In Belgio il Collettivo Contro l’Islamofobia è minacciato di scioglimento

Il parlamentare fiammingo Theo Francken si dice “scioccato” dal fatto che il governo federale stia pagando la somma di 20.000 euro al CCIB (Collettivo Contro l’Islamofobia in Belgio). Chiede infatti la sospensione momentanea del pagamento e ulteriori indagini da parte della Sicurezza Nazionale.

Diversi osservatori belgi ritengono che vi siano molte analogie tra il CCIF, Collettivo Contro l’Islamofobia in Francia, e il CCIB, Collettivo Contro l’islamofobia in Belgio. Ricordiamo che il collettivo francese è stato sciolto in seguito all’assassinio del professor Samuel Paty.

A questo proposito, il CCIF aveva dichiarato in un comunicato stampa: “E’ ormai una settimana che il CCIF viene calunniato ininterrottamente e che contro la nostra associazione si è espresso un odio preoccupante, a livello nazionale e in molti media, accompagnato da migliaia di messaggi contenenti insulti e minacce sui social network, senza la minima reazione da parte del governo, che dovrebbe invece essere in prima linea su questi temi. Nonostante siamo sempre stati attaccati nel dibattito pubblico, anche da varie personalità politiche succedutesi negli ultimi dieci anni, la diffamazione e le false accuse che ora ci vengono rivolte segnano una vera e propria svolta nel processo di destabilizzazione che stiamo vivendo come associazione per la difesa dei diritti umani”.

Secondo il deputato Theo Francken “è incomprensibile che non ci sia stata nessuna consultazione con i colleghi francesi”.

Il Collettivo Contro l’Islamofobia belga è autonomo

D’altro canto, il CCIB afferma di non aver alcun collegamento col CCIF. Ma il deputato nazionalista rimane scettico sulla questione. “Il CCIB ha esattamente lo stesso programma del CCIF ed utilizza le stesse strategie”, contesta il deputato con un post.

E’ sorpreso dal fatto che il governo federale abbia continuato a sovvenzionare una simile organizzazione. Accusa gli Ecolos (Ecologisti) di essere in combutta col CCIB, e mette in una situazione contraddittoria la senatrice Farida Tahar, l’ex-candidato alla città di Bruxelles e alla Camera Mustapha Chairi, e Hajib El Hajjahaji, come delineato dal giornale Bladi.

Le accuse del deputato sono state immediatamente contestate dall’Ufficio del Segretario di Stato per le Pari Opportunità e la Diversità, Sarah Schlitz (Ecolo), “Al di là delle allusioni fuorvianti, questo sospetto di collusione è assurdo. Questo dossier è stato preparato interamente dal governo precedente, sotto la supervisione del ministro Nathalie Muylle”, informa la portavoce Jessika Soors, come precisa la stessa fonte.