Io espulso dal partito per le posizioni pro-Palestina: intervista ad Omar Korichi

Espulso dal suo partito per aver difeso la causa del popolo palestinese, questo è ciò che è successo ad Omar Korichi, giovane consigliere comunale di Rovereto eletto nelle fila di Futura, formazione civica di sinistra. 

Omar, di origini marocchine, si è laureato in giurisprudenza all’Università di Trento ed attualmente è praticante avvocato presso uno studio legale che si occupa di diritto penale nero a Verona mentre dal 2020 è consigliere comunale di Rovereto con la delega alla promozione delle reti culturali. Il rapporto con il partito Futura giunge al termine con una mail nel quale Korichi viene espulso dopo che aveva rifiutato di dimettersi, a causa di questa decisione secondo la dirigenza della formazione locale vi è il sostegno che il giovane consigliere ha manifestato verso la causa palestinese in questi giorni di pesanti bombardamenti ed atrocità contro la popolazione di Gaza. 

Cosa ti è stato imputato esattamente dal tuo partito? 

La questione parte da più lontano, innanzitutto dal mio partito mi è stato imputato di essere colpevole di non aver ottemperato a quello che è stato un vero e proprio aut aut: sostenere il PD alle ultime elezioni provinciali o rimanere in silenzio, davanti a questo atteggiamento intimidatorio ed antidemocratico,  ho sostenuto pubblicamente un amico candidato in una lista civica di destra promuovendo l’unità degli stranieri sul territorio trentino contro una politica di sinistra che strumentalizza gli stranieri solo a fini propagandistici salvo poi nel concreto non ascoltarne davvero le istanze, poi quando ho parlato di Palestina la situazione si è aggravata.

Quali sono le tue prese di posizione che hanno portato a questa misura? 

Secondo loro io sono colpevole di aver preso una posizione netta pro Palestina, tanto da ritenere le mie condanne nei confronti del governo israeliano atti di inaccettabile ed estremo integralismo. Sono arrivati ad indicarmi come filo Hamas, questa accusa mi è stata riferita telefonicamente dall’assessore del mio gruppo politico che mi ha confermato che le posizioni che ho espresso sui miei canali social sarebbero inaccettabili. Cosa ho detto? Semplicemente quello che dice anche il diritto internazionale, ovvero che la resistenza del popolo palestinese contro l’occupazione è legittima e poi ho duramente condannato Israele per le sue politiche. 

Nella mail in cui mi comunicano la mia espulsione con effetto immediato sia a me che alla Sindaca, agli assessori ed alla maggioranza hanno addotto motivazioni generiche tra le quali il non aver “rispettato gli orientamenti” del gruppo politico.

A conferma che le mie posizioni sui social e sui giornali non erano gradite, un quotidiano locale, all’indomani, ha pubblicato la notizia secondo cui ero stato cacciato dal gruppo per le mie posizioni politiche e di condanna, notizia che deve essere sicuramente trapelata da qualche componente della maggioranza se non da qualche indiscrezione di qualche membro di Futura.

In che modo secondo il partito le tue posizioni sono in contraddizione con lo statuto? 

Le mie posizioni non possono essere in contraddizione con lo statuto o il regolamento e men che meno con i valori del partito in quanto da sempre Futura ha ribadito e rivendicati i valori dell’antifascismo, della resistenza partigiana e quindi è incomprensibile come le mie posizioni di condanna di un atroce ed immane genocidio possono essere in contrasto con questi valori ed ideali.

La realtà è che a qualche dirigente sionista danno fastidio le mie posizioni che mettono in luce i massacri del governo israeliano contro migliaia di civili innocenti. La violazione dello statuto piuttosto è stata commessa proprio da quei dirigenti e coordinatori locali che nell’assenza di una qualsiasi assemblea hanno deliberato in modo illegittimo la mia espulsione con effetto immediato, da quando è democratico fare i processi in contumacia?

