Per Biden un bambino di 8 anni può decidere di essere transgender

L’ex vice-presidente americano ed ora candidato democratico nella corsa per la presidenza Joe Biden ha di recente affermato che ai bambini di 8 anni deve essere permesso di cambiare genere. 

Biden ha fatto queste affermazioni in risposta ad una di una bambina transgender che aveva chiesto quali azioni il candidato democratico intendesse adottare per “proteggere i diritti degli LGBTQ”. La risposta di Biden è stata che non ci dovrebbe essere discriminazione nei confronti di un bambino di 8 anni, o un bambino di 10, che dica, ‘sai, ho deciso che voglio essere transgender. Questo è quello che penso mi piacerebbe essere, mi renderebbe la vita molto più facile’ “. 

Il bambino non solo non dovrebbe essere contraddetto secondo Biden, ma farlo significherebbe essere colpevole di discriminazione. Le forti ripercussioni politiche e sociali di questa affermazione non sono però passate inosservate

L’ondata di critiche è stata trasversale a quasi tutto lo spettro politico. Alcuni hanno parlato di abuso di minore, mentre altri hanno affermato: “I bambini di otto anni decidono un sacco di cose che sono stupide. Questo è inquietante. Non riesco ad immaginare che le persone normali possano cadere in quella follia.”

Il movimento LGBTQ sta spingendo con forza per normalizzare l’ideologia gender, resa popolare da individui come Judith Butler e John Money. Nonostante l’appello alla libertà di espressione, il movimento non ha esitato a tentare di togliere dall’arena del dibattito anche intellettuali di spicco nel caso in cui questi fossero critici delle premesse e delle argomentazioni che il movimento usa per giustificare la propria legittimità.

Gli attacchi feroci attuati dalla comunità LGBT nei confronti della celebre autrice della serie fantasy Harry Potter J.K. Rowling in merito alla sua critica dell’ideologia trans, o ancora il tentativo di far licenziare il professore e filosofo di Oxford John Finnis per aver dibattuto e difeso con successo la posizione che gli atti omosessuali siano immorali, sono solo alcuni esempi dei doppi standard che caratterizzano il gruppo arcobaleno.

Molti sono anche i casi di lavoratori spinti a chiudere la loro attività commerciale, e spesso unica fonte di sostentamento, sotto la pressione arcobaleno. Tale è stato il caso della coppia inglese di pasticceri che da religiosi si sono rifiutati di preparare torte con contenuto LGBT

Leggi QUI l’argomentazione di John Finnis sugli atti omosessuali nel suo articolo accademico del 1995 

I metodi adottati dal movimento LGBT per promuovere la normalizzazione della loro ideologia forzando programmi educativi arcobaleno nei sistemi pubblici – con molti genitori che spesso sono in forte disaccordo – e con leggi ad hoc che ad esempio impongono l’uso di alcuni pronomi piuttosto che altri, sono stati visti come indici di debolezza della comunità arcobaleno più che di forza. Queste azioni sono state viste come segno dell’incapacità del movimento LGBT di ottenere consenso e validazione tramite il dibattito, optando dunque per un approccio top-down che tenta di piegare l’opinione pubblica senza interagire con essa. 

Si è anche parlato spesso di una vera e propria demonizzazione attuata nei confronti di qualsiasi posizione e gruppo non liberale. Questa narrazione, che vede i conservatori come bigotti e promotori di odio, blocca la porta del dialogo e del confronto nei confronti di argomentazioni e posizioni che spesso trovano largo consenso presso la popolazione e che con rigore intellettuale tentano di offrire un’alternativa che parta dal basso, costruendo fiducia e consenso senza forzarlo dall’alto.

Gli effetti a lungo termine di alcune pratiche LGBT come le terapie ormonali per i bambini – ricordiamo che il naturale sviluppo celebrale continua fino all’adolescenza – e l’alto tasso di suicidi presso la comunità arcobaleno, oltre che le violazioni della libertà di coscienza e di espressione che accompagnano le varie battaglie arcobaleno sono serie tematiche che non possono che passare il vaglio del confronto e del dibattito pubblico ed informato, fare altrimenti non sarebbe diverso dai regimi che impongono un’ideologia con la forza e la propaganda.