L’inevitabile dilemma della lotta armata: riflessioni sulla storica dichiarazione di Craxi

Nel contesto turbolento dell’escalation fra Palestina ed Israele, le parole di Bettino Craxi pronunciate alla Camera dei Deputati nel 1985 risuonano con una sorprendente forza. A distanza di decenni, le sue parole offrono una lente attraverso la quale osservare e interpretare le complessità dell’attuale situazione in Medio Oriente. Craxi, alludendo al dilemma morale ed etico della resistenza armata, mette in luce l’eterna sfida che le nazioni e i movimenti di liberazione affrontano nel cercare di realizzare la loro aspirazione alla sovranità e all’autodeterminazione. Mentre il mondo rimane diviso sull’azione del 7 ottobre 2023, è essenziale per l’Italia tornare alle parole di Craxi e riflettere sul difficile equilibrio tra diritto alla resistenza e la ricerca di una soluzione pacifica e duratura.

«Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. L’esame del contesto mostra che lotta armata e terrorismo faranno solo vittime innocenti, ma non risolveranno il problema palestinese. Non contesto però la legittimità del ricorso alla lotta armata che è cosa diversa. (…) Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassinii politici. Questa è la verità della storia; e contestare a un movimento che voglia liberare il proprio Paese da un’occupazione straniera la legittimità del ricorso alle armi significa andare contro le leggi della storia. Si contesta quello che non è contestato dalla Carta dei principi dell’Onu: che un movimento nazionale che difenda una causa nazionale possa ricorrere alla lotta armata».

(Bettino Craxi, presidente del Consiglio in carica, riferendo sulla “crisi di Sigonella“, parla alla Camera dei Deputati dei rapporti dell’Italia con i paesi arabi e della questione palestinese. Roma, 6 novembre 1985).