Ma è vero che Israele ha creato Hamas?

Fin dal primo giorno di esistenza di Hamas, Israele ha preso di mira i suoi leader e i suoi membri, anche prima della sua costituzione ufficiale avvenuta negli anni ’80. Ha perseguitato i suoi leader attraverso gli arresti e i sequestri, deportazioni e continui assassinii. La maggior parte delle figure di spicco del movimento e altre decine di leader sono stati uccisi nell’attuazione della politica omicida e criminale di Israele.

Nonostante l’occupazione abbia assassinato più volte i leader del movimento, ci sono ancora persone che credono nella teoria della cospirazione secondo cui Israele avrebbe creato Hamas per combattere il movimento nazionalista.

Questa affermazione è priva di qualsiasi base logica e rasenta l’assurdità e l’inganno intellettuale.

È inconcepibile che Israele, per combattere il movimento nazionalista, cerchi di far rivivere il movimento religioso, che storicamente è stato il primo nemico delle forze coloniali ed è sempre stato ferocemente combattuto.

Lo testimonia la storia del periodo di liberazione di tutti i Paesi arabi e islamici dalle forze coloniali. In Sudan c’era Muhammad Ahmad Al-Mahdi, in Libia Omar Mukhtar e Muhammad Idris Al-Senussi, in Algeria Abdelkader El Djezairi e nella stessa Palestina lo sheikh Amin Al-Husseini, Gran Mufti di Gerusalemme. È sempre stato il contesto islamico ad affrontare il colonialismo. Sarebbe sciocco creare un grande nemico solo per affrontarne uno più piccolo.

La definizione del movimento di Hamas nel 1987, come movimento di liberazione, è stata il risultato del movimento islamico globale. Prima di allora, in Palestina i Fratelli Musulmani avevano cercato di intraprendere una vera e propria azione militare in modo non ufficiale. Ne è prova l’arresto dello sheikh Ahmed Yassin, “il fondatore di Hamas”, nel 1983, con l’accusa di essere in possesso di armi. Fu condannato a tredici anni, ma venne rilasciato nel 1985 durante uno scambio di prigionieri. In realtà, nel corso della storia dei Fratelli Musulmani, ci sono stati tentativi di creare organizzazioni militari per contrastare l’occupazione. Una delle figure più importanti coinvolte in questi tentativi negli anni ’70, anche se non ufficialmente, è stato lo sceicco Sayed Abu Musameh, uno dei leader più importanti di Hamas.

Il Movimento Fatah, la spina dorsale del movimento nazionalista palestinese degli anni ‘70, allora guidato da Yasser Arafat e, dopo di lui, da Mahmoud Abbas, aveva una stretta affinità con i Fratelli Musulmani. Anche alcuni dei fondatori di Fatah erano membri dei Fratelli Musulmani, in particolare Abu Jihad Al-Wazir, responsabile del settore giovanile della Fratellanza. La sua esperienza iniziale nella lotta contro l’occupazione era legata ai Fratelli Musulmani, i cui volontari cominciarono ad emergere nel 1948.

Durante la presenza di Fatah in Giordania, nel 1968 ci fu un tentativo militare del movimento islamico, noto all’epoca come “Sheikhs’ bases”. Questo si basava su un accordo tra Fatah e i Fratelli Musulmani per consentire alla Fratellanza di addestrarsi e stabilire basi indipendenti nella Valle del Giordano e condurre attività di resistenza sotto la loro copertura, comprese anche operazioni congiunte.

In seguito, quando Hamas si affermò come movimento di resistenza palestinese di primo piano, le altre fazioni palestinesi, in particolare l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, iniziarono a vedere Hamas come una seria minaccia al loro dominio della scena politica palestinese.

Per far fronte al crescente sostegno ad Hamas, hanno quindi sostenuto la tesi secondo la quale l’occupazione avesse permesso ad Hamas di emergere come forza popolare all’interno del popolo palestinese. Questa affermazione è a dir poco assurda perché, anche quando i Fratelli Musulmani in Palestina erano solo un movimento caritatevole e popolare e non si erano evoluti in Hamas, erano già forti e ben presenti nelle attività studentesche e nelle elezioni universitarie, in competizione con Fatah e la sinistra. La differenza nella vittoria tra i due è stata minima.

L’affermazione secondo la quale gli israeliani abbiano aiutato Hamas a crescere, dividendo il movimento nazionale palestinese, non è una prova che Hamas sia stato creato da Israele. È risaputo che tutte le forze coloniali hanno cercato di giocare al gioco del divide et impera per sottomettere le popolazioni locali. Tuttavia, Hamas non può essere ritenuto responsabile delle intenzioni oppressive del nemico. Questi tentativi sono stati portati avanti dall’occupazione con Hamas, Fatah e tutti gli altri movimenti palestinesi. In effetti, l’istituzione dell’Autorità Palestinese è avvenuta in questo contesto.

Israele ha usato molte strategie per piegare il popolo palestinese, tra cui migliorare il tenore di vita dei palestinesi e aiutarli a indulgere nel consumismo. Molti leader israeliani ritenevano che, se Israele avesse dato ai palestinesi qualcosa da perdere, essi si sarebbero semplicemente adeguati e non avrebbero potuto rischiare di perderlo.

Permettendo al denaro del Qatar di entrare nella Striscia di Gaza, Netanyahu sperava che questo avrebbe reso Hamas più coinvolto nella gestione della vita quotidiana della gente e avrebbe consolidato la divisione che aveva creato tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza; evidentemente ha fallito.

Oggi, nel mezzo della guerra contro Gaza, la propaganda israeliana cerca di dipingere Hamas come un movimento marginale e impopolare, creato contro gli interessi del popolo palestinese, per minare la fiducia che la gente ha riposto in esso.

Per alcuni, tutte le guerre combattute dal movimento non sono sufficienti a dimostrare che il rapporto con Israele è caratterizzato dalla massima ostilità. Se tutti gli spargimenti di sangue e le guerre, compresa l’attuale guerra in corso, non minano alla base questa idea, significa che tutta la logica umana è priva di valore.

Eppure, Hamas gode ancora di un sostegno significativo da parte del popolo palestinese, delle piazze arabe e del mondo islamico. Questa è la prova del fallimento della propaganda israeliana, che è illogica e utilizzata come strumento dall’occupazione per offuscare l’immagine di un avversario formidabile e forte come Hamas.