Processo Bataclan: chi sono i 20 imputati accusati di terrorismo per la strage del 2015

L’8 settembre è iniziato a Parigi il processo Bataclan, venti persone sono state rinviate a giudizio davanti alla corte d’assise speciale per gli attentati del 13 novembre del 2015 che hanno scosso la Francia. Tra di loro, soltanto 14 sono presenti ecco chi sono:

Poco dopo le 21 di venerdì 13 novembre 2015, quattro gruppi, ognuno composto da tre uomini, attaccavano diversi luoghi dell’Ile-de-France: lo Stadio di Francia nel quale si stava disputando l’incontro Francia-Germania, diversi tavolini davanti ai caffè e ai ristoranti parigini, oltre al Bataclan. In questi gruppi di kamikaze, vi è un decimo uomo, Salah Abdeslam, che ha portato vari terroristi sul luogo e che, dopo gli attacchi, ha gettato la sua cintura esplosiva in un cassonetto dei rifiuti a Montrouge senza averla mai utilizzata.

Gli esperti hanno spiegato questa mancata azione con un problema tecnico, mentre il componente del commando ha detto di aver rinunciato a farla funzionare. Del commando del 13-11-15, sarà il solo ad essere giudicato dalla corte d’assise speciale di Parigi, dal 8 settembre al 24 maggio prossimo, dato che tutti gli altri componenti sono morti durante gli attacchi o nel corso dell’assalto del Raid a Saint-Denis, il 18 novembre.

Nella gabbia, accanto all’unico sopravvissuto del commando kamikaze, vi sono altri dieci imputati. Ognuno comparirà circondato da almeno due accompagnatori. Davanti alla gabbia, su delle sedie pieghevoli, compariranno tre imputati in libertà, ma sotto controllo giudiziario.

Su 20 imputati, altri sei uomini saranno giudicati in contumacia durante il cosiddetto processo V13. Uno di loro è in arresto, in Turchia. Gli altri cinque si presume siano morti. L’attenzione è quindi tutta per questi individui accusati di aver partecipato direttamente o indirettamente agli attentati del 13 novembre 2015 che hanno provocato 130 morti e quasi 400 feriti.

Sul banco degli imputati ci sono

1) Salah Abdeslam:

Nato il 15 settembre 1989 a Bruxelles, il franco-marocchino Salah Abdeslam, 31 anni, è l’unico membro dei gruppi del 13 novembre ancora vivo. Compirà 32 anni il prossimo 15 settembre.

Abdelhamid Abaaoud, presunto coordinatore di vari attentati in Europa e responsabile operativo dei commandi del 13 novembre era uno dei suoi amici d’infanzia. Membro del gruppo dei “bar all’aperto”, il fratello maggiore è morto facendosi esplodere al Comptoir Voltaire. Salah Abdeslam, invece, avrebbe abbandonato la sua cintura esplosiva la sera a Montrouge, prima di nascondersi in una tromba delle scale a Chatillon, fino a quando due complici sono venuti a prenderlo e lo hanno riportato il Belgio. Ed è qui che è stato arrestato il 18 marzo 2016 e da allora è rimasto quasi sistematicamente in silenzio davanti ai giudici o durante il processo a Bruxelles nel 2018, nel quale è stato condannato a venti anni di carcere per aver sparato contro la polizia pochi giorni prima di essere arrestato.

Nell’ambito del processo per gli attentati del novembre 2015, Salah Abdeslam è accusato di cinque capi di imputazione per i quali rischia l’ergastolo, tra cui “la partecipazione ad un’associazione criminale terroristica” e “l’omicidio in bande organizzate, in connessione con un’impresa terroristica” (Bataclan, bar all’aperto, Stadio di Francia). In particolare, Salah Abdeslam è accusato di aver guardato video dello Stato Islamico con altri membri del gruppo, di aver noleggiato auto per il commando, di aver integrato e aiutato – in particolare nella fornitura di armi ed esplosivi – la cellula belga, con sede in Belgio, che avrebbe compiuto gli attentati in Francia a metà novembre.

Dopo questo processo, Salah Abdeslam dovrà essere giudicato ancora in Belgio – probabilmente alla fine del 2022 – per il doppio attentato che ha fatto 32 morti nel marzo del 2016 all’aeroporto e in una metropolitana di Bruxelles.

