L’ambasciatore Luca Attanasio era musulmano? Un martire dice l’imam

L’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo, Luca Attanasio, ucciso in un attacco contro un convoglio delle Nazioni Unite a Kanyamahoro, ad una ventina di km della città di Goma aveva fatto testimonianza di fede durante la sua permanenza in Marocco in qualità di Conosole Generale d’Italia a Casablanca, il diplomatico italiano aveva inoltre adottato il nome Amir. 

La notizia è stata confermata a La Luce da fonti affidabili vicine alla famiglia. 

I musulmani italiani si sono attivati per far pervenire le proprie condoglianze e fare sentire la propria vicinanza sia alle istituzioni sia alle famiglie di Attanasio e di Vittorio Iacovacci, in tal senso si sta muovendo sia l’organizzazione a livello nazionale sia le comunità locali della Brianza, in primis proprio quella di Limbiate. 

Interpellato in merito alla vicenda dell’ambasciatore Attanasio, Baraa Al Obeidi, imam della Moschea di Maria di Milano, (Cascina Gobba) ha chiarito che Luca Attanasio va considerato a tutti gli effetti un martire secondo la definizione islamica, questo in quanto è stato ucciso da innocente e in quanto ucciso nell’ambito del suo impegno umanitario. 

Alcune comunità islamiche si stanno organizzando pertanto per celebrare questo venerdì la Salat al ghaib, ovvero la preghiera per il defunto in sua assenza per Attanasio e per il suo autista Mustapha Milambo. 

Luca Attanasio, diplomatico quarantatreenne originario di Limbiate, in provincia di Monza e Brianza, ha perso la vita in un attacco avvenuto il 22 febbraio 2021 mentre viaggiava a a bordo di una vettura parte di un convoglio della Monusco, (la missione dell’Onu per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo). 

La zona confina con l’Uganda e con il Ruanda e vi operano numerosi gruppi ribelli e criminali tra i quali gli Hutu delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda in guerra con il governo di Kigali e Lord’s Resistance Army sanguinario gruppo armato ugandese di matrice cristiana guidato da Joseph Kony, per questo la reponsabilità dell’attacco non è ancora stata appurata. 

Nella sanguinoso tentativo di sequestro sono rimasti uccisi anche un giovane carabiniere, Vittorio Iacovacci di 30 anni e l’autista Mustapha Milambo in servizio presso il World Food Program. 

Luca Attanasio era stato incaricato del Consolato italiano a Casablanca nel 2010 e nel paese nordafricano aveva conosciuto la moglie Zakia Seddiki, attivista per i diritti umani delle donne e dei bambini, dalla loro unione sono nate tre bambine. 

Nel 2017 Attanasio era stato nominato ambasciatore a Kinshasa e proprio in Congo Zakia ha fondato la ONG Mama Sofia che aiuta migliaia di bambini di strada congolesi, i due coniugi infatti consideravano il lavoro umanitario una vera e propria missione e si spendevano senza riserve così come hanno raccontato in questi giorni tutti gli amici ed i collaboratori di Luca Attanasio e di Zakia Seddiki. 

L’Italia perde un suo grande servitore ed un grande uomo che ha onorato al meglio il paese ed il suo ruolo, In verità noi apparteniamo a Dio e a Lui ritorniamo.