Pogrom contro i musulmani nell’India di Modi, 38 morti e 200 feriti

Questo sabato hanno avuto luogo intense proteste contro la nuova legge sulla cittadinanza passata l’11 Dicembre 2019 in India. La legge ha modificato la legge sulla cittadinanza del 1955 permettendo ad immigrati illegalmente residenti in India di ottenere la cittadinanza. Il punto che ha fatto scoppiare le proteste e che ha ricevuto forti critiche dalla comunità internazionale è legato al fatto che le persone ammesse  sono scelte sulla base della religione ma le religioni ammesse sono esclusivamente quella Indù, quella Sikh, Buddista, Jainista, Zoroastriana e alcune minoranze cristiane mentre i musulmani sono esclusi.

L’ONU, ha definito la legge come “fondamentalmente discriminatoria” e i residenti musulmani in India non sono stati con le mani in mano. Le proteste di sabato hanno visto da un lato i musulmani che hanno denunciato il carattere discriminatorio della legge e dall’altro gli estremisti induisti che hanno attaccato in modo brutale i musulmani. Le proteste sono durate 3 notti e sono culminate con la morte di 38 persone e circa 200 feriti confermati.

Atti vandalici contro moschee e negozi gestiti da musulmani

Gli atti di violenze e di vandalismo contro moschee e negozi gestiti da musulmani hanno mostrato chiaramente il carattere anti-islamico degli estremisti Indù che hanno lasciato indisturbati le proprietà dei non-musulmani.

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Fra gli atti di violenza più emblematici vi è l’attacco contro una moschea in cui gli Indù estremisti hanno eseguito canti religiosi quali “gloria al dio Ram” mentre i vandali posizionavano due bandiere sopra il minareto, una dell’India e l’altra raffigurante il dio Indù Hanuman.

La tensione ora resta alta, le vittime chiedono che i responsabili vengano puniti. Questo tipo di violenze sono aumentate dopo che Modi è salito al potere come primo ministro portando il suo partito, il BJP, e la sua propaganda di odio anti-islamica a determinare le politiche indiane.

Le origini del partito BJP

Le origini del partito BJP sono infatti da ricercare nel gruppo paramilitare di estrema destra RSS (Rashtriya Swayamsevak Sangh) di cui Modi fu militante. L’RSS fu dichiarato illegale nel 1948 dopo l’omicidio di Gandhi da parte di un suo membro e a causa dei legami che il gruppo ha avuto con il fascismo ed il nazismo. Il filo rosso che collega il nazismo ed il fascismo, l’RSS, il BJP e Modi non sono dunque casuali così come non sono casuali i discorsi di odio e di nazionalismo di estrema destra che hanno preso in ostaggio l’India.

Trump e il suo appoggio a Modi

Se da un lato istituzioni come l’Onu hanno criticato le politiche discriminatoria indiane, dall’altro l’attitudine di leader come Trump e la macchina dell’islamofobia ed anti-Islam che l’Occidente ha messo in piedi non hanno fatto che legittimare questi estremismi.

Un’ immagine esemplare di questo cancro è quella della visita di Trump in India negli ultimi giorni. Mentre i musulmani venivano uccisi, le loro case e le loro proprietà bruciate e i loro diritti calpestati da leggi discriminatorie Trump lodava il governo indiano affermando che Modi “sta lavorando duramente per la libertà religiosa.”

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