2) Mohamed Abrini:

Nato il 27 dicembre 1984, questo belga-marocchino di 36 anni viene processato per aver accompagnato nella regione parigina il commando del 13 novembre e per aver partecipato al loro finanziamento e alla fornitura delle loro armi. Al suo ritorno dalla Francia, il 13 novembre 2015, si è riunito alla cellula belga dello stato islamico.

Amico d’infanzia dei fratelli Abdeslam, è stato arrestato a Bruxelles nell’aprile del 2016. E’ in carcere in Belgio dal giorno dell’arresto ed è stato trasferito in Francia in vista del processo.

Mohamed Abrini è accusato di cinque reati per i quali rischia l’ergastolo, tra cui la “partecipazione ad un’associazione terroristica criminale” e la “complicità in un omicidio premeditato”. E’ sospettato, in particolare, di aver deciso di unirsi allo “stato islamico” nella zona iracheno-siriana nel novembre 2014 e di averlo messo in pratica nel giugno 2015.

Sarebbe stato presente in Francia durante tutta la settimana che ha preceduto gli attentati. E’ accusato, tra l’altro, di aver affittato la camera d’albergo ad Alfortville, assieme a Salah Abdeslam, utilizzata dal commando che ha attaccato il Bataclan, di aver noleggiato un’automobile e, con Brahim Abdeslam, di aver affittato il padiglione Bobigny utilizzato dal commando dello Stadio di Francia e dei bar all’aperto. Il 12 novembre, secondo l’accusa, si trovava con altri dieci terroristi che trasportavano i kalashnikov, le cinture esplosive e le pistole automatiche, e sarebbe rimasto con loro per molte ore nel nascondiglio di Bobigny.

Come Salah Abdeslam, anche Mohamed Abrini dovrà essere giudicato in Belgio dopo il procedimento per gli attacchi del 13 novembre, per il doppio attentato suicida del marzo 2016 a Bruxelles. I filmati delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto di Zaventem, con due degli attentatori suicidi che si sono fatti esplodere, gli hanno fatto guadagnare il soprannome di “uomo col cappello”.

3) Mohammed Amri:

Nato il 7 agosto 1988, Mohammed Amri, 33 anni, è un belga-marocchino vicino ai fratelli Abdeslam, ha ammesso di essere andato a prendere Salah Abdeslam in auto la sera degli attentati per riportarlo in Belgio, sapendo che fosse coinvolto negli attentati.

Arrestato in Belgio il 14 novembre, è stato estradato nel luglio 2016 in Francia, dove da quella data è detenuto.

Mohammed Amri è incriminato per “partecipazione ad un’associazione di criminali terroristici” e “favoreggiamento di terroristi in relazione ad un’impresa terroristica”. In particolare, si dice sia stato in contatto con diversi terroristi e che abbia noleggiato veicoli che avrebbero consentito al gruppo di viaggiare. Sarebbe stato anche in contatto con i membri di una cellula terroristica con sede in Belgio, che pianificava varie azioni terroristiche, tra cui un attentato all’aeroporto di Schiphol – Amsterdam, attentati con esplosivi a distanza o un rapimento, e attentati terroristici in Francia.

Per entrambi i reati rischia fino a 20 anni di reclusione.

4) Yassin Atar:

Fratello minore di Osama Atar, Yassine Atar è nato l’11 luglio 1986; questo trentacinquenne belga-marocchino è sospettato di aver tenuto una chiave nel nascondiglio di Bruxelles, dove Salah Abdeslam si era rifugiato dopo gli attentati. E’ sempre in questo nascondiglio che venivano fabbricate le cinture esplosive usate a Parigi.

Fermato a Bruxelles nel marzo 2016, è stato estradato in Francia nel giugno 2018, dove è tuttora detenuto. E’ accusato di aver partecipato ad un’associazione terroristica criminale, reato per il quale rischia l’ergastolo.

5) Sufian Ayari:

Tunisino, nato il 9 agosto 1993, 28 anni, Sufien Ayari è stato il compagno della fuga in Belgio di Salah Abdeslam. Dopo essersi unito al gruppo dello “stato islamico” in Siria alla fine del 2014, è tornato il Europa nel 2015 accompagnato da Osama Krayem e Ahmad Alkhad.

