Fonti riservate rivelano che Morsi è stato ucciso per aver rifiutato la resa

Uomini dei servizi segreti egiziani hanno minacciato Morsi qualche giorno prima della sua morte. Durante le trattative segrete con alti funzionari dello Stato al presidente destituito era stato ordinato di dissuadere i Fratelli Musulmani dall’azione politica altrimenti avrebbe subito le peggiori conseguenze

Secondo Middle East Eye Mohamed Morsi ed i dirigenti dei Fratelli Musulmani imprigionati in Egitto hanno ricevuto un ultimatum da alti funzionari dei servizi egiziani: dissolvere il movimento entro la fine di Ramadan o pagare anche con la propria vita il loro rifiuto. Sempre secondo queste fonti riservate Mohamed Morsi si sarebbe categoricamente rifiutato di agire in tal senso e la sua morte ne sarebbe una diretta conseguenza.

Ora si teme per la vita di altri due pezzi da 90 del movimento islamico : Khairat Al Shater, noto businessman e candidato alle presidenziali, e Mohammed Badir, la guida suprema della Fratellanza.

I Fratelli Musulmani sono costretti alla clandestinità dalla feroce repressione del regime del generale golpista Al Sisi che ora si pone l’obiettivo di chiudere i conti definitivamente con l’organizzazione. Fonti dell’opposizione assicurano esista un documento ufficiale del regime che teorizzi la strategia di annichilimento della Fratellanza, affermano inoltre che alti funzionari dei servizi egiziani abbiano intrattenuto colloqui con Morsi al fine di obbligarlo a collaborare al loro piano.

Il piano segreto intitolato: « Chiudere il dossier dei Fratelli Musulmani» afferma che dopo il golpe del 2013 il movimento è stato irrimediabilmente debilitato al punto da trovarsi nella condizione più critica di tutta la loro Storia, ben più che ai tempi di Nasser e Mubarak e che pertanto anche la catena di comando era totalmente compromessa e pertanto non rappresentava più una minaccia per lo Stato. Il piano individua però come principale emergenza da risolvere l’enorme numero di prigionieri politici, circa 60.000.

La strategia del regime consiste nel promettere la libertà’ per quei membri della Fratellanza che si fossero impegnati a non fare più politica ,e a non impegnarsi più nelle azioni sociali e di proselitismo. Per coloro che avessero rifiutato era prevista una pena ancora più severa o l’ergastolo. Il piano del regime stima che il 75% dei militanti di basso rango accetterebbe l’offerta.

Tra i dirigenti, coloro che avessero accettato avrebbero potuto godere di migliori condizioni di detenzione.

Ricatto a Morsi

Enormi pressioni sono state esercitate nei confronti di Morsi, posto in isolamento in una zona apposita della prigione di Tora, privato dei contatti con i suoi avvocati, con la sua famiglia e con gli altri prigionieri politici.

‘’Il governo egiziano voleva mantenere la segretezza assoluta sulle trattative e non voleva che Morsi fosse messo a contatto con gli altri prigionieri ‘’ ha spiegato sempre al Middle East Eye una fonte che conosce bene gli avvenimenti all’interno della prigione.

Ma a niente sono valsi i metodi intimidatori e quindi, sempre secondo la fonte riservata: «si è deciso di eliminare Morsi consapevoli del fatto che mai e poi mai si sarebbe piegato alle loro richieste ‘’

Morsi si sarebbe rifiutato di compiere qualsiasi intervento per smantellare la Fratellanza e non avrebbe smesso di definirsi legittimo presidente dell’Egitto riconoscendo la legittimità di Al Sisi.

Le pressioni e i colloqui si sarebbero intensificati durante il mese di Ramadan e di fronte allo stallo i funzionari dei servizi avrebbero minacciato i leader della fratellanza di gravi conseguenze, per questo si rafforza l’ipotesi di un omicidio politico ai danni del presidente Morsi e il timore che la stessa sorte possa toccare ora agli altri leader in carcere.

Questa non e’ stata la prima offerta fatta ai Fratelli Musulmani dal governo Sisi, in passato il regime aveva fatto altre offerte alla Fratellanza, la prima in cambio della cessazione dell impegno politico per un certo periodo e la seconda invece richiedeva la cessazione completa dell impegno politico ma permetteva l’attività sociale e di proselitismo, nessuna delle due offerte e’ stata accettata.

Morsi negli ultimi istanti in cui era in vita ha chiesto di poter prendere la parola a porte chiuse, richiesta che e’ stata fatta a più riprese in tempi diversi ma sempre rifiutata.

Prima dell udienza ha dichiarato che avrebbe mantenuto per sé alcuni segreti fino alla sua morte e all’ incontro con Dio, poco dopo si è accasciato a terra ed è morto.

L’uccisione di Mohamed Morsi potrebbe essere un messaggio intimidatorio nei confronti degli altri leader incarcerati e ora il rischio che il regime proceda alla loro eliminazione fisica sembra essere molto concreto.

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