Dietro la furiosa offensiva palestinese c’è l’assassinio del piccolo Muhammad Tamimi e di molti altri bambini palestinesi

Il recente conflitto tra Palestinesi e forze di occupazione ha rivelato una verità che molti hanno scelto di ignorare: la brutalità dell’apartheid israeliano. La storia del piccolo Mohammed al-Tamimi (2 anni), la più giovane delle 27 vittime palestinesi bambine quest’anno, è una testimonianza dell’ingiustizia sistematica perpetrata contro il popolo palestinese che oggi risuona con forza.

La vita del piccolo innocente fu strappata via in un attimo nell’estate di quest’anno , in circostanze che non meritano alcuna giustificazione. Mohammed e suo padre erano insieme durante una protesta pacifica contro l’occupazione israeliana quando sono stati brutalmente attaccati. Il piccolo Muhammad viene strappato dalle braccia del padre e freddato con una pallottola alla testa. Il padre, che disperato tenterà di salvare suo figlio, si beccherà una pallottola al petto. Questa è la realtà della sedicente “unica democrazia del Medio Oriente”, uno specchietto per le allodole a cui nessuno crede più.

Nelle strade di Nabi Saleh, Ramallah, dove centinaia di Palestinesi hanno pianto nel Giugno scorso la perdita di Mohammed, si poteva sentire il dolore e la rabbia di una comunità oppressa da decenni. L’assassinio del piccolo Muhammad non fu un incidente isolato; fu una ulteriore manifestazione di un sistema che ha normalizzato la violenza contro i Palestinesi. Da lì a pochi mesi il feroce scontro che vediamo oggi coi nostri occhi sarebbe iniziato.

Mentre la comunità internazionale è rimasta in silenzio mentre queste atrocità continuavano a svolgersi sotto gli occhi di tutti, la morte del piccolo Mohammed al-Tamimi e di molti altri bambini hanno acceso le fiamme della resistenza palestinese che tentando il tutto e per tutto nell’offensiva iniziata poche ore fa ha raggiunto già un’importante obiettivo: spostare i riflettori sulla brutalità che avviene nei territori palestinesi occupati.

Il popolo palestinese ha resistito per decenni, sperando in un futuro migliore per i propri figli. Tuttavia, con ogni Mohammed che viene tolto dal mondo, quella speranza viene erosa e la rabbia aumenta. Dobbiamo alzare la voce contro questa oppressione. La comunità internazionale deve unirsi per condannare l’apartheid israeliano e lavorare per una soluzione che garantisca giustizia e dignità per tutti.

Il mondo ha assistito all’apartheid in Sud Africa e ha finalmente agito. Ora, dobbiamo fare lo stesso per la Palestina. La Storia ci giudicherà per come rispondiamo a questa crisi. Non possiamo permetterci di deludere il popolo palestinese. La vita di ogni bambino, come quella di Mohammed, è preziosa. Ogni volta che perdiamo un bambino a causa di queste brutalità, perdiamo un pezzo della nostra umanità.

È giunto il momento di riconoscere l’apartheid israeliano per quello che è: un male assoluto, imperdonabile, intollerabile. E come tutti i mali, deve essere fermato. Per Mohammed, e per tutte le vittime innocenti come lui i cui copri fatti a pezzi in queste ore vengono estratti dalle macerie di Gaza rasa al suolo dai sanguinosi bombardamenti israeliani. Dobbiamo agire ora.