Bosnia, terra di tradizioni e tesori dell’Islam europeo da scoprire

La Bosnia ed Erzegovina un paese in linea d’aria molto vicino all’Italia che spesso sembra essere così lontano per gli scarsi collegamenti ma almeno per i musulmani italiani dovrebbe essere un luogo più familiare, per due ragioni: la cultura e la religione. La maggior parte dei musulmani italiani però sorvolano“ la Bosnia e vanno in Turchia o nel Maghreb ed a volte riescono persino ad arrivare in India. Ma la Bosnia ha tradizioni e luoghi legati all’Islam che è imprescindibile scoprire. 

Guardiamoci profondamente nel cuore e nella coscienza, un musulmano italiano non ha molto in comune con un musulmano turco, arabo o indopakistano. Dio ci ha creato qui, ed ha mischiato questa terra con quest’acqua, ha soffiato del Suo spirito in noi, abbiamo poi cominciato a respirare questa aria.

Sarebbe quindi auspicabile cercare di coltivare una vicinanza fra di noi musulmani europei, o musulmani cresciuti in Europa, ed in tale modo gradualmente forgiare la nostra cultura islamica con peculiarità italiane, svizzere, austriache e così via.

La grande Moschea di Sarajevo

Durante la loro secolare presenza ed esistenza i musulmani di Bosnia hanno mischiato culture locali (‘urf) con la cultura universale islamica, il risultato e’ che molte usanze dei musulmani bosniaci sono retaggio del periodo pre-islamico ma non contraddicono la shari’ah (legge islamica).

Sarebbe come se un musulmano italiano si facesse un’amatriciana con la carne halal.

I bosniaci musulmani anche detti bosgnacchi, sono un popolo che iniziato ad accettare l’Islam in massa sin già dagli inizi del XV secolo. Anche se vi sono tradizioni orali in cui si riporta che un gruppo di Bogomilli“ (setta eretica cristiana) erano partiti per conoscere il Profeta Muhammad (pbsl), ed erano tornati in Bosnia con il messaggio della nuova religione“. Vi fù poi, alcuni anni dopo, una nuova delegazione che andò a trovare il Profeta (pbsl), ma trovò al Suo posto il Suo khalifah-vicereggente Omar. Diedero allora il loro giuramento di fedeltà (ba’yah) a lui e tornarono in Bosnia.

Tekke-zawiya di Blagaj

Con il passare degli anni i musulmani in Bosnia furono vittime di varie crociate ed inquisizioni a tal punto che solo pochi muslumani rimasero, eppure alcuni storici riportano che nel IX secolo vi erano concentrate comunità di musulmani Ismailiti nella zona vicino a Tuzla nel nordest del paese.

Una nuova spinta a conversioni, che perlopiù erano segrete, la diede il predicatore (da’i) Sari Saltuk che venne nei Balcani nella metà del XIII secolo. Per sua mano alcuni principi e nobili bosniaci accettarano l’Islam, i nomi di tali principi e nobili sono riportati nella cronaca chiamata ‘Saltuk-nameh’ scritta da Ebu-l-Khayr discepolo di Sari Saltuk.

Una della 12 tombe, sparse per i Balcani, di Sari Saltuk si trova a nella tekke-zawiya (sede di una confraternita sufi) di Blagaj vicino a Mostar, collocata vicino alla fonte del fiume Buna, che è’ una delle fonti piè grandi d’Europa con 40.000 litri al secondo di acqua.

Avendo presente i precedenti sopracitati, la conversione in massa all’Islam dei bosniaci durante il periodo di occupazione Ottomana non ci dovrebbe stupire. Infatti fra i popoli che furono a stretto contatto con Sari Saltuk ci sono insieme ai bosniaci, anche gli albanesi ed i pomaki (bulgari musulmani), mentre i serbi, greci, e rumeni anche se sono stati per almeno 300-400 anni sotto occupazione Ottomana non hanno accettato l’Islam, che secondo il principio Coranico contenuto nella Surah al-Baqarah, 256: “Non vi e’ costrizione nella religione…“ non può essere imposta a nessuno.

Qui in Bosnia abbiamo ancora eventi sociali e religiosi che sono ereditati dalla cultura cristiana-bogomila, per esempio il seguire l’andare delle stagioni a seconda dei giorni dei Santi. Il 6 maggio, chiamato Gurgevdan (il giorno di San Giorgio), è anche per i musulmani il giorno di Khidr, a.s., oppure ‘roz-i hidr’ il giorno del ‘verde’, il giorno in cui la primavera mostra tutta la sua vitalità.

Il 2 agosto chiamato ‘Ilindan’,  il giorno di san Elia, per i musulmani e’ il ‘Aligiun’ – il giorno di ‘Ali. In questi giorni si organizzano dua’ e mawlid all’aperto, spesso su colline come da tradizione bogomila a cui partecipano miglaia di persone. 

Mawlid a Karici

Di fatto si seguono entrambi i calendari, sia quello solare, gregoriano e giuliano, che quello lunare islamico.

Per ricordare la nascita del Profeta Muhammad (pbsl), durante il mese lunare di Rab’iu-l-Awwal si organizzano incontri in moschee, zawiye e case durante tutto il mese, e sopratutto il 12 del mese, poichè per gran parte dei sapienti il Profeta (pbsl), è nato proprio quel giorno.

Il mawlid è un poema in onore del Profeta Muhammad (pbsl), in cui si descrivono vari avvenimenti della sua vita in poesia, in poche parole una biografia del Profeta, poetizzata.

Questi incontri di solito di svolgono nel seguente modo: per prima cosa la persona prescelta (a seconda della conoscenza del Corano o della melodicità della voce) recita alcuni versetti del Corano, di solito dei versetti che lodano Dio come per esempio al-Isra 110-111: ‘Di’: “Invocate Allah o invocate il Compassionevole, qualunque sia il nome con il quale Lo invochiate, Egli possiede i nomi più belli...’

Poi si comincia con la recitazione del mawlid composto da Suleyman Celebi (m. 1429) in turco e dopo qualche verso si passa alla versioni in bosniaco di cui ce ne sono tre o quattro piu’ famose. Nella parte centrale del mawlid, in cui si descrive la nascita del Profeta Muhammad (pbsl), ed i vari miracoli che avvennero, ai partecipanti si distribuisce il cosidetto, sherbet“ da cui deriva la parola sorbetto, una bevanda dolce e fresca che secondo la tradizione anche Amina, la madre del Profeta (pbsl), aveva bevuto durante il parto.

Mawlid a Karici

Alla fine del mawlid si recita un corto dhikr ed una dua’ (invocazione) di benedizione per tutti coloro che hanno partecipato all’evento.

La cosa interessante è  che tali mawlid si organizzano anche per varie occasioni festose, come la nascita di un/a bambino/a, o il trasloco in una nuova casa ed altre occasioni del genere. Il mawlid ha aiutato moltissimo i bosniaci a mantenere salda la loro connessione con la tradizione islamica, specialmente durante il periodo comunista dal 1945 al 1990. Ha aiutato generazioni intere ad avere una solida conoscenza della biografia del Profeta (pbsl), e delle Sue eccelse qualità. Attraverso il mawlid è stato profuso amore e rispetto verso il Profeta ed i Suoi compagni, che a tuttoggi regge e si rigenera.

Possa Allah il Sublime proteggere questa gente ed il loro peculiare modo di praticare e vivere l’Islam.

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