L’OMS vuole divenire vincolante per le scelte sanitarie dei singoli Stati

Dal 22 al 30 Maggio scorso si è svolta una importante riunione plenaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanita (OMS). Benché i media italiani non ne abbiamo fatto parola, la portata dell’argomento in agenda è stato di estrema importanza a livello globale.

Gli Stati Uniti D’America infatti hanno avanzato una proposta di modifica del trattato costitutivo dell’OMS stesso, ovvero dell’International Health Regulation. Una modifica fortemente supportata da paesi come UK ed Australia e che, a nostro avviso, ha un sapore sinistro. Vale la pena qui ricordare come nonostante che l’OMS sia una organizzazione a cui partecipano quasi tutti i paesi del mondo, il suo attuale principale finanziatore è in realtà la fondazione Bill & Melinda Gates.

Ad oggi l’OMS è un consiglio con azione consultiva, ovvero un organo di confronto e consultazione tra i vari paesi, le cui scelte non sono vincolanti per i singoli stati. La modifica in oggetto invece, è quella di dare a tale organizzazione dei poteri esecutivi nei confronti della sanità pubblica dei singoli paesi partecipanti. In pratica si vorrebbero aumentare i poteri di questa organizzazione a scapito della sovranità dei singoli stati in materia di salute pubblica. Secondo i promotori, essa avrà non solo il potere di proclamare rischi pandemici, cioè di dire quando ci si trova di fronte ad una pandemia, ma in questa eventualità esso avrebbe anche dei poteri vincolati sulle politiche sanitarie dei singoli stati, cioè potrà imporre determinate misure di salvaguardia della salute pubblica come pure determinati protocolli terapeutici ai singoli stati, i quali per di più, in caso di inadempienza, sarebbero passibili di sanzione.

Credo sia chiaro a chiunque quale rivoluzione comporterebbe un cambiamento di tal fatta in termini di indipendenza e di sovranità nazionale, per di più a favore di un organo sostanzialmente in mano ad una organizzazione privata e quindi totalmente svincolato da qualsiasi rappresentanza politica. Forse non tutti sanno che mentre il Sig. Bill Gates ha ampio spazio di parola all’interno delle assemblee OMS, la maggior parte degli stati hanno tempi limitatissimi per dire la propria e comunque sempre fortemente contingentati. Riguardo poi alla promulgazione del rischio pandemico, già l’OMS è stata oggetto di aspre critiche in occasione della epidemia di COVID19, essendo stati tacitamente modificati i criteri per la definizione della stessa da un giorno all’altro senza alcuna discussione.

I 47 membri africani si sono dichiarati contrati a tale riforma, come pure numerosi altri stati come il Basile, la Russia, l’India, la Cina, Sud Africa, Iran, Malesia. In particolar modo il Brasile ha sostenuto che sarebbe stato pronto ad uscire dall’organizzazione piuttosto che sottoscrivere tale modifica.

Ricordiamo che ci sono stati come Taiwan, che non fanno parte dell’OMS, ma che hanno gestito la pandemia di COVID19 egregiamente. Al termine dei sette giorni di incontro, i proponenti hanno dovuto desistere per il momento rimandando la discussione al 2024.

Se temporaneamente possiamo dire quindi che il pericolo sia scampato, è chiaro però come ci sia una spinta verso una gestione sovranazionale che si vuole dare alle politiche sanitarie. Se venisse approvata una modifica del genere, la già difficile battaglia di chi ritiene che ci sia stata una malgestione delle politiche sanitarie durante la pandemia, diverrebbe al limite dell’impossibile, perché svincolata da qualsivoglia potere politico. 

In Italia la costituzione prevede che la legge si conformi agli obblighi internazionali, questo significa che se l’Italia dovesse aderire, e a quanto pare non sembra fare parte dei paesi che per il momento hanno sollevato riserve, non ci sarebbe bisogno che tutto ciò passi per l’approvazione del parlamento se non per una semplice ratifica. C’è altro da aggiungere?