La voce di Giuditta: la testimonianza audio della volontaria umanitaria italiana a Gaza

Nel mezzo della crescente tensione a Gaza, le voci di coloro che sono direttamente coinvolte spesso si perdono nell’eco del bombardamento e nelle notizie sensazionalistiche. Una di queste voci appartiene a Giuditta, una volontaria umanitaria italiana, che malgrado le interruzioni delle comunicazioni e la continua minaccia alla sua sicurezza, ha trovato il modo di condividere la sua testimonianza con il mondo. Dai campi affollati di sfollati alla mancanza di sostegno internazionale, Giuditta ci offre uno sguardo sconcertante sulla realtà attuale della Striscia di Gaza e sull’urgente necessità di attenzione e intervento.

Ho un internet di collegamento veloce stando sempre nello stesso posto perché hanno tagliato tutte le comunicazioni e sono proprio di fortuna, quindi non sono in grado di chiamare nessuno. Posso dire velocemente due cose: noi ci siamo spostati dall’UNDP (UN Development Program) l’altro giorno e siamo venuti a Khan Yunis, al campo dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees) e praticamente è un campo che ha più di diecimila sfollati che sono arrivati dal nord della Striscia di Gaza. Un disastro.

Stamattina dovevamo andare a Rafah per uscire ma in realtà ci hanno bloccato perché stanno bombardando di nuovo tutto. Quel che voglio dire — ed è questo il messaggio che voglio che passi — è che il Governo Italiano non si sta assolutamente interessando per fare un corridoio umanitario per i palestinesi che si stanno spostando da nord verso Khan Yunis, perché Israele ha dato l’obbligo che entro oggi alle due devono abbandonare la zona a nord fino a Deir el-Balahe.

Non hanno fatto un corridoio umanitario per queste persone che praticamente si stanno muovendo sotto i bombardamenti. Così come non sono stati in grado di organizzare un corridoio di sicurezza per noi internazionali (non ci siamo solo italiani, siamo qui in una quarantina di persone). Questa è una cosa vergognosa perché vuol dire che siamo al soldo di Israele che peraltro ha risposto al nostro console che war is war e dunque che siamo qui e ci prendiamo quello che sta arrivando. Io credo che queste siano cose molto brutte e da denunciare e che bisogna tenere alta l’attenzione perché non è possibile che, in questo momento, Israele sta commettendo dei crimini come quelli che sta facendo e nessuno dice niente. Ha dato l’obbligo di evacuare gli ospedali fino a Gaza City. Il Quds Hospital ha evacuato il suoi, Al Huda anche. Lo Shifa Hospital si sta rifiutando di abbandonare la struttura con tutti i malati e i feriti che hanno. Israele si permette di fare anche queste cose e nessuno interviene e i giornali non ne parlano. Questa è una vergogna!

Non voglio fare un intervento politico in questa sede però qui le scene sono di gente che arriva con bambini, disabili, anziani, con le carrozzine, con i materassi in spalla e devono trovarsi una sistemazione in terra. Noi qui è da due notti che dormiamo in terra. Quando eravamo nel bunker dell’UNDP eravamo sempre per terra, in situazioni di estremo disagio. Al nostro governo non interessa nulla. Hanno fatto i corridoi per far uscire i pellegrini con i voli militari e non sono stati in grado di organizzare un corridoio di sicurezza per noi e per il palestinesi che si devono muovere.

Questo noi chiediamo a gran voce: un corridoio di sicurezza per noi e i palestinesi e un corridoio umanitario per far entrare farmaci, medicine, acqua. Non c’è più acqua perché hanno tagliato la corrente e non si pompa più neanche l’acqua e cominciano già a esserci focolai di infezione all’interno dei campi. Calcolando che qui ci sono ancora 30 gradi, dunque è ancora molto caldo. Questo è il messaggio che vi voglio dare: che si stanno commettendo dei crimini nel silenzio più assoluto!