Cosa ti ha portato a prendere posizione? 

Non potevo tacere, a Gaza è in corso un vero e proprio genocidio, 11.000 morti ad oggi, più di 5000 bambini ammazzati, decine di migliaia di feriti, mutilati, una popolazione allo stremo, senza cibo, senza acqua, senza medicine, senza alcuna possibilità di riparo, perfino gli ospedali vengono bombardati ed in tutto ciò la cosiddetta comunità internazionale cosa fa? Sta in silenzio. Secondo loro dovevo restare in silenzio pure io, oppure dispiacermi ipocritamente per i morti ma non dire che quelle persone sono occupate da 75 anni e hanno diritto di difendersi? 

Ora è stato leso il mio diritto d’espressione e di opinione. Questo è un campanello d’allarme non tanto per i miei diritti quanto per la libertà di espressione e di opinione in generale. Siamo in un momento storico in cui persone vengono licenziate per i loro pensieri politici e questo, finché esiste uno Stato di diritto è illegale. Io quindi resisto.

Come ti spieghi che la sinistra, che si dichiara a favore dei diritti umani e della legalità internazionale, si contraddica in questo modo quando si tratta di Israele? 

Non tutta la sinistra, ma molti dirigenti di sinistra sono sicuramente asserviti ai diktat di certe lobby sioniste che come succede in USA finanziano in modo importante le campagne elettorali, e chi segue i soldi e la poltrona a discapito della difesa della giustizia deve mantenere in politica solo yes man desiderosi di arrivismo e non di perseguire e garantire il bene comune. Ci sono tante persone di buon senso ma se stiamo in silenzio contro le oppressioni e le ingiustizie il buon senso rimarrà sempre nascosto per paura del senso comune e questo non è tollerabile per chi vuole una società giusta e sana.

Ritieni che ci sia libertà di coscienza e di espressione a sinistra? Se no, quali sono i tabù sulla questione palestinese? 

I fatti ci dimostrano che sinistra e destra l’ideologia l’hanno seppellita da tempo per mero opportunismo e sete di potere, è fortemente minata da un pensiero unico imperante che si ha paura di contrastare con il dialogo e il confronto perché subito si viene etichettati come no vax, filo Putin e così via.

La sinistra è vittima del politicamente corretto che sfocia nel maccartismo. Ma spesso i dirigenti di sinistra dimenticano che non sono loro che comandano ma chi ha la rappresentanza elettorale, chi agisce per mandato elettorale deve essere libero altrimenti è solo un servo dei poteri forti, delle lobby.

Che tipo di ripercussioni credi avrà questo atteggiamento sull’elettorato musulmano che la sinistra vorrebbe rappresentare? 

Effetti sicuramente negativi, questi atteggiamenti fanno cadere molte maschere e rivelano i veri volti di un’ipocrisia che vuole solo sfruttare i voti dell’elettorato musulmano. La sinistra deve farsi un esame di coscienza e ricominciare un dialogo da zero se vuole riguadagnarsi la fiducia che ormai ha perso.

Come continuerà il tuo impegno a favore della causa palestinese nella tua veste istituzionale?

Con ancora maggior impegno ed attenzione, continueremo a dare voce al popolo più dimenticato sulla terra dalla comunità internazionale, perché quello che sta vivendo il popolo palestinese oggi è l’ultimo atto del colonialismo suprematista europeo.

La Palestina deve diventare un punto fondamentale nei nostri programmi elettorali, perché la causa palestinese oggi rappresenta tutta l’ingiustizia che c’è nel mondo, la Palestina è il simbolo della liberazione dei popoli, della lotta contro l’oppressore, della lotta al razzismo e all’apartheid, la Palestina oggi è la Siria, lo Yemen, l’Afghanistan, il Sudan, la popolazione degli Uiguri in Cina, insomma il simbolo della liberazione dell’oppresso dal proprio oppressore! Non ci sarà pace nel mondo senza giustizia per la Palestina.