Roma, 6 maggio 2025 — Dopo settimane di polemiche e un primo tentativo di presentazione vietato lo scorso aprile, si è svolta ieri con successo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza – Università di Roma la presentazione del libro Le Spine e il Garofano, il romanzo scritto in carcere da Yahya Sinwar, leader della resistenza palestinese a Gaza, edito da Editori della Luce. L’evento ha visto la partecipazione dell’editore Davide Piccardo, invitato ufficialmente dal professor Marco Di Branco, titolare della cattedra di Storia religiosa dell’Islam.
A fare da cornice alla presentazione, un’aula gremita da studenti e docenti, testimonianza del forte interesse intorno al tema e della volontà del mondo accademico di non piegarsi alle pressioni esterne che, solo poche settimane fa, avevano portato alla cancellazione dell’evento. Il professor Di Branco, eminente studioso con un profilo accademico di rilievo internazionale — con esperienze a Princeton, all’American University of Beirut e una specializzazione in Epigrafia bizantina — ha aperto i lavori con un intervento accorato in difesa della libertà accademica.
“L’università deve restare un luogo aperto al dialogo e al confronto, dove possano circolare liberamente le idee,” ha affermato Di Branco. Ha poi denunciato i doppi standard nell’uso del concetto di terrorismo, evidenziandone la matrice essenzialmente politica più che scientifica. “Comprendere la prospettiva di tutte le parti in conflitto è un dovere per lo studioso. La censura è inaccettabile in ambito universitario,” ha aggiunto, sottolineando la necessità di leggere anche le narrazioni scomode per una reale comprensione storica e geopolitica.
A seguire, Davide Piccardo ha illustrato il valore del libro e le ragioni della sua pubblicazione. “Le Spine e il Garofano è un documento storico straordinario,” ha detto. “Non è solo la testimonianza personale di un protagonista della lotta palestinese, ma anche un testo essenziale per capire la dimensione ideologica, spirituale e politica della resistenza a Gaza. L’abbiamo pubblicato perché crediamo che ogni popolo oppresso abbia diritto di parola, anche — e soprattutto — quando la sua voce è scomoda.”
L’incontro, seguito con grande attenzione dal pubblico presente, ha rappresentato un momento significativo nel dibattito italiano sulla Palestina, sulla libertà di espressione e sul ruolo dell’università come spazio libero e critico. Numerose le domande dal pubblico, che hanno spaziato dalla figura di Sinwar alla situazione attuale a Gaza, alla responsabilità dell’Occidente nel conflitto mediorientale.
Dopo settimane di censura e attacchi, la presentazione di Le Spine e il Garofano alla Sapienza ha segnato un’importante vittoria per la libertà accademica e il diritto alla narrazione dei popoli in lotta per la propria liberazione.