Accademici di giornalismo confutano il New York Times sulla fake news delle violenze sessuali da parte di Hamas

Un gruppo di oltre cinquanta professori di giornalismo, provenienti dalle più prestigiose università, ha sollevato questioni importanti riguardo al recente rapporto investigativo del New York Times in cui si descriveva un “modello di violenza di genere” nella contro-offensiva di Hamas del 7 Ottobre contro il regime israeliano.

Le critiche mosse dai professori, insieme a quelle provenienti da altri settori e persino da alcuni membri del personale del Times, confutano la credibilità delle fonti utilizzate e il processo editoriale che ha portato alla pubblicazione del rapporto.

In una lettera inviata ai vertici del Times, visionabile qui nella sua versione integrale, i professori hanno richiesto con forza una revisione indipendente dei processi di redazione  e pubblicazione adottati per questa particolare storia. Tale revisione dovrebbe essere condotta da un gruppo di esperti di giornalismo e dovrebbe essere resa pubblica per garantire trasparenza e responsabilità.

La risposta del Times, che afferma di aver esaminato il lavoro svolto sul rapporto e di essere soddisfatto che abbia rispettato gli standard editoriali, non ha placato le preoccupazioni sollevate dagli accademici.

Il rapporto originale del Times, intitolato “‘Screams Without Words’: Violenza sessuale il 7 ottobre”, è stato oggetto di critiche già dalla sua pubblicazione. I parenti di una vittima degli attacchi hanno confutato la rappresentazione caricaturale dei fatti riportata dal Times, mentre altre critiche hanno evidenziato discrepanze tra i vari resoconti forniti da testimoni citati nella storia.

Inoltre, l’impiego di due freelancer relativamente inesperti per la reportistica – Anat Schwartz and Adam Sella –  anziché affidarsi a giornalisti più esperti, ha sollevato seri interrogativi riguardo alle pratiche di raccolta delle notizie del Times. Si è in seguito scoperto che Schwartz , ad esempio, ha espresso convinzioni anti-palestinesi oltre ad avere legami con l’esercito israeliano, cosa che ha portato alla luce un estremo pregiudizio filo-israeliano nel report del Times. Schwarz è arrivata a chiedere in un Tweet che la Striscia di Gaza fosse trasformata in un mattatoio e ha affermato anche che gli israeliani avrebbero dovuto uccidere i prigionieri palestinesi come vendetta nel caso in cui anche solo ”un capello” fosse stato torto ai prigionieri israeliani. I toni di Schwarz sono chiari quando chiede al regime israeliano: ”Violate ogni norma per ottenere la vittoria”.

La lettera dei professori sopra citata riporta anche dichiarazioni rilasciate da uno dei reporter del Times dopo la pubblicazione della storia, che sembrano contraddire alcuni dettagli cruciali del rapporto stesso.

Nonostante il Times abbia successivamente fatto un passo indietro riportando nuove prove video che mettono in discussione alcuni dettagli della sua indagine iniziale, non è stata emessa alcuna correzione o rettifica del rapporto originale. Una decisione definita “insolita” dagli accademici.

In un momento in cui l’opinione pubblica negli Stati Uniti sta riconsiderando criticamente gli eventi a Gaza, la tempistica e l’accuratezza dei rapporti giornalistici diventano ancora più cruciali.

Gli accademici concludono che solo attraverso una revisione indipendente e trasparente sarà possibile dissipare i dubbi e preservare l’integrità del giornalismo.

Crediti immagine copertina: The New Arab