Arrestato a Bruxelles insieme a Salah Abdeslam nel marzo 2016, è già stato condannato a vent’anni di reclusione in Belgio per aver sparato ad un agente di polizia.

Il suo DNA è stato ritrovato in diversi nascondigli utilizzati durante la preparazione degli attacchi del 13 novembre. Gli inquirenti lo sospettano di aver voluto commettere o preparare, con Osama Krayem, un attentato all’aeroporto di Amsterdam-Schiphol in parallelo agli attentati parigini.

E’ accusato di cinque reati per i quali rischia la condanna all’ergastolo, e precisamente: “la partecipazione ad un’associazione criminale terroristica”, la “complicità in omicidi in bande organizzate, in relazione ad un’impresa terroristica” e la “complicità in tentativi di omicidi in bande organizzate, in connessione con un’impresa terroristica” dopo gli attacchi al Bataclan, ai bar all’aperto e allo Stadio di Francia, “complicità in sequestro di persona, senza liberazione volontaria prima del settimo giorno, in banda organizzata e in connessione con un’impresa terroristica” e “complicità in tentato omicidio contro persone in possesso di pubblici poteri, in banda organizzata, in relazione a società terroristica” dopo l’attacco al Bataclan.

6) Osama Krayem:

Di nazionalità svedese, Osama Krayem, 29 anni, è nato il 16 agosto 1992, è arrivato in Siria nel 2014 e poi è tornato in Europa con la rotta dei migranti. Come Sufian Ayari, è stato compagno di fuga di Salah Abdeslam a Bruxelles, dopo gli attentati del 13 novembre.

Incarcerato in Belgio dall’aprile 2016, è stato identificato come uno dei carnefici del pilota giordano assassinato in Siria dallo stato islamico all’inizio del 2015. E’ implicato negli attentati del 22 marzo 2016 a Bruxelles. E’ stato trasferito in Francia per il processo.

E’ accusato di cinque reati per i quali rischia l’ergastolo, e precisamente: “partecipazione ad associazione criminale terroristica”, “concorso in omicidi in gruppi organizzati, in connessione con un’impresa terroristica” e “concorso in tentato omicidio in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” dopo gli attacchi al Bataclan, ai bar all’aperto e allo Stadio di Francia, la “complicità nel rapimento, senza rilascio volontario prima del settimo giorno, in una banda organizzata e in relazione ad un’impresa terroristica” e “complicità in tentato omicidio di persone detentrici di pubblici poteri, in un gruppo organizzato, in connessione con un’impresa terroristica” dopo l’attentato al Bataclan.

7) Mohamed Bakkali

Considerato come uno degli operatori logistici del commando, Mohamed Bakkali è accusato di aver noleggiato delle automobili per gli attentati. Arrestato in Francia dal 2018, questo belga-marocchino di 34 anni, nato il 10 aprile 1987, è anche indagato per l’affitto, sotto falsa identità, di nascondigli per la cellula jihadista a Bruxelles.

E’ accusato inoltre di essere stato l’autista che ha portato Abdelhamid Abaaoud in Belgio e l’uomo armato dell’attentato sventato dai passeggeri del treno Thalys nell’agosto 2015, è stato condannato in questo caso a 25 anni di carcere nel dicembre 2020. Ha presentato ricorso in appello.

E’ accusato di cinque reati per i quali rischia l’ergastolo, e precisamente: “partecipazione ad associazione criminale terroristica”, “concorso in omicidi in gruppo organizzato, in connessione con un’impresa terroristica” e “concorso in tentato omicidio in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” dopo gli attacchi al Bataclan, ai bar all’aperto e allo Stadio di Francia, la “complicità nel rapimento, senza rilascio volontario prima del settimo giorno, in una banda organizzata e in connessione con un’impresa terroristica” e “complicità in tentato omicidio di persone detentrici di pubblici poteri, in un gruppo organizzato, in connessione con un’impresa terroristica” dopo l’attentato al Bataclan.

8) Ali El Haddad Asufi:

Questo belga-marocchino di 36 anni, nato il 23 settembre 1984, era in contatto regolarmente coi membri della cellula jihadista franco-belga. E’ accusato di aver partecipato alla fornitura di armi.

E’ in arresto dal giugno 2019. E’ accusato di partecipazione ad un’associazione criminale terroristica, reato penale per il quale rischia 20 anni di reclusione.

