Addio al giornalista Giuseppe Mancini: una vita perseguendo la verità

Quando muore un uomo ci rendiamo conto di quanto sia unica ed irripetibile ogni singola vita, oggi che ho appreso della dipartita di Giuseppe Mancini questa sensazione è stata estremamente nitida. 

Con Giuseppe ci ha lasciato un patrimonio di conoscenza, di passione,  di esperienza, di acume e di tenacia, creazione di Dio affinata dal lavorio della vita, della ricerca. 

Era un amico, un amico a cui non avevo mai potuto stringere la mano, prima lontano ad Istanbul, poi a Roma, ma sempre vicino nelle lunghe conversazioni telefoniche sulla Turchia. 

Giuseppe da più di un anno collaborava con il nostro giornale, l’avevo invitato personalmente dopo che negli anni scorsi spesso avevamo discusso della necessità di lavorare sull’informazione. Da quando ha iniziato a scrivere su La Luce ha pubblicato numerosi articoli di grande qualità in cui si premurava di fornire ai nostri lettori la visione di chi la Turchia la conosceva davvero, di chi amava approfondire le tematiche usando fonti di prima mano. 

Andavamo d’accordo con Giuseppe, per due ragioni principalmente: lavorava per passione, in maniera del tutto disinteressata e quindi onesta e poi detestava tutto ciò che puzzasse di pensiero unico e di propaganda, che fosse di stampo colonialista, orientalista, turcofoba o islamofoba. 

GLI ARTICOLI DI GIUSEPPE MANCINI 

A Giuseppe proprio non andava giù la rappresentazione stereotipata e demonizzante che i principali media occidentali e i loro corrispondenti facevano della Turchia, soprattutto di quella parte di paese che non corrispondeva ai canoni della laicizzazione e dell’occidentalizzazione. Era curioso Giuseppe, voleva avere uno sguardo sincero, percepivo che era stato abiutuato anche a lui a sedersi spesso dalla parte del torto. 

Era evidente l’amore che nutriva per la Turchia, per il suo popolo e per la sua cultura, un amore maturato in un decennio di vita a Istanbul, che lo portava a battersi con vigore ogni qualvolta vedesse l’immagine del Paese trasfigurata. 

Negli ultimi anni Giuseppe si era impegnato molto anche per promuovere il turismo in Turchia, raccontandone il patrimonio artistico e culturale e svelando al pubblico italiano le affinità culturali ed i legami storici tra i due popoli. 

Della Turchia amava la storia, l’arte, i musei, l’archeologia ed era appassionato dalla vivace scena politica, non tollerava la falsità della propaganda anti turca e con grande passione cercava sempre di ristabilire la realtà dei fatti e di raccontare agli italiani cosa stesse accadendo. 

Era un uomo sincero Giuseppe, un uomo che ha sempre inteso il suo compito, il suo apporto come dovere di perseguire la verità, ci mancherà.