Il colonnello libanese: finora tra Hezbollah e Israele scambi limitati ma dipenderà dall’Iran

Il fronte libanese si sta scaldando, Israele ha intimato ad Hezbollah di indietreggiare dalle sue posizioni e c’è il rischio di allargamento a Nord del conflitto, a tale proposito abbiamo intervistato l’ex colonnello delle forze armate libanesi Nassif Obaid, oggi Coordinatore Generale della coalizione politica Lealtà alla Patria.
Qual è il cambiamento strategico adottato da Hezbollah in termini di operazioni militari offensive e quale importanza e ruolo rivestono?

Le recenti tensioni nel sud del Libano tra Hezbollah e Israele non possono essere classificate come operazioni offensive. Si tratta piuttosto di scontri da posizioni fisse, dove nessuna delle due parti ha intrapreso l’iniziativa di violare le posizioni avversarie. In merito all’efficacia di Hezbollah in questi scontri, si può affermare che il gruppo ha dimostrato di poter rispondere in modo paritario all’interno delle regole di ingaggio stabilite.

Il risultato più significativo ottenuto da Hezbollah è stato lo sfollamento dei residenti dagli insediamenti israeliani, che sono stati colti dal terrore a tal punto da non voler fare ritorno fino a quando la minaccia di Hezbollah non sarà cessata. Inoltre, il gruppo ha mantenuto la propria credibilità di fronte ai suoi sostenitori, nonostante la preoccupazione generale in Libano riguardo al rischio di una guerra distruttiva che il paese non sarebbe in grado di sopportare.

Qual è la differenza tra la Guerra di Luglio e la situazione attuale?

Non è possibile paragonare gli eventi attuali alla Guerra del 2006, quando Israele intervenne direttamente per distruggere il libano.  Quanto accade oggi non raggiunge il livello di guerra aperta che si verificò nel 2006. Inoltre, la situazione attuale risente dell’influenza dell’Iran sui libanesi, configurandosi come un conflitto che non trova consenso unanime tra la popolazione libanese, riflettendo così la problematica identità nazionale instabile a causa delle divergenze sul ruolo del paese.

Quali cambiamenti ha introdotto Hezbollah in termini di operazioni militari offensive, attrezzature e armamenti?

Le operazioni condotte da Hezbollah nel sud del Libano non possono essere definite pienamente offensive, essendo piuttosto limitate a scontri in zone montuose dove nessuna delle parti può avanzare significativamente. Valutando i risultati ottenuti da Hezbollah, si osserva che il gruppo ha saputo evidenziare la propria capacità di risposta all’interno delle regole di ingaggio.

Hezbollah aderisce alla risoluzione 1701?

L’adesione di Hezbollah alla risoluzione 1701 è condizionata dalla natura e dall’entità degli accordi iraniano-americani. L’Iran ha interesse a negoziare con gli Stati Uniti su varie questioni e si dimostra disposto a trattare su tutti i fronti. La realtà sul campo e l’equilibrio delle forze sono fattori determinanti in ogni negoziato.

Se Hezbollah non intraprende iniziative, quali potrebbero essere le conseguenze per il Libano?

Considerata la cooperazione di Hezbollah con la comunità internazionale, si presume che il gruppo possa impegnarsi, seguendo il principio di reciprocità, tuttavia, se Hezbollah decidesse di partecipare attivamente, il Libano potrebbe proporre iniziative significative.

Perché si prevede l’estensione del mandato del Comandante dell’Esercito? Qual è il problema?

La questione dell’estensione del mandato del Comandante dell’Esercito non riguarda la persona del Comandante, ma piuttosto la necessità di preservare l’istituzione militare, data l’importanza del suo ruolo in questo contesto. Il generale Joseph Aoun ha assunto un ruolo di supporto in un periodo difficile e non sarebbe opportuno cambiare leadership in questa fase critica, poiché un nuovo leader avrebbe bisogno di tempo per adattarsi al ruolo.

Il Libano è al sicuro da una guerra di ritorsione? 

Nonostante la possibilità che Israele intensifichi una campagna politica contro il Libano, potrebbe essere più pericoloso per il paese e il suo futuro il conflitto interno tra le varie fazioni. Questa divisione interna potrebbe servire gli interessi dei nemici del Libano e minare il ruolo unico che il paese ha svolto nella regione per un secolo.