La narrazione guerrafondaia della NATO è sempre più in crisi di fronte alla realtà

Il fatto che spesso paradossalmente sia la sinistra a promuovere la coercizione dei diritti e delle libertà e la destra a restituirci perlomeno l’habeas corpus, è un segno evidente del cambiamento netto dei valori della politica in questo secolo. Comunque sia sembra che il nuovo governo non parlerà più di GP e di vaccino obbligatorio, e finalmente i medici sospesi potranno ritornare in servizio.

Purtroppo il discorso non riguarda la politica economica e la politica estera direttamente interconnesse in quanto destra e sinistra sono succubi di una politica di completo vassallaggio agli interessi americani che sta distruggendo l’economia europea e ci sta portando dentro una guerra economica insensata contro la Russia.

La radici del conflitto russo ucraino sono secolari ma  la “geostrategia per l’Eurasia [geostrategy for Eurasia]”proposta da Brzezinski agli Stati Uniti a partire dagli anni 70 comportava perciò che ad ogni costo venisse impedito prima o poi a Mosca di esercitare la propria egemonia sulla sua storica sfera d’influenza attraverso l’allargamento ad est della Nato. Questa strategia ha permesso agli americani di inglobare nella loro sfera d’ influenza tutto l’Est Europa dopo il 1991 e poi di circondare la Federazione Russa di Stati ostili asserviti alla supremazia atlantista. Dopo l Est Europa anche Moldavia, Georgia ed alla fine l’Ucraina sarebbero diventate satelliti della Nato e dell’ Unione Europea mettendo in pericolo l’esistenza stessa della Russia. 

Ma se negli anni 90 questa strategia ha avuto buon esito dal punto di vista degli americani  l’emersione del multipolarismo rischia di rendere molto difficile a Washington la realizzazione dei suoi sogni geopolitici attraverso la guerra. Dividere l’Asia dall’ Europa non è un gioco da ragazzi. Ed il conflitto ucraino rischia di essere un cattivo affare anche per gli USA nella misura in cui il resto del mondo tende a dividersi in due blocchi e sempre più paesi si schierano per la neutralità o direttamente con Mosca compresi alleati strategici come il Pakistan o l’Arabia Saudita. 

Il  generale Fabio Mini intervistato dalla rivista L Antidiplomatico ha affermato che questo conflitto poteva essere evitato:

Volevamo il ripristino della sovranità dell’Ucraina, il disimpegno dalla dipendenza energetica dalla Russia, maggiore sicurezza in Europa? Tutto questo si poteva ottenere discutendo e negoziando. Se non altro per guadagnare tempo

Ed invece ci troviamo dentro una guerra non voluta dai popoli europei. Guerra economica che rischia da un momento all’altro di trasformarsi in scontro militare aperto con l’uso di armi nucleari in Europa. Scontro in cui non ci sarebbero névinti né vincitori ma la distruzione completa del continente o di sue parti importanti  e la sua regressione all’età della pietra com’è accaduto all’Iraq dopo le guerre del Golfo.

Dopo che gli europei hanno subito per mesi la gigantesca campagna di disinformazione portata avanti dai media mainstream apparentemente credendoci, adesso stanno rivelandosi delle crepe importanti in questa narrazione, e le opinioni pubbliche occidentali spaventate dalla prospettiva di finire in una economia di guerra e forse con le bombe in testa, oppure costretti a raccogliere la legna per riscaldarsi come cento anni fa, cominciano ad aprire gli occhi, e insieme a loro intellettuali, giornalisti non allineati, e persino alti ufficiali dell’esercito in congedo che criticano la folle gestione di questa emergenza creata a tavolino.

Negli stessi USA ‘’Maggior peso hanno di certo avuto le feroci critiche espresse da Zelensky e da molti esponenti del governo ucraino nei confronti del rapporto di Amnesty International che ha evidenziato come “i militari di Kiev si siano fatti scudo della popolazione e abbiano utilizzato a fini bellici infrastrutture civili nella guerra contro i russi.”

Gli ucraini volevano una solidarietà servile ed incondizionata dimenticando che non erano loro a decidere del loro destino ma la cricca guerrafondaia americana che li allevava da decenni per farne carne da cannone per i loro interessi strategici come ha fatto per decine di anni con gli oppositori creati a tavolino in ogni parte del mondo  dalla Cia, e con le primavere colorate, e nel mondo arabo con la creazione di Isis. Nel caso ucraino la sfacciataggine dei sostenitori di Zelensky si è fatta talmente scandalosa che nemmeno Samuel Huntington, il professore che aveva teorizzato lo scontro di civiltà col mondo musulmano, ha aderito alle decisioni di Biden. Dopo poche settimane dall’ inizio del conflitto la stampa USA ha cominciato a denunciare le posizioni neonaziste dell’ élite ucraina al potere. Così anche in Italia  le notizie che venivano riportate da reporter coraggiosi come Giorgio Bianchi e che erano state trattate come fake news si sono rivelate vere ed hanno contribuito già dall’ Aprile scorso ad un vistoso calo della popolarità della causa Ucraina.

