implementando adeguate iniziative educative alla luce della rivelazione. Dovrebbero inoltre interagire positivamente con le realtà delle altre confessioni che si sono attivate su questo terreno. Oggi la sfida sembra titanica ma si scorgono i segnali di un imminente risveglio.