Silvia Romano e il tiro a segno islamofobo

Giunge lieta notizia della liberazione, ottenuta con l’aiuto dei servizi segreti turchi, di questa giovane volontaria partita per aiutare i bambini africani delle baraccopoli e rapita dagli estremisti Shebab somali un anno e mezzo fa. Tutti dovrebbero essere felici di questa liberazione costata venti centesimi per ogni italiano, meno di quello che diamo in elemosina, ma evidentemente ci sono vite che valgono di meno.

Vite spese per gli altri e non contro gli altri quindi vite anti-sistema. Noi pensiamo che la vita umana non abbia prezzo, colore, religione ed età ma che sia interamente da tutelare. Niente di nuovo per l’Italia un paese dove dal 2001 si costruiscono narrazioni fasulle e si attaccano gli innocenti come è già accaduto alle due Simone e a Giuliana Sgrena vittime di una infame campagna di calunnie insieme alla stessa comunità musulmana accusata contro ogni evidenza di connivenza con i rapitori.

Quelli che aiutateli a casa loro

Coloro che dicono aiutateli a casa loro e poi ti massacrano mediaticamente se lo fai, hanno dimenticato da tempo che un’altra liberazione quella di Giuliana Sgrena in Iraq ci costò il brutale assassinio da parte di un soldato USA del numero due dei servizi segreti italiani Nicola Calipari, assassinio a sangue freddo per il quale nessuno è stato processato o condannato. In quel caso lo Stato italiano asservito agli USA ha completamente abdicato alla sua funzione.

Polemiche assurde su Silvia divenuta musulmana

Nessun presunto patriota tricolorato si è mai impegnato affinché l’assassino di Calipari paghi insieme ai mandanti preferendo accanirsi sull’ostaggio. Questa volta ci è andata bene. Lo Stato è comunque riuscito a salvare una sua cittadina in un teatro di guerra e già si sono scatenate le polemiche assurde sul fatto che Silvia abbia assunto il nome Aisha e sia divenuta musulmana.

Una scelta religiosa controcorrente

Il fatto che una donna giovane intelligente, istruita e bella possa prima andare ad aiutare i bambini africani e poi faccia una scelta religiosa controcorrente non va giù agli xenofobi nostrani. Forse una donna per loro può solo stirare camicie ed ha come unica libertà quella di portare minigonna e tacco 12.

La donna è solo una fattrice,un mezzo di produzione

Meglio analfabeta funzionale, velina, drogata o prostituta ma musulmana no. La donna per loro è solo una fattrice o un mezzo di produzione non un essere umano dotato di intelletto e di spiritualità. Se questa è la libertà che questa società offre alle donne nessuno si stupisca se guardano ad Oriente.

Una donna europea musulmana non cessa di essere europea

Quando una donna europea diventa musulmana non cessa di essere europea e può diventare una risorsa importante per la società in cui vive e la sua cultura ed educazione resta a parte del suo patrimonio intimo.L’Islam non ha ostilità né per l’Oriente né per l’Occidente ma solo verso l’ingiustizia alla corruzione ed all’oppressione.

Nessun motivo per dubitare della sua sincerità

Quanto alla sincerità della scelta, non spetta a noi giudicare, non abbiamo nessun motivo per dubitare della sua sincerità. Spesso per cambiare vita ci vuole un avvenimento traumatico che permetta di guardare dentro se stessi e sentire la chiamata del Signore normalmente attutito dai rumori della vita quotidiana.

La conversione della giornalista Yvonne Ridley

Accade a molti di noi con una malattia un lutto o un evento eccezionale che ci conduce sulla retta via. Anni fa la giornalista inglese Yvonne Ridley rapita nel 2001 dai Talebani divenne musulmana ed oggi si impegna a difesa della sua e nostra comunità invitandola a non piegare la schiena di fronte alle ingiustizie dalle colonne di Al Jazeera e da Press TV.

Aisha una donna forte, prima giurisperita della Storia islamica

La Ridley sostiene la Palestina e si batte contro l’islamofobia dilagante Qualche giornale ha scritto che ora Silvia si chiama Aisha come la sposa preferita del Profeta (definita la sua favorita con un termine che evoca un malsano orientalismo) dimenticando che si tratta di una donna forte, della prima giurisperita della Storia islamica.

Aisha una “Madre dei Credenti” una donna eroica per fede e virtù come tutte le mogli del Profeta. Una donna che avrebbe potuto guidare un Impero sposata per ordine divino e non certo per la bellezza o per il lignaggio.

L’islam è libertà

Auguriamo il meglio alla sorella qualunque siano le sue scelte future. L’Islam è libertà, l’Islam riconosce alla donna tutti i diritti, primo tra tutti il rispetto e la protezione da parte della comunità intera. Il suo talento potrà liberamente dispiegarsi come vorrà perché anche quello è un dono dell Altissimo.

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