Certe sere a casa di Paolo: John Lee Hooker London Jam

Ho un LP di John Lee Hooker e John Mayall”

“A me non risulta abbiano collaborato per un intero disco”

“Eccolo, è questo”

“Ma che disco è? Non ci sono informazioni, manco la data di pubblicazione, sostanzialmente solo il titolo delle canzoni”

Il disco del secondo appuntamento d’ascolto a casa di Paolo si intitola John Lee Hooker with John Mayall with Groundhogs e su discos.it c’è scritto che l’LP è stato pubblicato negli States nel 1972. Siccome per queste jam tra giganti neri del blues americano e musicisti britanni più giovani di loro le date “utili” non superano il 1966, si fa spazio dentro di me la speranza che le incisioni di questo disco siano antecedenti al ‘72. Allmusic.com censisce un titolo simile come del 1968 ma senza alcuna informazione. Discos.it riporta “altre versioni” del disco ma alcuni conti sembrano non tornare.

Ad una lettura attenta dei titoli delle tracce sull’LP notiamo che 8 su 11 sono indicate come già pubblicate a Londra, ma non ci sono date. Il campo di indagine inizia a restringersi intorno a …And Seven Nights (1965), un disco registrato a Londra nel 1964 e pubblicato l’anno seguente. Ascoltiamo il misterioso LP ed il sound è grezzo proprio come una registrazione low budget del 1964. Evviva, forse ci siamo! Si sente il solito John Lee Hooker voce e chitarra che, anche se accompagnato da altri musicisti, suona il blues praticamente sempre come fosse da solo.

E’ una sua caratteristica, uno stile cross tra il country-blues acustico e il city-blues elettrico. Sotto si sente una band che lo segue bene, cosa non di poco conto, ed un altro chitarrista piuttosto virtuoso per un’incisione del 1964. Nel film Red, White and Blues (2003) si parla dell’incontro tra questi maestri del Blues americano, a cui il pubblico europeo riservava molto entusiasmo, e le future rock star britanniche che non vedevano l’ora di accompagnarli dal vivo, e magari di incidere con loro, per poter apprendere il genere direttamente dalla fonte.

Sempre nel film si parla della difficoltà di accompagnare un musicista come John Lee Hooker per il suo modo di suonare il Blues con un numero di battute variabile prima di convogliare verso il turnaround. I Groundhogs si rivelarono i più adatti a suonare con questo immenso bluesman, ed il loro chitarrista Tony McPhee avrebbe meritato forse maggiore fortuna, soprattutto confrontando questo disco con le incisioni dello stesso anno di Eric Clapton con gli Yardbirds, e con il live dove quest’ultimi accompagnano Sonny Boy Williamson II (preciso che questo è il giudizio di un fan sfegatato di Clapton).

Di capitale importanza furono questi incontri e queste incisioni (spesso di scarsa qualità) che diedero vita ad un fenomeno curioso. Con la British Invasion band come i Rolling Stones, ed in seguito i Cream (quindi Clapton), iniziarono a fare concerti negli Stati Uniti e con le loro cover dei classici del blues, cioè con il loro rock-blues, contribuirono a far uscire la Musica del Diavolo dal circuito black e del folk revival. Di li a poco emergeranno band di rock-blues americano di tutto rispetto, come gli Allman Brothers. Lo stesso Jimi Hendrix, anche perché di colore, nel 1966 dovette emigrare in UK per poter incidere musica destinata al pubblico rock, che era bianco.

Torniamo ora al nostro LP fantasma. Le 8 tracce “già pubblicate” hanno titoli “simili” al disco che sembra essere l’edizione originale delle registrazioni in questione, e per le restanti 3 tracce i testi che ascoltiamo giustificano sia i titoli dell’LP che abbiamo tra le mani che quelli del disco che speriamo di stare ad ascoltare. Sull’LP è indicata la durata totale per ognuna delle due facciate e le 3 tracce “diverse” sono tutte sul lato A che dura 22’45”. Sommiamo le durate dei brani del disco del ’65 che sono riportate anche su wikipedia e… BINGO, arriviamo a 22’45”.

Abbiamo quindi ascoltato un momento magico, un disco di quelli che pochi ne furono fatti, incisioni che testimoniano un incontro seminale, un momento raccontato più che ascoltato.

A molti potrebbero non interessare questi dettagli ma se a qualcuno è piaciuta la canzone All Summer Long (2007), quella che dice <<singing Sweet Home Alabama all summer long>>, ebbene questa è un mashup di Sweet Home Alabama (1974) e Werewolves of London (1978), due brani che affondano le loro radici nella musica di band come i suddetti Allman Brothers.

Ma ovviamente è inutile dirvi queste cose se il vostro riferimento principale è Mara Maionchi.

Per concludere, l’edizione fake che abbiamo ascoltato forse è lo stratagemma con cui l’LP fu pubblicato in America eludendo i diritti d’autore dell’edizione britannica. Quasi senza spiegazione è la menzione di John Mayall, tra i padri fondatori del British Blues, in un disco dove lui è completamente assente. Forse la cosa serviva anche ad indicare la location d’oltre oceano delle incisioni, visto i Groundhods erano sconosciuti negli States.

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