Erdogan visita l’Algeria di Tebboune, sul tavolo la Libia e il commercio bilaterale

Sarà Recep Tayyib Erdogan il primo capo di Stato a visitare l’Algeria il 27 e 27 gennaio dopo le recenti, contestate, elezioni presidenziali che hanno portato alla massima carica del Paese maghrebino Abdelmadjid Tebboune.

Si erano incontrati a Berlino in occasione della conferenza internazionale sulla Libia tenutasi nella capitale della RFT i due presidenti e sembra avessero concordato sulla necessità di una soluzione politica della guerra civile e quindi certamente la crisi tra Tripoli e Bengazi sarà nell’agenda dei loro colloqui, tuttavia è certo che saranno i temi economici quelli che faranno la parte del leone nell’incontro.

La delegazione che accompagna Erdogan è composta da un folto gruppo di uomini d’affari e manager che hanno già investito o vorrebbero farlo in Algeria primo partner africano dell’interscambio turco

Il commercio tra i due paesi è supera la cifra di $ 3 miliardi. Sono quasi 800 le compagnie turche che già operano in Algeria e danno lavoro a 30.000 persone. Gli investimenti diretti turchi nel 2016 sono stati di 1 miliardo di dollari.

La presenza in Algeria è considerata economicamente strategica per il sistema produttivo di Ankara che già sta operando in diversi paesi africani. Non a caso dopo Algeri, Erdogan e il suo seguito si recheranno in Senegal e in Nigeria dopo aver visitato poco più di un anno fa Mauritania e Mali.

In particolare sarà il mercato tessile algerino che vale non meno di 4 miliardi di dollari che probabilmente stimolerà gli investimenti turchi e si parla della realizzazione di due complessi tessili, uno a Béjaïa e l’ altro in Relizane. Un progetto di partnership tra aziende turche e circa 54 società pubbliche nazionali per la produzione di tessuti e abbigliamento, secondo le informazioni che sono state fatte filtrare.

Il settore tessile, come tutta l’industria algerina, ha bisogno di capitali esteri, ma soprattutto di know-how, che certamente non manca ai turchi! Sono tra i pochi paesi che hanno conosciuto e sono stati in grado di preservare i loro impianti di produzione e resistere alla più forte concorrenza dei tessili cinesi.

L’Algeria, che ha optato per la diversificazione della sua economia, per liberarsi dalla dipendenza dal petrolio, vede in questa partnership l’opportunità di darvi una spinta vigorosa.

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