Esce il Report Europeo 2019 sull’Islamofobia: Feltri, Sallusti, Salvini e Meloni in pole position

È stata di recente pubblicata la quinta edizione del Report europeo sull’islamofobia promosso dall’istituto di ricerca SETA e finanziato dall’Unione Europea. Il report analizza i fenomeni di discriminazione registrando casi studi e dati per l’anno del 2019 su 32 paesi europei, inclusa l’Italia.

La sezione riguardante l’Italia del report sull’islamofobia è stata curata da Antonia Roberta Siino, Phd in sociologia e ricerca sociale presso l’università di Bologna. Siino ha anche lavorato su studi in merito al crimine organizzato e le sue interazioni sulla società civile.

Autrice di varie pubblicazioni per la rivista Sociological review, una delle più importanti riviste accademiche al mondo in tema di sociologia, ha anche pubblicato per la rivista accademica Sicurezza e scienze sociali.

Il report Italia sull’islamofobia

Il report Italia sottolinea che uno dei problemi quando si parla delle istanze di odio contro i musulmani nel nostro Paese è la mancanza di dati governativi. Il report riporta una ricerca condotta da Fabrizio Ciocca che ha mostrato che il 65% dei 300 musulmani intervistati ha subito violenze ed attacchi verbali o fisici a causa della propria fede.

Questa percentuale sale a 70% per le sole donne. Il report poi prosegue elencando una serie di episodi d’odio.

IMPIEGO

Nel settore dell’impiego, gli episodi di discriminazione registrati per il 2019 hanno visto un aumento vertiginoso del 35%. Fra gli esempi di discriminazione riportati vi è quello di Mohamed, cui fu offerto il lavoro a patto che accettasse di indossare una targhetta col nome Max invece del suo nome.

EDUCAZIONE

Neanche il settore dell’educazione è esente ed il report illustra ad esempio il caso di un acceso dibattito avvenuto a Mestre a causa gruppo di famiglie che non voleva che i loro figli mangiassero cibo in mensa che non rispettasse la loro sensibilità religiosa.

POLITICA

La politica è un altro settore fortemente colpito dall’odio anti-islamico. Il documento riporta la proposta di legge presentata dalla Lega durante il periodo in cui Salvini fu Ministro dell’Interno che vietava la carne halal. Un’altra proposta della Lega riportata dal report è quella di avere regole ancor più restrittive per la costruzione di moschee.

Il report cita anche la ricerca di Amnesty International condotta durante la campagna elettorale del 2019 scoprendo che sui social Salvini e Giorgia Meloni sono stati più attivi nel diffondere messaggi anti-immigrato o anti-musulmani. Salvini avrebbe speso almeno 128.782 euro per decine di post sponsorizzati contro i migranti.

Vengono poi riportati post di Salvini e di Giorgia Meloni che parlano di guerra santa in relazione ai musulmani, “migrazione islamica”, “islamizzazione dell’Europa”,”invasione”. L’impatto dei discorsi politici d’odio si riflette online nei commenti d’odio degli utenti che supportanti tali politici, a loro volta supportati da movimenti di estrema destra come Casa Pound.

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MEDIA

Esempio di titoli di giornale di media italiani contro l’Islam

Il report riporta anche la grave situazione nel settore dell’informazione. Viene citato uno dei recenti libri di Magdi Allam, in particolar modo l’affermazione: “in Italia, in Europa (…), nel pieno rispetto del popolo musulmano, abbiamo il diritto e il dovere di vietare l’Islam come religione a causa della sua incompatibilità con le nostre leggi, regole e valori”.

Si cita anche l’affermazione del direttore del quotidiano La Verità Maurizio Belpietro a riguardo della donazione di 10.000 euro a favore di Carola Rackete da parte dell’organizzazione turca Milli Gorus parla di “incitamento alla conquista“.

Si riporta infine Vittorio Feltri la cui fama come predicatore dell‘odio non poteva non essere citata nel report. Il rapporto sottolinea poi la strategia con qui i predicatori dell’odio giustificano i loro abusi, la Siino afferma:

Anche se non possono essere considerati figure centrali di una rete islamofoba, c’è un elemento che queste figure sembrano condividere. Sostengono la possibilità di distinguere tra l’Islam come religione – considerata incompatibile con la società occidentale e una fonte di terrorismo – e i musulmani come persone. Sostengono che tutti i loro insulti e attacchi verbali sono contro la religione e gli estremisti e che i musulmani che vivono pacificamente in Italia (rispettando la sua cultura) dovrebbero essere accettati.

GIUSTIZIA  

Sono vari i casi in cui si è usato il diritto alla sicurezza per giustificare una restrizione della libertà religiosa come ad esempio nel caso dei copricapi religiosi. Inoltre, si riporta di un caso in cui la Corte Costituzionale ha respinto con una sentenza una legge della regione Lombardia che mirava a rendere impossibile la costruzione di nuove moschee. La Corte ha cassato la norma facendo appello al principio costituzionale di libertà religiosa ed al diritto di avere spazi adeguati a praticare il culto.

INTERNET

Il rapporto menziona la ricerca condotta di recente dall’istituto per l’Internet di Oxford in cui è emerso che le notizie pubblicate da siti web poco affidabili sono più virali di quelle pubblicate da siti affidabili e fra le notizie più virali quelle più diffuse sono quelle contro i musulmani. Il rapporto cita la pagina Facebook “PAI – Partito Anti Islamizzazione” come uno di tali covi dell’odio. Viene riportata anche una ricerca dell’osservatorio italiano Vox che registra su Twitter un aumento di circa il 7% di Tweet di abusi contro i musulmani solo dal 2018 al 2019.

LE RETI DELL’ODIO

Il report stila anche una lista dei principali focolai dell’odio islamofobo censiti, fra questi vi sono:

  • Libero e Il Giornale con un particolare riferimento a Sallusti e Feltri e vari autori delle due testate;

  • Lega Nord;

  • Fratelli d’Italia;

  • Forza Nuova.

I titoli di giornale di Libero e Il Giornale, in occasione della liberazione di Silvia Aisha Romano.

 

ESEMPI POSITIVI

Vi sono anche state iniziative contro l’islamofobia promosse dall’Università Ca’ Foscari ed il progetto SORAPS – Studio delle religioni contro i pregiudizi. Un’altra iniziativa è stata promosse dalla Sapienza assieme all’ONG “Un ponte per…” per riflettere sulle strategie per combattere l’islamofobia.

Altre iniziative anche contro l’odio islamofobo sono la campagna #Ispeakhuman di Vox – Osservatorio italiano sui diritti; il diritto riconosciuto da Ikea alle dipendenti musulmane di lavorare col velo e creando inoltre un velo personalizzato con il logo Ikea; la conferenza organizzata a Montecitorio “Scuole e religioni” e la commissione contro la discriminazione istituita dal Senato il 31 ottobre 2019.

RACCOMANDAZIONI FINALI

Il documento si conclude con delle raccomandazioni. Esse includono

  • il bisogno di creare meccanismi per raccogliere in modo strutturato informazioni e dati su istanze di islamofobia;

  • sensibilizzare sugli effetti dei discorsi d’odio;

  • migliorare l’educazione contro i discorsi d’odio nelle scuole;

  • promuovere la collaborazione dei vari attori che si occupano di islamofobia;

  • promuovere una canalizzazione delle informazioni e dei dati sull’islamofobia dovuta alla frammentazione dei vari osservatori in tema presenti in Italia.