Euro-Med Human Rights Monitor confuta la fake news: i palestinesi denudati e torturati nel nord di Gaza sono civili, non miliziani di Hamas

Le immagini che stanno circolando online in queste ore mostrano decine di uomini catturati dalle forze israeliane, denudati e presentati da alcuni media, tra cui ANSA in Italia, come presunti miliziani di Hamas arrestati. Tuttavia, Euro-Med Human Rights Monitor riporta che gli arresti riguardano piuttosto numerosi civili palestinesi nel nord della Striscia di Gaza, i quali, dopo essere stati detenuti, sono stati denudati e sottoposti a gravi abusi e violenze da parte delle forze israeliane.

Anche fonti locali hanno riferito degli arresti menzionando che le forze di occupazione hanno arrestato e abusato di centinaia di giovani civili dopo aver preso d’assalto Beit Lahia, a nord di Gaza nella giornata di oggi.

I soldati di occupazione, armati di vari tipi di armi e armature, hanno costretto i giovani a togliersi i vestiti per poi trasferirli in zone finora sconosciute.

Un giovane di nome Mohammed Al-Rai ha detto al team di Euro-Med Monitor di aver visto almeno altri sette giovani colpiti e uccisi dalle forze israeliane in incidenti separati, a causa del loro rifiuto di spogliarsi e di obbedire agli ordini umilianti dell’esercito. (Euro-Med Human Rights Monitor)

Il quotidiano Al-Arabi Al-Jadeed riporta che i soldati israeliani hanno arrestato anche il corrispondente a Gaza, Diaa Al-Kahlot, a Beit Lahia, insieme ad alcuni membri della sua famiglia.

Le famiglie hanno fatto appello alle istituzioni internazionali affinché intervengano per liberare i detenuti alla luce dei timori di gravi violenze, alla luce delle esperienze denunciate dagli ex-detenuti palestinesi rilasciati durante lo scambio di ostaggi.

I fatti sono avvenuti nei dintorni di due centri di accoglienza a Beit Lahia, dove le persone sono state assediate per giorni prima di essere picchiate e denudate. Le forze israeliane hanno condotto poi campagne di arresti arbitrari, prendendo di mira gli sfollati, tra cui medici, accademici, giornalisti e anziani, nelle scuole affiliate all’UNRWA.

In un caso, la giornalista Diaa Al-Kahlot è stata separata con la forza dal figlio disabile e detenuta sotto la minaccia di una pistola, con i suoi vestiti rimossi dopo un duro pestaggio. Le forze israeliane hanno deliberatamente dato fuoco alle case e condotto campagne di arresti casuali nell’area di Beit Lahia. Sono stati documentati episodi di spari contro gli sfollati che cercavano di andarsene, anche quando essi hanno alzato bandiere bianche.

Tra gli uomini arrestati a Beit Lahiya ieri e mostrati dall’esercito israeliano seminudi, in ginocchio e bendati, in immagini che ci ricordano quelle dei prigionieri dell’ISIS o quelle di Abu Ghraib, ci sono anche anziani. Inoltre tra i sequestrati c’è Darwish Al Gharbawi di 47 anni direttore della scuola Dell’UNRWA, Ahmad Akram Labad di 56 anni, dipendente delle Nazioni Unite e due Minorenni di 15 anni: Muhammad Hamza Al-Kahlot e Youssef Khaled Lubad.

La confusione causata dalla propaganda israeliana, che ha presentato i detenuti come terroristi, è collegata all’approccio delle forze israeliane che considerano come nemici coloro che sono rimasti nelle zone considerate zone di ingaggio da Israele. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il portavoce israeliano Daniel Hagari ha dichiarato: “Chiunque sia rimasto in quelle aree, che esca dai pozzi dei tunnel o dagli edifici, viene indagato per capire legami con Hamas. Li arrestiamo tutti e li sottoponiamo a interrogatorio”, ha riportato il Times of Israel.

Euro-Med Human Rights Monitor ha chiesto un’indagine urgente sulle violazioni dell’esercito israeliano e ha sollecitato le Nazioni Unite ad assumersi la responsabilità di proteggere i palestinesi sfollati e di garantire la loro sicurezza.