La quarantena in una società adultocentrica

In questi giorni dobbiamo prepararci ad ulteriori pesanti limitazioni della nostra libertà che includono il fatto che i nostri figli, reclusi in casa da settimane vi rimangano chissà per quanto altro tempo ancora. Queste misure stanno per essere applicate gradatamente in tutti i paesi europei.

La Francia ed il Belgio, disponendo il lockdown, hanno tenuto conto dei diritti dei bambini che possono uscire per una passeggiata con uno dei genitori. In Italia invece, come del resto in Spagna la norma si è preoccupata di stabilire i diritti dei cani ad uscire per i bisogni ma si è completamente dimenticata di milioni di bambini e ragazzi privati di colpo della loro scuola, dei loro hobby e dei loro spazi per giocare.

I bambini non devono dar fastidio

Vero è che per la prima volta ragazzi, bambini e genitori hanno più tempo da passare nello stesso spazio, ma esso è comunque speso nelle lezioni scolastiche e nei compiti a casa da parte degli alunni mentre i genitori sono spesso impegnati nel cosiddetto lavoro agile. La cultura dominante non è amica dei bambini ai quali, per un periodo erano stati tolti anche quaderni e penne (che i supermercati non potevano vendere) mentre il loro ruolo è sostanzialmente quello di consumatori o altrimenti di attori invisibili che non devono dare fastidio.

 Il quadro idilliaco della famiglia riunita intorno al focolare lascia qualche dubbio quando si pensa che abbiamo davanti mesi di vita sospesa e che molte persone avranno difficoltà di lavoro e attività, che perderanno migliaia di euro, tra mancati introiti, spese e tasse da pagare.

Il rischio di sviluppare una sindrome da stress post traumatico è molto concreto

C’è poi una enorme differenza tra una famiglia che vive in una villetta con giardino o in una palazzina signorile ed un altra famiglia che vive in un casermone di periferia, in un quartiere sovraffollato di Roma o di Milano o peggio dividendo l’appartamento tra due famiglie come accade a molti nuclei familiari immigrati. Il rischio di sviluppare una sindrome da stress post traumatico è molto concreto e non soltanto per i bambini e gli adolescenti. Una sindrome che si può trascinare silente per anni e dare luogo poi a comportamenti antisociali o a tentativi di suicidio, autolesionismo, a problemi di dipendenza dalle droghe farmaceutiche e di strada (calmanti, antidepressivi, alcol, stupefacenti) per il resto della vita, come talvolta capita ai bambini che hanno vissuto una situazione di conflitto a bassa intensità. Interiorizzano la paura di perdere la vita a causa dell’epidemia o che i loro genitori, nonni ed altri parenti possano essere infettati.  Alcuni di loro avranno a che fare con un lutto ed avranno bisogno di un sostegno psicologico.

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