L’annuncio della società immobiliare israeliana sui progetti di insediamento coloniale a Gaza non è stato l’unico

Una società immobiliare israeliana, Harry Zahav Company, ha scatenato una tempesta di polemiche internazionali dopo aver pubblicato un annuncio che prometteva la costruzione di nuove abitazioni sulle spiagge di Gaza e il ritorno negli insediamenti della Striscia evacuati da Israele nel 2005. L’annuncio ha suscitato reazioni immediate e intense, tanto che i media di tutto il mondo hanno riportato la notizia, trasformando ciò che era stato presentato come uno “scherzo” in uno scandalo di risonanza globale.

Nel post pubblicato, la società affermava di essere al lavoro per preparare il terreno per un ritorno a Gush Katif, un blocco di insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza, e di aver già iniziato attività quali la bonifica dei terreni e l’espulsione di presunti intrusi. La società ha anche annunciato la prevendita di appezzamenti di terreno su una mappa di Gaza, suddivisi in aree che portano i nomi degli insediamenti evacuati, come “New Netzarim” e “Neve Katif”.

Tuttavia, in seguito alle reazioni suscitate, il CEO dell’azienda, Zeev Epstein, ha dichiarato al quotidiano Haaretz che si trattava soltanto di uno scherzo, negando qualsiasi piano concreto di costruzione e sottolineando che simili decisioni spettano al governo e non alla sua azienda.

Nonostante la smentita, i media ebraici hanno rivelato che circa 15 organizzazioni israeliane avevano cominciato a prepararsi per possibili progetti di insediamento a Gaza, nell’eventualità che l’esercito israeliano estendesse il proprio controllo sulla Striscia. Una società israeliana di contratti e marketing immobiliare aveva addirittura aperto la possibilità di riservare unità abitative nella zona.

Inoltre, il sito web ebraico “Dafar” ha riferito che un gruppo di circa 15 organizzazioni di insediamenti si è riunito in un evento intitolato “Preparazione pratica per l’insediamento nella Striscia di Gaza”, nonostante l’opposizione ufficiale del governo israeliano, dell’apparato di sicurezza e dell’opinione pubblica internazionale. I partecipanti, circa 150, si sono incontrati nell’insediamento di Givat Washington per discutere e pianificare il ritorno nella Striscia di Gaza, vedendo nella guerra un’opportunità storica per il movimento degli insediamenti.

Queste organizzazioni, secondo quanto riportato dal sito, sono pronte a operare su due livelli: mobilitare un ampio sostegno tra l’opinione pubblica israeliana ed esercitare pressioni sui politici. Questo scenario mette in evidenza le tensioni e le complessità legate alla questione degli insediamenti e al conflitto israelo-palestinese, e solleva interrogativi sull’impatto che tali discussioni e piani potrebbero avere sul fragile equilibrio della regione.