C’era una volta un’altra Italia, piena di bambini e guidata da politici veri

Si è parlato e si parla di guerra, come se il nemico non fosse un inconsapevole grumo proteico con un’inguaribile tendenza a riprodursi da parassita nelle cellule dell’ospite umano, ma un nemico vero e proprio, un alieno dotato di volontà e di furia omicida. Ora si ha la sensazione che le cose stiano cambiando, e non in meglio. Anche se la delazione e il controllo sociale sui movimenti non autorizzati delle persone sono stati ampiamente incoraggiati da stampa e tv, la gente, come inevitabile che sia dopo più di un mese di reclusione, comincia a dare segni di insofferenza.

Quando ero un ragazzo erano anni bellissimi, ma allora non ne avevo coscienza. L’Italia era governata dalla Democrazia Cristiana e dai suoi alleati: all’opposizione c’era il più grande partito comunista del mondo occidentale e i leader dei partiti si chiamavano Togliatti, Longo, Terracini, Natta, Berlinguer -che aveva da poco lasciato ad Occhetto la guida della federazione giovanile del partito- , Moro, Andreotti, Nenni, De Martino, Pertini- Craxi era ancora solo un giovane emergente-, Malagodi, La Malfa, Michelini, Almirante, gente così.

Erano uomini che avevano dedicato la vita alla loro idea politica, di grande spessore intellettuale e spesso, i leader dei partiti antifascisti, durante il fascismo, avevano subito una dura persecuzione, il carcere, l’esilio. Il debito pubblico ammontava a meno del venti percento del PIL e l’Italia, uscita distrutta dalla seconda guerra mondiale, stupiva il mondo diventando una tigre economica di prima grandezza con una crescita del PIL del 7/8 % annuo.

La nostra nazionale di calcio era uscita con le ossa rotte dal mondiale di Inghilterra dove era stata umiliata dal gollonzo di uno sconosciuto calciatore nordcoreano, tale Pak Doo Ik, ma la riscossa degli europei del 68 e i mondiali messicani del 70 erano dietro l’angolo. Se una persona di colore passeggiava per strada, molti si giravano per guardare come noi oggi guarderemmo un alieno: non per razzismo, ma per curiosità, perché africani e arabi erano allora molto rari nelle nostre contrade ed erano ben pochi quelli in grado di parlare l’inglese o una lingua diversa dall’italiano.

Nelle piazzette e nelle strade di quartiere, più frequentemente in quelli popolari, ma la cosa succedeva anche in quelli chic, correvano frotte di ragazzini intenti a giocare a pallone o a nascondino, facendo un chiasso tremendo e i vigili dovevano intervenire, magari sollecitati da qualche anziano stizzoso, per sequestrare la palla e punire con una multa i reprobi. La scuola era in quegli anni diventata di massa, non solo quella dell’obbligo, ma anche gli istituti superiori e le università si affollavano sempre di più di giovani desiderosi di elevarsi socialmente coronando la loro carriera scolastica con un titolo di studio.

Gli anni bui, gli anni delle bombe e del terrorismo erano alle porte, è vero, ma non lo sapevamo. La gente si sposava e faceva figli: due o tre erano la norma, ma moltissime erano le famiglie molto più numerose. La stragrande maggioranza della popolazione si professava cattolica; le chiese durante la funzione domenicale erano stracolme. La religione cattolica era insegnata nelle scuole da sacerdoti e frati e rari erano gli studenti che vi si sottraevano. Ancora non c’erano divorzio e aborto e chi era omosessuale, -quelli noti non erano molti perché la cosa non era socialmente bene accetta-, lo nascondeva a tutti, spesso anche a sé stesso. In cronaca nera, nei quotidiani, si potevano leggere titoli di questo tenore: Delitto maturato nel torbido mondo omosessuale. E, a torto o a ragione, nessuno se ne scandalizzava.

Se una lanterna magica mi avesse mostrato, quando ancora ero un ragazzo, ahimè molto tempo fa, quello che sarebbe successo in questa Italia del 2020, non avrei saputo decidere se quello che vedevo fosse la proiezione di un incubo o un mediocre film di fantascienza. L’Italia di oggi è governata da uomini politici che hanno la tendenza, salvo qualche eccezione, a sorgere e a eclissarsi nel giro di qualche anno- chi si ricorda più, tanto per fare qualche nome, di Fini, di Alfano, di Diliberto, di Buttiglione, della Bindi, di Letta? – Gli uomini politici attuali sono molto spesso personaggi slavati, culturalmente inconsistenti, di scarse letture e di nessun talento, se non quello di apparire bene in televisione.

