Ghoufran Hajraoui, dal dialogo interreligioso alla Regione: con Letizia Moratti per i diritti

Ghoufran Hajraoui, classe 1997, laureata in scienze internazionali e con all’attivo una lunga esperienza nell’associazionismo maturata con la Confederazione Islamica Italiana si candida per un posto nella prossima assemblea regionale della Lombardia. 

La candidata del Terzo Polo in sostegno a Letizia Moratti porta in dote un’importante background associativo che comprende la collaborazione con la CEI – Conferenza Episcopale Italiana, nell’ambito del dialogo interreligioso e le attività proposte dal ministero degli Interni in occasione della firma del patto per l’islam italiano è inoltre coordinatrice del tavolo interreligioso della Regione Lombardia.

La Luce ha voluto intervistarla per conoscere le sue proposte. 

Cosa ti ha spinto ad impegnarti nella politica elettorale? 

L’impegno politico, non solo è un modo di esercitare la mia cittadinanza ma è anche partecipazione;  come giovane, donna, musulmana e lavoratrice ho sentito il bisogno di partecipare alla vita politica del mio  paese contribuendo attivamente alla lotta per i diritti dei lavoratori, delle donne, dei giovani e delle  seconde generazioni. Mi sono messa in gioco per portare avanti le mie istanze e per dar voce a chi sente di  non aver voce, in una regione avanzata come la Lombardia ma con tante necessità. 

Penso che l’impegno politico sia il modo più diretto per farci sentire e lavorare per una vita più degna dei cittadini lombardi. Sono una giovane donna lavoratrice, mi candido per i giovani, per le donne e per i  lavoratori.  

Quali sono i valori che da musulmana contraddistinguono maggiormente il tuo impegno politico e che  vorresti portare nelle istituzioni?  

Uno dei valori più importanti nella mia battaglia è quello dell’uguaglianza, tra uomo e donna, tra cittadini,  un principio fondamentale della nostra costituzione che garantisce ad ogni cittadino di vivere liberamente  la sua identità, la sua cultura e la sua religione praticandola apertamente. La pratica della fede non si limita solo alla preghiera ma anche a tutti i principi cardine del credo come le prescrizioni sull’alimentazione, il  rito funebre e le pratiche post morte, il diritto ad avere un luogo di incontro degno dei cittadini lombardi.  Sotto questo aspetto in Italia c’è ancora tanto lavoro che ci aspetta.  Garantire un diritto a un cittadino è una responsabilità di chi accetta la sfida.  

Stiamo attraversando una crisi demografica che è legata anche all’attacco che viene portato alla famiglia,  cosa ne pensi e come pensi di sostenere le famiglie?  

Ogni anno i nati in Italia diminuiscono sempre di più e ciò è solo il risultato di un sistema poco funzionante.  In Italia una donna è costretta a scegliere tra la carriera e la famiglia e questo perché non c’è un sistema di  supporto alle famiglie che permetta ad entrambi i genitori di realizzarsi. Il mio impegno sarà rivolto anche  alle famiglie per permettere a tutti di avere una stabilità economica e di welfare favorevole a costruire una  famiglia rivolgendo attenzione a tutti i giovani in situazioni precarie.  

Ti impegnerai per tutelare la libertà educativa delle famiglie in temi sensibili per i credenti come quelli  legati ai temi etici in generale alla propaganda gender in particolare?  

Mi impegnerò a tutelare la famiglia in quanto il nucleo per la nascita dei cittadini del futuro, una famiglia tradizionale che si basi sui principi del rispetto e dell’uguaglianza. La famiglia è il pilastro portante per l’equilibrio di ogni individuo, pertanto è fondamentale un’educazione che si basi sui principi etici e morali.

Ti sei occupata molto di dialogo interreligioso cosa porterai nelle istituzioni di questa esperienza? 

Grazie al dialogo interreligioso ho avuto l’opportunità di confrontarmi con diverse realtà religiose su vari  aspetti della vita spirituale, questo non solo mi ha permesso di conoscere l’altro, ma mi ha spinto a  riflettere sulle esigenze di ogni credente. Il dialogo interreligioso, è un’ interazione positiva tra fedi e culture  diverse che costruisce percorsi fruttuosi per tutte le comunità.  

La competenza relativa all’edilizia di culto è in capo alla regione che negli anni passati ha approvato una  legge molto contestata, il suo ideatore l’ha proprio definita anti-moschee ma di fatto rappresenta un  problema per le tutte le confessioni religiose oltre a bloccare la realizzazione di moschee in Lombardia,  cosa pensi di fare in merito?

A livello regionale voglio portare la mia voce, insieme alla voce di tutti i fedeli, per discutere questa legge  che è già stata considerata incostituzionale; pertanto il mio impegno vuole essere decisivo su questa  battaglia perché considero che i luoghi di culto possono essere solo una ricchezza per la società e per i  cittadini lombardi.  

Ti candidi con Letizia Moratti, è innegabile che esista ancora spesso una barriera tra i musulmani e la  destra, credi che oggi ci siano le condizioni per un cambiamento in questa relazione e perchè? 

Credo che dobbiamo scardinarci dal paradigma delle posizioni, ormai non è più né chiaro né corretto  definirsi a destra o a sinistra, nessuna delle posizioni rappresenta le mie istanze ecco perché bisogna  cominciare a credere nelle persone, nei progetti e nelle proposte. Il terzo polo è la scelta giusta, in termini  di programma, di attenzione alle tematiche più importanti per la Lombardia ma soprattutto in termini di  competenze, Letizia Moratti ha una storia e un percorso che parla chiaramente di lei e delle sue  competenze e io ho scelto lei.