Trasngender e famiglie gay a scuola, a Birmingham scoppia la protesta dei genitori

In una scuola della comunità di Parkfield a Birmingham i genitori si sono visti imporre, nel marzo scorso un programma pesantemente orientato verso l’ideologia gender dove si parlava di riassegnazione di sesso, omosessualità, famiglie arcobaleno e matrimoni omosessuali, questo ha scatenato le proteste delle famiglie, soprattutto musulmane.

Si parla spesso nella stampa musulmana e nella comunià islamica delle caratteristiche positive del multiculturalismo inglese rispetto al modello assimilazionista francese. Sta emergendo però nel Regno Unito, come nel resto d’Europa la questione dell’imposizione dell’educazione sessuale gender nelle scuole primarie. Si tratta di bambini piccoli dai sei ai dieci anni (o addirittura di bambini della scuola materna) che dovrebbero avere delle nozioni adeguate di educazione alla relazione con gli altri sotto forma di invito al rispetto per la persona umana e non certo di educazione sessuale.

Invece in una scuola della comunità di Parkfield a Birmingham i genitori si sono visti imporre, nel marzo scorso un programma pesantemente orientato verso l’ideologia gender dove si parlava di riassegnazione di sesso, omosessualità, famiglie arcobaleno e matrimoni omosessuali. Ai bambini venivano tenute lezioni “per soddisfare i requisiti della legge sull’uguaglianza”. I libri letti dagli studenti comprendono “mamma, mamma e io”, e “King & King”,  storie di relazioni e matrimoni tra persone dello stesso sesso.

La questione è stata sollevata per la prima volta da Fatima Shah, che ha allontanato la figlia di 10 anni dalla scuola, dicendo che i bambini erano troppo piccoli per imparare a conoscere i matrimoni omosessuali e i diritti LGBT in classe. “Non siamo un gruppo di madri omofobiche”, ha detto. “Sappiamo solo che alcune di queste lezioni sono inappropriate.” Alcuni dei temi in discussione sono complessi e adatti agli adulti, non ai bambini, che si confondono. “Hanno il diritto di  essere bambini, invece di pensare costantemente alle uguaglianze e ai diritti”. La scuola ha chiesto ai genitori di fermare le proteste, sostenendo che fossero “sconvolgenti e distruttive” per i bambini ma non si sono chiesti quanto fosse distruttivo adultizzare bambini di 6-10 anni.

I genitori prevalentemente di fede islamica hanno cominciato a manifestare fuori dalla scuola. Il Guardian afferma che gli attivisti esponevano striscioni che dicevano “Non confondete i nostri figli” e “Lasciate che i bambini siano bambini” fuori dalla scuola per diverse settimane su iniziativa di una mamma preoccupata per la possibilità che queste lezioni possano turbare la serenità dei suoi figli. A maggio, metà degli alunni della scuola sono stati ritirati in segno di protesta per l’insegnamento del Gender . 

Le manifestazioni hanno provocato l’ira dei sostenitori del gender che si sono difesi come sempre, dicendo che durante le lezioni non era stato usato un linguaggio esplicito e che il programma sarebbe stato redatto nell’ambito di una campagna contro discriminazioni razziali etniche religiose e sessuali. Ma siccome questo non è bastato hanno cominciato a criminalizzare i genitori

Per rincarare la dose, la consigliera capo del governo conservatore per il contrasto del terrorismo, ha affermato che i dirigenti scolastici che si occupano di proteste per le lezioni LGBT avrebbero dovuto ricevere maggiore sostegno, accusando implicitamente i genitori stessi di essere degli estremisti di usare un linguaggio violento ed intimidatorio. Nonostante i pro-gender abbiano fatto ricorso a tutti i mezzi per censurare l’attività dei genitori tre mesi fa le proteste, iniziate alla scuola della Parkfield Community a Birmingham a marzo, si sono estese ad altre scuole.

In gran parte iniziate da genitori e attivisti musulmani, queste lotte hanno ben presto raggiunto anche i genitori conservatori cristiani e ebrei ortodossi che hanno obiettato ritirando i figli e manifestando con i musulmani. Così si è formato un vero e proprio fronte di genitori credenti. Il Governo ha minacciato di fare una causa contro i genitori e di impedire le manifestazioni davanti alle scuole cosa che è stata fatta prima delle vacanze estive ma questi non si sono fatti zittire poiché hanno spiegato che il gender va contro i loro valori religiosi e tradizioni.

