L’UCOII chiede al ministero la fine del distanziamento in moschea

Il distanziamento imposto dai protocolli anti covid ha impedito per due anni ai fedeli di seguire la millenaria ritualità della preghiera islamica, ora potrebbe esserrci una svolta imminente su una questione particolarmente sentita da tutti i musulmani.

A ridosso del mese di Ramadan, l’UCOII – Unione della Comunità Islamiche in Italia ha chiesto al Ministero dell’Interno di porre fine al distanziamento nelle moschee stabilito col protocollo siglato il 15 maggio del 2020 (durante la fase 2 della gestione della pandemia da parte del Governo Conte).

Non si tratta di una richiesta sproporzionata perché fatta “in considerazione dell’andamento epidemiologico, del progressivo ridimensionamento delle misure restrittive e del ritorno alla normale socialità nei luoghi pubblici” e “fermo restando il rispetto delle altre misure sanitarie” previste dal decreto attualmente in vigore (mascherine al chiuso, igienizzazione dei locali, ecc…).

Si tratta di una questione particolarmente sentita dai musulmani perché il distanziamento previsto (nello specifico quello laterale) ha impedito per due anni ai fedeli di seguire la millenaria ritualità della preghiera islamica. E questo malgrado non fossimo più da tempo nello scenario della prima ondata e nonostante lo stesso protocollo siglato contemplerebbe la possibilità di deroghe che vadano incontro a specifiche esigenze rituali.

Deroghe che il Viminale non ha però mai concesso sebbene si tratti di pochi minuti in cui i fedeli starebbero ravvicinati lateralmente ma ben distanzianti per file parallele (avanti e indietro) e con il capo rivolto in avanti.

Ci auguriamo con l’Ucoi che i musulmani possano “vivere appieno, nelle proprie moschee e centri di preghiera, la propria spiritualità durante il prossimo sacro mese di Ramadan”, in sha Allah