La stampa americana  denuncia come il Dipartimento di Stato USA fosse al corrente dell’ uso di torture ed uccisioni arbitrarie messe in atto dal governo di Kiev ed addirittura di stragi accreditate falsamente ai Russi mentre le fake news di propaganda Ucraina vengono decostruite da giornalisti coraggiosi che verranno inseriti in una lista nera dei servizi ucraini .

Altro che complottismo. I documenti che sono di pubblico dominio rivelano che la maggior parte delle denunce di giornalisti indipendenti come Giorgio Bianchi e molti altri sulla natura del regime nazista di Kiev corrispondono a verità e che Zelensky è un ostacolo assoluto a qualsiasi ipotesi di trattativa e segue una agenda geopolitica che non coincide con quella degli alleati. Queste analisi vengono poste in essere anche da ambienti atlantisti e da testate come Il Fatto Quotidiano ( ma dal 2014 anche sulla stampa mainstream esistono dossier sulla guerra civile Ucraina e sulle atrocità commesse da Kiev nel Donbass e ad Odessa ). 

Persino nei paesi dell’ Est Europa, spesso in quelli più russofobi, la prospettiva di una guerra sul loro territorio usato dalla Nato come gigantesca base per bombardare i russi fa accapponare la pelle. Recentemente una marea di popolo ha riempito le strade di Praga, di Belgrado e di Bucarest per chiedere la neutralità dei loro Paesi ed una trattativa equa che tuteli i diritti di tutti, in primis delle martoriate popolazioni del Donbass, dei russi come degli ucraini. La risposta USA è stata schierare migliaia di soldati al confine rumeno.

Anche in Italia cominciano a muoversi le piazze spesso, ma non sempre, eterodirette da settori della sinistra istituzionale  o dal M5 stelle, mentre Papa Francesco ed i pacifisti stanno  costruendo una possibilità di mediazione tra i due contendenti con l’aiuto della Francia per una pace effettiva o almeno per un cessate il fuoco. 

Non bisogna farsi illusioni sulla reale volonta di pace dei Governi occidentali succubi del sistema militare industriale USA e ciechi di fronte al fatto che la guerra in Ucraina non si può vincere. Solo quando cozzeranno contro il principio di realtà dovranno forzatamente rassegnarsi ad un negoziato riconoscendo i legittimi diritti dei russi vittime della pulizia etnica del Governo di Kiev e le legittime richieste di sicurezza della Federazione Russa circondata e minacciata da decenni da forze ostili. Sono anni che la Nato cerca di annettersi sia l’Ucraina che la Georgia ben sapendo che la Russia avrebbe reagito invadendo questi Stati.

Già quando era vicepresidente con Barack Obama Joe Biden chiese armi per l’Ucraina dove era in corso una guerra civile finanziata e diretta dagli americani dal 2014  ma Obama non lo accontentò. Salito alla presidenza scatenò tutto il suo odio verso i russi ed accelerò il processo per fare riconoscere nel documento programmatico  Nato  siglato nel giugno 2021 la promessa di assorbire l’Ucraina  cosa che avrebbe scatenato la guerra contro il regime di Kiev  pochi mesi dopo.

Secondo il prof Alessandro Orsini l’opinione pubblica italiana non è stata portata a conoscenza degli antefatti del conflitto, delle enormi responsabilità dell’ Amministrazione USA nel voler estendere il loro dominio globale anche a costo di ridurre il mondo ad un teatro di guerra, e dell’ impossibilita di vincere un conflitto asimmetrico contro una superpotenza nucleare.

Una quarantina di ex diplomatici in pensione ha sottoscritto un appello al Governo italiano per una pace giusta e per un cessate il fuoco immediato. La diplomazia vaticana, che non ha mai rinunciato ad un atteggiamento pacifista equidistante tra i due contendenti, fino a provocare il risentimento dell’ ambasciatore ucraino presso la Santa Sede in occasione della cerimonia del Venerdì Santo, quando Papa Francesco si era fatto accompagnare durante la Via Crucis da una donna ucraina ed una russa, ha continuato a premere per la trattativa.

Anche se il Paese è pieno di contractors occidentali georgiani, azeri, sudamericani e persino di jihadisti siriani che combattono a fianco di Zelensky, e in questi giorni la Nato addestra in territorio ucraino 15.000 soldati, le prospettive per Kiev e per la Nato sul campo di battaglia non sono delle migliori tanto più che ufficialmente la Nato non può mandare truppe regolari. L’esercito di Kiev resiste riuscendo a riprendersi piccole parti del territorio ma cosa accadrà quando decine di migliaia di russi piomberanno sulla linea del fronte ed in particolare a Kherson?E se la Bielorussia entrasse in guerra attaccando da occidente stringendo l’Ucraina in una tenaglia quali sarebbero le conseguenze per la popolazione civile ? 

I mea culpa di grandi teorici dell’unipolarismo USA cominciano a circolare. 