9) e 10) Adel Haddadi e Muhammad Usman:

Adel Haddadi, 34 anni, è un algerino nato il 17 luglio 1987. Muhammad Usman, nato il 15 maggio 1993, è un pachistano. Sono stati tratti in arresto nel dicembre 2015, un mese dopo gli attentati, in un centro per migranti, in Austria.

I due uomini hanno lasciato la Siria verso l’Europa seguendo la rotta dei migranti, con due kamikaze dello Stadio di Francia. Sono sospettati di aver voluto commettere un attentato in Francia.

Muhammad Usman era già stato un artificiere dei gruppi jihadisti pachistani noti per essere vicini ad Al-Qaida.

Tutti e due sono detenuti in Francia dal giugno 2016. Sono accusati di “partecipazione ad un’associazione criminale terroristica”, reato per il quale rischiano 20 anni di reclusione.

11) Farid Kharkhach:

Belga-marocchino di 39 anni, nato il 4 luglio 1982, Farid Kharkhach è accusato di aver fornito dei documenti falsi alla cellula su richiesta di Khalid El Bakraoui, uno degli autori degli attentati di Bruxelles. Questi documenti avevano lo scopo di facilitare il ritorno in Europa di vari terroristi addestrati all’interno dello stato islamico, in zona Iraq-Siria, per alloggiarli in nascondigli in Belgio e consentire loro di sfuggire alle perquisizioni della polizia.

Arrestato in Belgio nel gennaio 2017, è attualmente detenuto in Francia dal 9 giugno 2017.

E’ accusato di “partecipazione ad un’associazione criminale terroristica”, reato per il quale rischia 20 anni di reclusione.

12) Hamza Attou:

Nato il 4 maggio 1994, Hamza Attou, un belga-marocchino di 27 anni, è stato fermato il Belgio all’indomani degli attentati di Parigi. Aveva accompagnato Mohammed Amri per cercare Salah Abdeslam a Parigi. Gli avrebbe fornito anche del denaro ed avrebbe organizzato l’incontro di Salah Abdeslam con Ali Oulkadi per portarlo al nascondiglio situato in rue Henri Bergé 86 a Schaerbeek.

Consegnato alla Francia nel giugno 2016, è stato incarcerato prima di essere rilasciato sotto sorveglianza giudiziaria nel maggio 2018.

E’ accusato di “aver occultato un terrorista in connessione con un’impresa terroristica”, un reato per il quale rischia 6 anni di carcere.

13) Abdellah Chouaa:

Ultimo ad essere stato messo sotto inchiesta, questo belga-marocchino di 40 anni, nato il 30 marzo 1981, è sospettato di aver fornito supporto logistico alla cellula in preparazione degli attacchi.

Figlio di un imam del quartiere di Molenbeek, a Bruxelles, è stato lasciato in libertà sotto sorveglianza giudiziaria. E’ accusato di “partecipazione ad un’associazione criminale terroristica”, reato per il quale rischia 20 anni di reclusione.

14) Ali Oulkadi:

Vicino a Brahim Abdeslam, questo francese di 37 anni, nato il 9 luglio 1984, è sospettato di aver aiutato Salah Abdeslam a nascondersi quando è arrivato a Bruxelles il 14 novembre, ma ha sempre negato di essere stato al corrente del progetto terroristico della cellula.

Fermato in Belgio il 22 novembre 2015 e consegnato alla Francia nell’aprile del 2016, è stato messo in carcere prima di essere rimesso in libertà sotto sorveglianza giudiziaria nel giugno 2018.

E’ accusato di due reati per i quali rischia 20 anni di carcere penale: la “partecipazione ad un’associazione terroristica criminale” e di “aver dato rifugio ad un terrorista in connessione con un’impresa terroristica”.

Giudicati in assenza

15) Oussama Atar:

Nato il 4 maggio 1984, Oussama Atar è un veterano della jihad identificato col nome di battaglia di Abu Ahmed al-Iraki. E’ ritenuto uno dei responsabili dell’intelligence dell’ISIS.

Secondo i magistrati francesi, questo belga-marocchino è la mente degli attacchi di Parigi. Mai arrestato, secondo quanto riferito sarebbe stato ucciso da un attacco occidentale nella zona iracheno-siriana nel novembre 2017. E’ l’obiettivo di un mandato di arresto dal 28 dicembre 2016.

