Il rapporto tra civili uccisi e miliziani è di 9 a 1, non 2 a 1: Euro-Mediterranean Human Rights smentisce la propaganda israeliana

Sono almeno 9 i civili uccisi per ogni miliziano palestinese dall’inizio del conflitto. L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor ha confutato le affermazioni dell’esercito di occupazione israeliano – riportate anche da media italiani –  secondo cui nella guerra genocida sulla Striscia di Gaza  sarebbero stati uccisi  due civili per ogni miliziano palestinese.

L’Osservatorio ha confermato in un rapporto da esso pubblicato che le sue statistiche, basate sulla documentazione sul campo, confermano che almeno 9 su 10 palestinesi uccisi negli attacchi dell’occupazione erano civili, il che costituisce il 90% delle vittime.

Euro-Mediterranean Human Rights Monitor ha sottolineato che il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 21.022 dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza – compresi i dispersi sotto le macerie le cui possibilità di sopravvivenza sono quasi nulle – tra cui 8.312 bambini e 4.270 donne, rilevando che dei i morti totali, 19.660 erano civili.

Il rapport specifica anche che il 60% delle vittime è costituto di donne e bambini, mentre il 40% erano uomini, compresi anziani e civili, il che confuta le accuse dell’esercito israeliano.

L’Osservatorio ha sottolineato che una parte significativa di quelli considerati civili all’interno della categoria maschile sono lavoratori di organizzazioni internazionali e delle Nazioni Unite, altri sono membri dell’Autorità Palestinese, ed individui che hanno dimostrato di avere ottenuto permessi di sicurezza israeliani per lavorare e commerciare in Israele, inclusi , giornalisti e professori universitari, personale medico, oltre a persone con bisogni speciali e altri gruppi della società.

 

I dati dell’ONU

L’Osservatorio euromediterraneo ha indicato che le sue statistiche preliminari sulle vittime civili sono coerenti con le assicurazioni delle Nazioni Unite e delle sue organizzazioni specializzate secondo cui circa il 70% dei martiri nella guerra di Israele nella Striscia di Gaza erano donne, bambini e anziani.

Queste conferme sono state rilasciate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) e dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, mentre il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha descritto settimane fa che Gaza aveva diventare un “cimitero dei bambini”.

L’Osservatorio euromediterraneo ha affermato che Israele è obbligato, secondo i principi del diritto internazionale umanitario e delle regole di guerra, a garantire la protezione dei civili e a non prenderli di mira per alcuna giustificazione, il che contraddice la sua espansione della portata delle sue azioni, inclusa l’autorizzazione dell’esercito a bombardare obiettivi non-militari e la revoca delle restrizioni relative alle perdite previste tra i civili.

Le dichiarazioni ufficiali dell’esercito israeliano, che hanno annunciato l’inizio di operazioni di assassinio su vasta scala contro coloro che definisce “ricercati”, non hanno incluso più di 22 obiettivi segnalati. Le stesse forze israeliane hanno anche ammesso di essere consapevoli che ogni singolo bersaglio colpito fra i 22 ha causato un elevato numero di vittime civili.

Rispetto alle guerre precedenti

L’Osservatorio per i diritti umani ha sottolineato che, rispetto alle precedenti operazioni militari dell’esercito di occupazione a Gaza, l’attuale guerra ha visto l’esercito espandere notevolmente i suoi bombardamenti sulla Striscia di Gaza, compresi obiettivi che non sono in alcun modo di natura militare, come case, edifici pubblici e infrastrutture in tutte le sue forme, con l’obiettivo di causare un danno globale alla società civile.

È noto che Israele, che assedia strettamente la Striscia di Gaza dal 2006, dispone di archivi di intelligence completi sulla stragrande maggioranza dei potenziali obiettivi a Gaza – comprese le case – e questi archivi stabiliscono il numero di civili che potrebbero essere uccisi in un attacco  su un obiettivo specifico.

Questo numero è calcolato e noto in anticipo ai servizi segreti dell’esercito, che sanno anche poco prima dell’attacco il numero approssimativo di civili che saranno sicuramente uccisi o feriti, e che vengono considerati semplici “danni collaterali”.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo è giunto alla conclusione che il tasso di uccisione di civili nella guerra di sterminio in corso nella Striscia di Gaza è il più alto nelle zone di conflitto del mondo durante il ventunesimo secolo, e costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario e principi dei diritti umani secondo cui la protezione dei civili viene al primo posto e al di sopra di ogni considerazione.