‘’Il mea culpa di Henry Kissinger viene ad aggiungersi a quello di John Mearsheimer, ( principale teorico della scuola realista di geopolitica USA NDR) che in una conferenza tenuta il 16 giugno 2022 allo European University Institute (EUI) di Firenze ha detto testualmente: “La tragica verità è che, se l’Occidente non avesse cercato di espandere la NATO all’Ucraina, è improbabile che oggi in Ucraina si sarebbe scatenata una guerra e molto probabilmente la Crimea farebbe ancora parte dell’Ucraina’’( cfr Rivista Eurasia 

Il generale Fabio Mini intervistato da L’Antidiplonatico ha criticato radicalmente tutta la strategia occidentale verso la Federazione Russa e l unilateralismo degli USA guidati da un uomo che odia profondamente la Russia e vuole cancellarla dalla storia come superpotenza impadronendosi delle sue enormi ricchezze naturali.

Il generale ha tra l’altro affermato che pur non essendo stata formalmente dichiarata nessuna guerra nemmeno tra Russia ed Ucraina noi siamo di fatto cobelligeranti.””. Non solo sono state fornite informazioni e armi, ma anche piani, obiettivi e la direzione stessa delle operazioni. ’’Sostegno totale mediatico ed una violenta campagna di propaganda durata mesi con folli propositi di russofobia contro qualunque cittadino russo fosse anche minimamente critico rispetto alla Nato ed ai politici guerrafondai. E continua :

“”Papa Francesco parla della guerra moderna avendone colto il vero senso universale, che prescinde dalla tecnologia e dalle tattiche: l’uso della forza non è più uno strumento, ma il fine. La violenza, l’inganno e la disumanità sono fini.’’ Per questo molti militari di alto grado sono i primi a diffidare i politici dall’ avvicinarsi all’orrore bellico specie se coinvolge proprio l’Europa. Ad otto mesi dall’ inizio dell’ Operazione Speciale diventata nel frattempo per Mosca Operazione Anti Terrorismo tutto sembra rovesciarsi addosso ai sostenitori del conflitto preparando un nuovo Afghanistan per l’Amministrazione USA ed un pesante conflitto politico con gli alleati europei che per quanto asserviti, alla fine non accetteranno di suicidarsi invano per la gloria di un presidente americano che ha tutto da guadagnare dal conflitto mentre Ucraina ed Europa hanno tutto da perdere. Alcuni reportage apparsi sul Washington Post nelle scorse settimane hanno allertato l’opinione pubblica sulla possibilità che l’Ucraina venga messa fortemente in crisi anche dal punto di vista militare non solo dall’ offensiva a terra del generale Surovikin a Kherson, ma anche dagli attacchi alle strutture energetiche di cui si serve la popolazione civile che sta restando in alcune aree senza internet, luce, gas, riscaldamento proprio all’inizio dell’ inverno.

Così in questi ultimi giorni i pacifisti ( finti o veri ) hanno cominciato a riempire le piazze europee ed americane. Politici e militari si stanno accorgendo che a Kiev si mette male e che non possono perdere ma nemmeno vincere e si apprestano a trovare una via di uscita dall’ impasse diplomatica.

Negli USA 30 deputati democratici tra cui Alessandria Ocasio Campos ed Ilham Omar hanno firmato un appello all’Amministrazione Biden per un cessate il fuoco immediato e l’avvio di trattative per una risoluzione giusta del conflitto proprio alla vigilia delle elezioni di mid term quando secondo i sondaggi la maggior parte degli americani volterà le spalle a Biden.

Qui in Italia e stata lanciata la Campagna Fuori l’  Italia  dalla guerra con una petizione che ha raccolto oltre 13.000  firme in meno di una settimana e che ha visto l’impegno delle forze anti sistema come Italia Sovrana e Popolare. Hanno firmato tra l’altro Carlo Freccero, Franco Cardini, Heather Parisi, Marco Rizzo, Claudio Messora ( direttore dell’ emittente Byoblu.)

L’iniziativa e stata sponsorizzata anche da Visione TV.

Il 5 Novembre prossimo ci sarà a Roma una manifestazione nazionale che riunirà circa un centinaio di Associazioni pacifiste cattoliche e di sinistra ma anche i firmatari dell’ Appello lanciato da Gianni Alemanno che spiega all’Avvenire le sue ragioni menzionando anche la questione del genocidio del Donbass tra i punti chiave della trattativa.

Questi ultimi chiedono una Conferenza Internazionale per la pace in Ucraina sotto l’egida dell’ ONU ( diventato in questi  anni una specie di cinghia di trasmissione della linea politica globalista USA di egemonia sul mondo ) 

Queste iniziative vengono attuate nella speranza di fare pressione sui politici ed in particolare sui Governi più guerrafondai come quello americano, quello inglese, polacco e dei paesi baltici direttamente interessati ad un conflitto con la Russia. I quali comunque hanno sempre lasciato aperti i corridoi diplomatici per una eventuale trattativa.

Vladimir Putin si è detto ieri favorevole a trovare un accordo e sembra che il messaggio sia stato ricevuto positivamente dagli americani.