La famiglia ai tempi del Coronavirus

Sono oramai passate le prime due settimane in cui la nostra vita è cambiata per chi abita al nord, la Lombardia che ospita decine di migliaia di migranti che dal Sud vengono qua e non solo per lavorare si ritrovano scombussolati. Così anche i tanti stranieri che hanno le famiglie nei loro Paesi d’origine. Da ieri però la zona “rossa” che rossa non è più, è stata estesa prima alla Lombardia in toto assieme ad altre undici provincie, per poi passare a tutta la Penisola perché diciamocelo, l’irresponsabilità dei tanti, troppi hanno portato a ciò.

Tra chi fugge al Sud o prende il primo volo per “casa sua” e chi invece scia o gusta il suo aperitivo nelle zone della movida di dove abita, l’irresponsabilità e la schizofrenia patologica potremmo dire, l’hanno fatta da padrone. Così la Politica ha preso forse la decisione più dura da prendere: chiudere tutto.

Il nostro mondo fatto d’interazioni distanza

Oggi il nostro mondo è fatto anche d’interazioni a distanza e soprattutto relazioni a distanza, che nascono magari sui social o ai vari meeting, oppure semplicemente chi lascia la famiglia al paese per trasferirsi per lavoro e attende i weekend come diversi professionisti oppure le vacanze come molti insegnanti.

Leggevo ieri su instagram una foto che sdrammatizzava uno scambio di messaggi “amore vorrei essere lì con te, ma il governo non vuole” ed è particolare come questo sentimento oggi è sentito da molti.

Ho avuto modo di conoscere diversi insegnanti dal Sud venuti qui al Nord per occupare le cattedre sempre vuote, tanti di loro li ho accompagnati in stazione a prendere il treno con le loro valigie piene di vestiti, di fatica e soprattutto dello stress di vivere lontani dalla fidanzata, dal fidanzato, dalla moglie o dal marito, ma soprattutto dai figli.

Non posso dire che so cosa provano, ma cerco di immedesimarmi, penso ai tanti stranieri che hanno le famiglie giù al paese, che chiamano preoccupati e tra di loro c’è pure la mia famiglia, zie e cugine che chiamano e chiedono. In tutto questo ringrazio Dio che mia nonna non è più molto lucida e quindi non si accorge di quello che succede alemeno non si preoccupa anche lei.

Bisogna seguire le regole, la situazione è grave

La situazione è grave, il virus si diffonde e questo lo abbiamo capito, ma bisogna seguire le regole stabilite. Se davvero ci teniamo alle persone che amiamo, non saranno questi pochi giorni a rovinare il nostro amore, ma restiamo in casa.

E poi possiamo sempre tenerci in contatto con WhatsApp, Skype o con le chiamate e forse perché non riscoprire alcuni piaceri come una chiacchierata in famiglia o una lettera scritta, un gioco di famiglia o un buon piatto per le feste cucinato assieme.

Cerchiamo quindi di rendere questo periodo di “quarantena” generale in un certo modo positivo e avere speranza che tutto finirà, perché con il volere di Dio tutto finirà.

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