Controversia sul canale Telegram ufficiale delle PsyOps israeliane: torture, razzismo, e mutilazioni contro i palestinesi

Un rapporto pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz ha sollevato un’ondata di polemiche dopo aver rivelato che il dipartimento di influenza della direzione operativa delle forze di occupazione israeliane (IOF) gestisce un canale Telegram chiamato “72 Virgins – Uncensored”. Questo canale è stato accusato di condividere filmati raccapriccianti girati dai soldati invasori nella Striscia di Gaza, accompagnati da didascalie che celebrano atti di violenza e crimini di guerra israeliani. Le forze di difesa israeliane hanno negato di di gestire il canale, ma un alto funzionario militare ha confermato ad Haaretz che l’esercito è di fatto responsabile della gestione del canale.

Il Dipartimento d’influenza israeliano, responsabile delle operazioni di guerra psicologica dell’occupazione, utilizza il canale per diffondere odio razziale sionista contro i palestinesi, una pratica che, secondo Haaretz, è stata normalizzata da resoconti ufficiali israeliani in concomitanza con l’aggressione alla Striscia di Gaza. Le opinioni espresse sul canale riflettono la xenofobia e l’estremismo sistematici radicati nella società israeliana, come evidenziato dalle dichiarazioni pubbliche di alcuni funzionari israeliani.

Il canale Telegram in questione si è inoltre reso colpevole di propagare stereotipi razzisti e dispregiativi verso i palestinesi, ricorrendo a tattiche di disumanizzazione simili a quelle impiegate dai funzionari nazisti durante la seconda guerra mondiale. Tra i contenuti condivisi, vi sono filmati che mostrano le forze di occupazione israeliane mentre dissacrano i corpi dei martiri palestinesi, una pratica celebrata con gioia dagli abbonati del canale.

Le azioni israeliane hanno attirato l’attenzione e la preoccupazione degli Stati Uniti. Filmati che ritraggono soldati israeliani che spogliano uomini palestinesi per le strade di Gaza hanno scatenato indignazione globale sui social media. Nonostante gli Stati Uniti abbiano inizialmente accettato la narrazione israeliana dell’Operazione Al-Aqsa Flood, le immagini diffuse da Gaza hanno suscitato preoccupazione anche per il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller. Di fronte alle domande dei giornalisti, Miller ha evitato di condannare gli atti, descrivendoli solo come “inquietanti”.

Il Dipartimento di Stato americano ha limitato la propria reazione a richiedere chiarimenti all’occupazione israeliana riguardo alle sue azioni. Famiglie palestinesi hanno riconosciuto i propri parenti nelle immagini diffuse, negando qualsiasi legame con Hamas o altri gruppi. Tra i detenuti riconosciuti, c’era anche un bambino di 12 anni, parente del palestinese americano Hani Almadhoun, che ha negato qualsiasi coinvolgimento del minore con gruppi militanti.

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha espresso preoccupazione per le immagini, sottolineando l’importanza di trattare i detenuti con umanità e dignità, come richiesto dal diritto umanitario internazionale. La situazione solleva serie questioni sul rispetto dei diritti umani e sul ruolo dei media e della propaganda nel conflitto israelo-palestinese.