E’ accusato di cinque reati per i quali rischia la reclusione all’ergastolo, e precisamente: la “direzione di un’organizzazione terrorista”, la “complicità in omicidi in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità in tentati omicidi in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” per gli attentati al Bataclan, ai bar all’aperto e allo Stadio di Francia, la “complicità nel sequestro, senza liberazione volontaria prima del settimo giorno, in banda organizzata e in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità nei tentati omicidi di persone depositarie dell’autorità pubblica, in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” per l’attacco al Bataclan.

16) X… si dichiara Ahmad ALKHALD (ma potrebbe trattarsi di Omar DARIF):

Ahmad Alkhald, lo pseudonimo dietro al quale si nasconde il siriano Omar Darif (il luogo di nascita rimane sconosciuto), è considerato l’unico e principale attore del commando del 13 novembre ancora in libertà. Sarebbe nato il primo gennaio del 1992.

E’ oggetto di un mandato di cattura dal 16 novembre 2016. Il suo DNA è stato trovato su alcune cinture esplosive ritrovate a Parigi. Per gli inquirenti è stato uno dei principali attentatori dell’ISIS.

E’ accusato di cinque reati per i quali rischia la reclusione all’ergastolo: la “partecipazione ad un’associazione terrorista criminale”, la “complicità di omicidi in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità in tentati omicidi in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” dopo gli attacchi al Bataclan, ai bar all’aperto e allo Stadio di Francia, la “complicità nel sequestro, senza liberazione volontaria entro il settimo giorno, in banda organizzata ed in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità in tentati omicidi di persone depositarie dell’autorità pubblica, in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” dopo l’attentato al Bataclan.

17) e 18) Fabien e Jean-Michel Clain:

Figure della “jihad” francese, questi due fratelli di Tolosa sarebbero stati uccisi a febbraio o marzo 2019 in un attacco aereo in Siria.

Fabien Clain è stato identificato come l’uomo che ha registrato il messaggio audio per rivendicare gli attentati del 13 novembre.

Fabien Clain è nato il 30 gennaio 1978. E’ oggetto di un mandato d’arresto dal 28 giugno 2018. E’ accusato di quattro reati per i quali rischia la reclusione all’ergastolo: la “complicità in omicidi con banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità in tentati omicidi in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” dopo gli attacchi del Bataclan, dei bar all’aperto e dello Stadio di Francia, la “complicità nel sequestro, senza liberazione volontaria entro il settimo giorno, in banda organizzata e in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità in tentati omicidi di persone depositarie dell’autorità pubblica, in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” dopo l’attentato al Bataclan.

Jean-Michel Clain è nato il 29 agosto 1980. E’ oggetto di un mandato di cattura dal 28 giugno 2018. E’ accusato degli stessi reati del suo fratello maggiore. Rischia anch’egli la reclusione all’ergastolo.

19) Ahmed Dahmani:

Questo belga-marocchino di 32 anni, nato il 13 aprile 1989 e originario di Molenbeek come il suo amico Salah Abdeslam, è accusato di essere un responsabile logistico della cellula che ha preparato gli attacchi.

Questo piccolo criminale era fuggito il 14 novembre 2015 in Turchia, dove è stato condannato nel 2016 a dieci anni di carcere. Si trova tuttora lì incarcerato.

20) Obeida Aref Dibo:

Conosciuto come Abu Walid Al-Suri, questo siriano era un dirigente della cellula per le operazioni esterne dell’ISIS, vicino ad Ahmad Alkhad.

Cugino di uomini coinvolti nella fuga di Ahmed Dahmani, sarebbe morto in un bombardamento nel febbraio 2016. E’ oggetto di un mandato di cattura dal 17 ottobre 2019.

E’ accusato di cinque reati per i quali rischia la reclusione all’ergastolo: la “partecipazione ad un’associazione terroristica criminale”, la “complicità negli omicidi in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità in tentati omicidi in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica“ a seguito degli attacchi al Bataclan, ai bar all’aperto e allo Stadio di Francia, la “complicità nel sequestro, senza liberazione volontaria entro il settimo giorno, in banda organizzata, e in connessione con un’impresa terroristica” e la “complicità in tentati omicidi di persone depositarie dell’autorità pubblica, in banda organizzata, in connessione con un’impresa terroristica”, dopo l’attacco al Bataclan.