Draghi out: gli italiani non vogliono fame e freddo per la NATO

Dopo la defenestrazione del bellicista Boris Johnson e l’azzoppamento politico di Emmanuel Macron, è la volta dell’affarista di casa nostra. 

Mario Draghisi è dimesso e si voterà in autunno,  siamo ormai giunti alla fine della narrazione portata avanti dalle élites globaliste sulle magnifiche sorti progressive del neoliberismo e sulla funzione progressista della guerra come arma di espansione della democrazia.

Il Re è nudo. In appena 5 mesi si è completamente sgretolata la base sociale di questi Governi poiché è chiaro che gli USA non possono chieder agli europei di entrare in una guerra economica che lede i loro interessi vitali, rinunciando a gas, petrolio, grano e fertilizzanti perché ciò che accadrebbe sarebbe la morte dell’economia europea.

E a differenza del 1945 quando gli americani aiutarono massicciamente l’ Europa con il piano Marshall, nessun aiuto verrebbe dagli US, la cui crisi interna In questi ultimi giorni sta precipitando il paese nel caos. Nonostante le roboanti dichiarazioni dei leader globalisti a favore di Kiev, l’UE ha ridotto molto gli aiuti al regime di Zelensky che vacilla ogni giorno di più di fronte all’offensiva russa.

L’economia europea è già in grosse difficoltà con manifestazioni di massa degli agricoltori che temono di restare senza fertilizzanti nella prossima stagione mentre gli imprenditori dei settori di punta cercano di eludere le sanzioni per evitare la morte delle loro aziende. In questa situazione qualcuno pensa di eliminare il reddito di cittadinanza, non si capisce a favore di quale misura di sostegno per le centinaia di migliaia di disoccupati che ci ritroveremo in autunno.

A ragione il leader ungherese Viktor Orban, uno deipochi governanti eletti dal popolo invece che essere espressione della Goldman Sachs, ha affermato qualche giorno fa che l’Unione Europea si è sparata sui polmoni mettendo le sanzioni a Mosca e adesso fatica a respirare. Quello che è chiaro è che ci troviamo di fronte a Governi che esprimono interessi contrapposti rispetto a quelli di popoli che governano.

L’affanno con cui i rappresentanti UE e molti politici supplicano Draghi di rimanere in quanto garante degli interessi globalisti, è una chiara prova che l’Italia è un protettorato delle multinazionali in cui libertà e democrazia sono calpestate ogni giorno per tutti, tranne che per gli amici dell’élite, una nazione in cui continua la dittatura neoliberista, atlantista, nazistoide e guerrafondaia iniziata con lo stato di eccezione e la distruzione dei diritti nel marzo 2020; dittatura di cui tutti i sostenitori di questo Governo sono corresponsabili.

Se poi l’alternativa è la Meloni, poveri noi. Di fronte ad un’ astensione del 50%, come nelle ultime elezioni Amministrative, la classe politica non hamolte possibilità se non elargire bonus a pioggia e servirsi dell’enorme apparato mediatico di rincitrullimento di massa rappresentato dai vari Maneskin e da programmi come Amici ed il Grande Fratello.

Panem et circenses, ma non può durare in eterno in quanto già la maggioranza si oppone a questa guerra atlantista assurda ed alle altre che verranno, guerre che non porteranno libertà e democrazia a nessuno, ma solo morte e sfruttamento per chi ne è vittima, siano essi europei e ucraini, o russi e americani. Ci sono spinte molto forti verso un mondo multipolare che non tollera la dittatura neoliberista e atlantista e che vuole governarsi autonomamente valorizzando le proprie tradizioni ed i propri valori. Per noi musulmani la scelta di campo dovrebbe essere chiara.