Lo slogan “Israele è l’unica democrazia del Medio-Oriente” confutato

Lo slogan “Israele è l’unica democrazia nel Medio Oriente” viene utilizzato da anni dai sostenitori del sionismo per assegnare ad Israele uno status speciale e giustificare uno status privilegiato nei confronti di Israele stesso. Tuttavia, è importante esaminare criticamente questa affermazione che oggi viene usata per legittimare il genocidio in atto a Gaza. Come vedremo, l’apartheid israeliano ed il suo sistema sionista a carattere etnico-nazionalista-religioso squalificano Israele dall’essere una democrazia. Una democrazia, infatti, non è tale solo in virtù del voto maggioritario.

Innanzitutto, l’aderenza di uno Stato ad un sistema politico non si dovrebbe tradurre automaticamente nel supporto incondizionato per quello Stato. Una monarchia virtuosa – ad esempio – come ce ne sono già state nella Storia è meglio di una democrazia tirannica. Oltre a ciò è utile riflettere sull’apartheid israeliano –  e cioè la segregazione e discriminazione nei confronti dei palestinesi – che è parte integrante del sistema legale a politico di Israele. L’apartheid, ricordiamolo, è un crimine contro l’umanità secondo la Convenzione sull’apartheid.

Uno Stato non può dirsi democratico mentre pratica l’apartheid proprio perché quest’ultimo è caratterizzato da forti elementi di discriminazione che contraddicono i valori democratici. Dire di essere uno Stato democratico ed apartheid è una contraddizione in termini come lo è dire di essere uno Stato democratico e nazista. 

Come secondo punto, la legge israeliana discrimina gli arabi, con differenze nei diritti civili e politici rispetto agli ebrei. Questo solleva forti problematiche legate alla parità di trattamento all’interno del sistema legale. Questa discriminazione è legata all’ideologia del sionismo che è fondamentale nel progetto chiamato Israele.

Il terzo punto, strettamente legato al secondo, è dato dal progetto sionista mirante ad uno Stato ebraico. Il sionismo è un’ideologia etnico-nazionalista-religiosa che marginalizza coloro che non sono ebrei mirando alla realizzazione di uno Stato degli ebrei per gli ebrei. Questo porta a discriminazioni ed inuguaglianze tali che – ad esempio -un palestinese nato e cresciuto in quei territori è fortemente penalizzato ed ha meno diritti rispetto ad una persona nata e cresciuta in un altro Paese che dopo la conversione alla religione ebraica ottiene il diritto di diventare cittadino israeliano e di divenire un colono ai danni dei palestinesi.

E’ chiaro, dunque, che l’affermazione che Israele sia l’unica democrazia del Medio Oriente è problematica e mistificante alle luce dell’apartheid, la discriminazione legislativa e il progetto e l’ideologia sionista. La comprensione di questi aspetti ampiamente documentati da accademici, istituzioni internazionali, e organizzazioni per i diritti fondamentali, è vitale per comprendere appieno la questione palestinese e la flagrante violazione di diritti perpetrata da Israele da quasi un secolo e che oggi sta raggiungendo una sanguinosa escalation legittimata da molte frange della politica Occidentale.