Nasce in UK la Carta per gli atleti musulmani, già iscritte 5 squadre di Premier

Ben cinque squadre della Premier League hanno aderito alla Carta, che regala 10 punti ai club che si dimostrano più accoglienti nei confronti degli atleti musulmani.

Quando i Chennai Super Kings sono usciti per giocare la loro prima partita del 2021 nella Premier League indiana, sulla maglia di Moeen Ali mancava visibilmente uno sponsor. La decisione di rimuovere il nome della marca di alcolici è stata presa per rispettare la fede del giocatore di cricket inglese.

Adesso, nel Regno Unito, un’organizzazione a scopo benefico, Nujum Sports, spera che molte altre associazioni sportive dimostrino questa sensibilità culturale e religiosa. Per aiutare ad educare ed incoraggiare i club di calcio britannici a raggiungere questo obiettivo, il gruppo ha lanciato sabato scorso la “Carta degli Atleti Musulmani”.

“Moeen ha giocato nella Premier League indiana ed abbiamo visto che la sua squadra ha tolto uno sponsor che egli non gradiva. Non lo ha chiesto, ma lo hanno fatto lo stesso. Questa è la consapevolezza che vogliamo”, ha detto al The Indian Express il fondatore e amministratore delegato di Nujum Sports, Ebadur Rahman.

“L’idea (della Carta) è arrivata dopo aver parlato con molti club (di football) nel corso degli ultimi mesi. Sosteniamo gli atleti ed i club ormai da un anno circa. Abbiamo sentito che ce n’era il bisogno. Volevamo qualcosa per supportare i nostri atleti musulmani nel Regno Unito”.

Finora la carta è stata accolta calorosamente dai club di calcio. Ben cinque squadre della Premier League, comprese le neopromosse Brentford e Watford, e 15 squadre del campionato inglese di seconda divisione hanno firmato.

La carta prevede 10 punti che i club possono aggiudicarsi se si dimostrano più accoglienti nei confronti degli atleti musulmani. Ciò include, ma non prevede limiti, il non consumo di alcol, la fornitura di uno spazio di preghiera presso la sede o il campo di allenamento per i giocatori, la messa a disposizione di cibo halal, il permesso ai giocatori di visitare una moschea il venerdì quando non gareggiano e che i giocatori possano digiunare durante il sacro mese di Ramadan.

“I musulmani sono la seconda comunità di fedeli più numerosa del Regno Unito e quella che cresce più rapidamente, con circa 70 giocatori musulmani nei club della Premier League”, ha riferito la BBC citando Kevin Coleman, il portavoce del Brentford, squadra della Premier League appena promossa.

“Assistere i club nel sostenere questi giocatori per poter essere se stessi, sia a casa che al lavoro, è inestimabile. Questa Carta e il supporto e il sostegno che ne derivano sono qualcosa di necessario e che sarà accolto con favore dai club”.

Secondo Business Insider, vi sono 250 giocatori musulmani nelle squadre ai vertici del calcio inglese.

Nel frattempo, nell’account ufficiale di Twitter, il Watford ha pubblicato: “Siamo orgogliosi di essere tra i primi club della Premier League a garantire il nostro sostegno alla Carta degli Atleti Musulmani”.

Per di più, un team della sesta divisione svedese, il FK Cosmos, ha accettato la Carta, ed una squadra di cricket di una contea inglese sta anche trattando con l’associazione di Rahman.

“Una volta che la nostra Carta sarà accettata a livello nazionale in tutti gli sport, vedrete una grossa differenza all’interno dei club”, afferma Rahman che aveva già lavorato con la English Football Association (FA).

“I club individuali della Premier League l’hanno accettata. Abbiamo un club in Svezia, ed ora si è aggiunto anche un club di cricket che l’ha sottoscritta. Abbiamo iniziato a parlare anche col Cricket Board dell’Inghilterra e del Galles (ECB) perché sottoscrivano la Carta”.

Attualmente Rahman afferma che sono state prese misure per far sentire più a loro agio gli atleti musulmani. Tanto che, dopo la finale, ai vincitori è stato presentato lo champagne analcolico, sia per la Coppa d’Inghilterra che per la Coppa di Lega (Carabao Cup).

“Il Regno Unito è molto aperto ai cambiamenti. Abbiamo trovato tanto sostegno piuttosto che ostacoli. E (i giocatori non musulmani) si sono mostrati molto disponibili. Anche i club sono stati fantastici”, aggiunge Rahman.

La Carta chiede inoltre di fornire strutture per i tifosi, come ad esempio la disponibilità di cibo halal, di uno spazio di preghiera, e di zone alcol-free nei luoghi degli eventi.

Finora, l’organizzazione di Rahman non ha ricevuto “nessuna reazione contraria”. Una ragione è il vento di cambiamento che soffia nel Regno Unito, afferma.

Giocatori musulmani molto famosi della Premier League, come Paul Pogba del Manchester United e Mohammed Salah del Liverpool, hanno avuto un grande impatto sul cambiamento nella percezione della fede nel paese. Nel caso di quest’ultimo, c’è una famosa canzone dei tifosi con il testo che recita “Se ne segna ancora un po’, allora sarò musulmano anch’io… E’ abbastanza bravo per me, quindi sedermi in una moschea è dove voglio essere “.

Pogba ha recentemente rimosso una bottiglia di birra posta di fronte a lui durante una conferenza stampa, dopo un match degli ultimi campionati europei di calcio.

“Senza dubbio un modello come Mo Salah ha avuto un ruolo importante nella comprensione della nostra religione”, aggiunge Rahman.

“Avere modelli come lui e Pogba che giocano ad alti livelli sicuramente aiuta. Ma in generale nel Regno Unito stiamo lentamente assistendo a dei cambiamenti. Un po’ alla volta, ma stiamo decisamente iniziando a vederli”.