Ramadan giorno 5: la mia lettura del Corano

Il mese Ramadan, è un mese di digiuno fisico e mentale, un percorso di riconciliazione spirituale e di espiazione che si compie in compagnia del Corano.  Proverò in questo mese a commentare quotidianamente un Juz ( una trentesima parte) del Corano. Sto già accumulando un certo ritardo  rispetto alla tabella di marcia che mi sono prefissato, ma condividerò con voi le mie riflessioni sulla seconda parte del terzo Juz ovverò la Sura Al Imaran

La vicenda di Maria (psl) è di una bellezza ed intensità sconvolgente, a rileggerla, in surat Mariam, ci si addentra in un mondo pieno di segni e significati e così sono molte delle vicende che nel Corano fanno riferimento a storie antiche degli inviati di Dio, con lo stile coranico fatto di improvvisi salti temporali, una narrazione apparentemente sconnessa e illogica che invece possiede una forza tale da apparire chiaramente miracolosa. Essenziale, diretta, seleziona con cura i momenti fondamentali del racconto per darci solo ciò che è necessario, anche lo stile del Corano insegna è metodo che ci plasma. 

Sia nel caso di Imran che nel caso di Maria Dio afferma:  Disse: “Così! Dio fa quel che vuole”. niente è impossibile se Dio lo vuole.

Dio ci indica lo status di Gesu (psl)45. Quando gli angeli dissero: “O Maria, Dio ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente*: il suo nome è il Messia*, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’Altro, uno dei più vicini.49. E [ne farà un] messaggero per i figli di Israele [che dirà loro]: In verità, vi reco un segno da parte del vostro Signore. Plasmo per voi un simulacro di uccello nella creta e poi vi soffio sopra e, con il permesso di Dio, diventa un uccello. E per volontà di Dio, guarisco il cieco nato e il lebbroso, e resuscito il morto. E vi informo di quel che mangiate e di quel che accumulate nelle vostre case. Certamente in ciò vi è un segno se siete credenti!

Quindi il Corano si rivolge sia agli ebrei che ai cristiani: 67. Abramo non era né giudeo, né nazareno, ma puro credente e musulmano. E non era uno degli associatori.

  1. O gente della Scrittura, perché avvolgete di falso il vero e lo nascondete, mentre ben lo conoscete?  E ancora: 79. Non si addice ad un uomo al quale Dio ha dato la Scrittura e la saggezza e la dignità di profeta, dire alle genti: “Adorate me all’infuori di Dio”, ma piuttosto: “Siate veri devoti del Signore, voi che insegnate il Libro e lo avete studiato”.

Ma subito dopo Dio ci riporta ad una considerazione di ordine pratico, un’indicazione di grande valore per impostare il nostro rapporto con la gente del libro: 75. Tra le genti della Scrittura ci sono alcuni che, se affidi loro un qintâr*, te lo rendono e altri che, se affidi loro un denaro, non te lo rendono finché tu non stia loro addosso per riaverlo. E ciò perché dicono: “Non abbiamo obblighi verso i gentili”*. E consapevolmente dicono menzogne contro Dio

Dio ci chiama due volte a fare una distinzione, distinzione dalle enormi implicazioni, la prima volta ci impone di distinguere tra le convinzioni errate di cristiani ed ebrei sulla natura di Dio e di Gesù e il loro comportamento pratico, l’uomo viene valutato dal suo comportamento in primis nei confronti degli altri, Dio perdona con maggiore facilità le mancanze nei suoi confronti che le mancanze nei confronti degli altri esseri umani e quindi anche il non musulmano va rispettato e valutato correttamente in base alle sue azioni.

La seconda distinzione è tra chi si comporta con onore e correttezza e chi non lo fa, in questo modo Dio ci indica di non generalizzare, ci ricorda come il bene e il male siano presenti in ogni comunità e anche in ogni uomo aldilà delle etichette da noi utilizzate. 

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