Un medico ed un’infermiere spacciati per combattenti: la propaganda israeliana ci riprova

L’esercito israeliano ha diffuso fotografie di uomini arresi, armati di fucili, presentandoli come combattenti di Hamas catturati durante operazioni militari. Tuttavia, queste immagini sono state messe in discussione da osservatori e organizzazioni per i diritti umani.

La scorsa settimana, l’attenzione internazionale si era già focalizzata su altre fotografie rilasciate dall’esercito israeliano che ritraevano uomini denudati, legati e bendati. Tra questi, erano stati identificati un noto giornalista e il direttore di una scuola delle Nazioni Unite, suscitando dubbi sulla veridicità della narrazione proposta dalle IDF.

L’ultima immagine in questione mostra individui presumibilmente arresi con armi in mano ma analisi dettagliate dell’immagine hanno permesso di identificare tra le persone raffigurate Nasr Imad Al-Madhoun, un giovane medico in servizio presso l’ospedale Kamal Adwan. Il dottore è visibile come il terzo individuo da sinistra nelle fotografie che circolano sui social media e nei reportage giornalistici. 

Lo si può facilmente verificare guardando alcune sue foto ottenute dai suoi canali social. 

Secondo quanto riportato dall’Euro-Med Human Rights Monitor, un’organizzazione indipendente che si occupa di monitorare la situazione dei diritti umani nella regione, insieme al dottor Al-Madhoun sarebbe presente nell’immagine anche un infermiere.

Di conseguenza, si sollevano seri interrogativi sulla possibile presenza di altri civili tra le persone ritratte, i quali potrebbero essere stati costretti a posare con armi da fuoco per fini propagandistici.

Queste accuse gettano un’ombra sulla condotta delle IDF e sull’uso dell’informazione come arma di guerra. In particolare, si rafforza la critica verso quella che è stata definita una “disperazione” della leadership militare e politica israeliana, incapace di ottenere una vittoria sul campo e quindi ricorrente a tattiche di basso livello, come la diffusione di immagini fuorvianti.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere, con richieste di chiarimenti e indagini indipendenti che possano fare luce sull’autenticità delle circostanze rappresentate nelle fotografie. La comunità internazionale, già sensibile alle questioni di diritti umani e alla legalità delle operazioni militari, osserva con preoccupazione l’evolversi della situazione, sottolineando l’importanza della verità e della trasparenza in un contesto tanto complesso e delicato.