A volte danno l’impressione di essere poco più che ombre dietro alle quali agiscono enti e personaggi potenti e incontrollabili che decidono per loro cose importanti ed essenziali senza che nessuno possa chiederne ragione. Gli uomini politici pubblici attualmente sulla cresta dell’onda si chiamano Giuseppe Conte, presidente del consiglio o, come si ama dire oggi, premier; poi seguono i vari Zingaretti, Renzi, Di Maio, Salvini, Meloni ecc… I gloriosi partiti politici del passato, il PCI, la DC, il PSI, il MSI, oggi, quando ancora qualcuno li ricorda, sono frequentemente vituperati perché “ideologici”, e sono tutti scomparsi, polverizzati dalla fine del mondo diviso in blocchi contrapposti, quello occidentale e il blocco sovietico, e nei primi anni 90 del secolo scorso, sono stati distrutti dalle inchieste di una magistratura sempre più potente e occhiuta.

Dalla dissoluzione del vecchio partito comunista e della Democrazia Cristiana è nato l’attuale PD, che è stato in precedenza PDS, poi DS e ha assorbito la sinistra democristiana che si era data il nome di Margherita. Un imprenditore, lui sì, piuttosto carismatico, ha fondato Forza Italia, raggruppamento politico ora in lenta ma costante eclissi che però per lunghi anni ha tenuto il centro della scena egemonizzando le istanze della borghesia e del ceto medio italiani e, da una decina d’anni circa è sorto, praticamente dal nulla, un nuovo raggruppamento politico creato da un ex comico, il Movimento Cinque Stelle, che è cresciuto costantemente fino ad imporsi come partito di maggioranza relativa alle ultime elezioni politiche, ma che anch’esso sembra ora essere inevitabilmente entrato nella fase discendente della sua parabola politica. Il debito pubblico italiano è arrivato ad un mostruoso 135% del PIL, e pare che sia destinato a crescere ancora senza che nessuno riesca a fermarlo.

Non ci sono praticamente più bambini in giro e i bambini, quando ci sono, a giocare vanno quasi sempre accompagnati dai genitori, perché nessuno si fida più a lasciarli liberi per strada. Il tasso di natalità in Italia è precipitato ben al di sotto del minimo necessario per la sostituzione dei deceduti, che si situa intorno ai 2,2 nuovi nati per donna fertile, ed è probabilmente il più basso al mondo. In compenso aborto e divorzio sono largamente e legalmente praticati, mentre l’omosessualità è socialmente accettata e perfino incoraggiata.

Non si usano più nei confronti delle persone omosessuali termini offensivi senza rischiare di essere pesantemente sanzionati. Gli omosessuali hanno di fatto acquisito il diritto ad unirsi legalmente e grazie a un viaggio all’estero con qualche semplice escamotage, purché provvisti di adeguate risorse finanziarie, avvalendosi dell’aiuto di una scienza sempre più onnipotente e autoreferenziale, non importa se maschi o femmine, possono anche produrre in qualche modo una prole, per la quale reclamano il diritto.

In questa Italia contemporanea, questo paese, per dirla con Zigmut Bauman, liquido, così diverso e così lontano dal paese dei miei anni giovani, si è abbattuto il cataclisma Coronavirus. La classe politica descritta sopra ha delegato totalmente ogni sua decisione a medici e scienziati. Per decreto governativo gli italiani sono stati tutti chiusi in casa.

Nessuno ha più diritto a una semplice passeggiata solitaria, neppure in campagna o al mare. Per la verità, all’inizio il paese è stato percorso da una certa esaltazione: si è fatto ricorso a piene mani alla retorica. Si sono tolte le bandiere tricolori dagli armadi per esporle garrule dalle finestre e dai balconi; si è avuta perfino l’impressione che ci fosse un popolo italiano stretto intorno al suo leader; un popolo disposto a fare qualsiasi sacrificio pur di sconfiggere l’odiato virus.

Si è parlato e si parla di guerra, come se il nemico non fosse un inconsapevole grumo proteico con un’inguaribile tendenza a riprodursi da parassita nelle cellule dell’ospite umano, ma un nemico vero e proprio, un alieno dotato di volontà e di furia omicida. Ora si ha la sensazione che le cose stiano cambiando, e non in meglio. Anche se la delazione e il controllo sociale sui movimenti non autorizzati delle persone sono stati ampiamente incoraggiati da stampa e tv, la gente, come inevitabile che sia dopo più di un mese di reclusione, comincia a dare segni di insofferenza.

Le misure prese contro il virus, probabilmente le più drastiche e dure a livello mondiale, stanno di fatto strangolando il paese. Già da ora si prevede una catastrofe economica che porterà il PIL italiano del 2020 a un terrificante – 9% rispetto all’anno precedente. Forse anche questa Italia, l’Italia nata con tangentopoli e la fine della guerra fredda e dei blocchi contrapposti fra qualche tempo non esisterà più, sostituita da un paese impoverito economicamente e umanamente, ridotto nei fatti a una sinistra dimensione orwelliana.

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