Dopo un breve recupero durante le vacanze estive, le proteste sono riprese all’inizio di settembre. Vicino alla scuola ma fuori da una zona di esclusione, i genitori di Anderton Park hanno urlato attraverso un microfono chiedendo alla preside Hewitt-Clarkson di ritirarsi e hanno scandito cori che dicevano: “I nostri bambini, la nostra scelta” e “Let Kids Be Kids”.

Tra l’altro, il principale organizzatore delle proteste contro l’insegnamento del gender è stato accusato di “creare tensioni” invitando un imam definto “controverso” che sosteneva che il sesso anale, la pedofilia e il transgenderismo venivano insegnati nelle scuole e che la preside della scuola dove sono partite le proteste sarebbe stata una ‘’diavolessa’’.

Invece Shabana Mahmood, deputato di Birmingham si è espressa dopo che i genitori del suo collegio elettorale si sono lamentati del fatto che le scuole primarie insegnavano ai loro figli le relazioni tra persone dello stesso sesso. Ha detto che i genitori non si sono opposti all’educazione sessuale e relazionale, ma sentivano che i loro figli erano troppo piccoli per alcune delle cose che venivano insegnate.

Una giovane mamma ha detto che se riteneva che una bambina di quattro anni fosse troppo piccola per andare a lezione di Corano pensava lo stesso per quanto riguarda lezioni di gender “Sai quanto è difficile spiegare a una bambina di quattro anni perché non ha due papà?” Dice una signora, sua figlia è tornata a casa facendo questa domanda. “Ha continuato a insistere: Voglio due papà, Perché non posso? È stato sconvolgente per me e mio figlio.” 

“Tutti dovrebbero rispettare tutti”, dice una madre che si chiama Nafisa.”Ma come possono i bambini capire cosa è halal (lecito) e cosa è haram (illecito) come musulmano quando viene detto loro a scuola e quello a casa?

Abbiamo visto due mondi diversi, o almeno due diversi sistemi di valori, scontrarsi all’Alta Corte di Birmingham  Da un lato c’era Sarah Hewitt-Clarkson, la direttrice di Anderton Park, una piccola scuola elementare a Sparkhill, una parte della città in gran parte pakistana; dall’altro, due rappresentanti dei genitori.

La preside della scuola ha affermato che lei era a conoscenza del fatto che certi contenuti che venivano insegnati non erano coerenti con le convinzioni religiose delle famiglie e che se lei avesse potuto avrebbe fatto delle iniziative di gay pride a scuola.

Nonostante a causa delle tensioni il Tribunale che aveva già vietato le manifestazioni davanti alla scuola la preside ingiunto temporaneamente a Afsar e sua sorella Rosina Afsar, che ha avuto due figli nella scuola ma da allora li ha tolti, e ad Amir Ahmed di non coordinare le proteste, distribuire volantini.

Dopo cinque mesi di battaglia i genitori di Parkfield non hanno ottenuto altro che una lieve modifica del programma che, originariamente era incentrato sul Gender mentre ora sarà invece sulla parità, di cui il gender è un aspetto. E’ stata inviata una lettera ai genitori prima della ripresa autunnale delle lezioni che diceva: “Le discussioni sono state un utile primo passo e hanno identificato le questioni chiave che riguardano i genitori, tra cui l’etica, i libri, l’età, le lezioni e le assemblee. Il risultato emerso dall’incontro è stato la necessità di avere una discussione con la comunità scolastica sul programma di studi No Outsiders e su come dovrebbe essere portato avanti”.

Un portavoce della scuola ha dichiarato: “Dopo cinque mesi di consultazioni con genitori, rappresentanti della comunità e il DfE (Dipartimento per l’Educazione), la scuola della comunità Parkfield rilancerà l’insegnamento sulla parità a settembre 2019.

Una delle scuole teatro di proteste anti Gender sta nella stessa area della zona est di Birmingham che diversi anni fa fu al centro dello scandalo “Trojan Horse”, con lettere false trapelate ai media che descrivevano un presunto complotto islamico per modificare i programmi scolastici in senso “estremista” e sostituire gli insegnanti delle scuole. Il Governo intervenne con ispezioni di emergenza e in cinque delle 21 scuole della zona furono immediatamente messe in atto misure speciali.

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