Soldato israeliano a Gaza si sveglia in preda agli incubi e spara ai commilitoni, diversi i feriti

In un incidente che ha scosso il pubblico internazionale, un soldato israeliano della Brigata paracadutisti ha aperto il fuoco contro i suoi colleghi dopo essersi svegliato di soprassalto da un incubo. Il fatto è avvenuto dopo lo spiegamento dei soldati nella Striscia di Gaza in un centro militare di recupero, come riportato dal Canale 12 israeliano.

Il soldato si trovava ad Ashkelon al momento della sparatoria e diversi soldati sono rimasti feriti in seguito al fatto. Nonostante la gravità della situazione, il soldato è stato deferito al ministero della Difesa ed è stata presa la decisione di non condurre un’indagine a causa del suo “stato di salute”.

Il caso sottolinea il costo psicologico per i soldati israeliani  mentre le ripercussioni di tali incidenti si ripercuotono non solo sul piano militare, ma hanno un impatto anche sul contesto più ampio politico e regionale. I numeri dei soldati israeliani morti e feriti sale repentinamente con i numeri più affidabili – secondo fonti, analisti, e contenuti video dei combattimenti condivisi dal Al Qassam – che stimano 500 morti e 2.000 feriti gravi e invalidi permanenti fra le fila israeliane. 

La giornalista palestinese di Haifa, Muna Omri, solleva interrogativi critici riguardo al rapporto di Channel 12 sull’episodio della sparatoia.

Omri suggerisce diverse possibili ragioni dietro la divulgazione della notizia e sottolinea la sua preoccupazione riguardo alla presunta manipolazione dei media ebraici a favore di determinate tendenze guidate dal Deep State, piuttosto che essere basate sui principi giornalistici fondamentali.

Per la giornalista, è plausibile che la notizia sia trapelata a un giornalista prima di essere approvata dall’amministrazione militare o di essere soggetta alla censura militare. Inoltre, la crescente pressione pubblica, focalizzata su questioni economiche, sulle condizioni psicologiche delle famiglie dei soldati e prigionieri a Gaza, e sullo stato emotivo dei soldati reduci dalla guerra, potrebbe essere uno stratagemma per spingere verso una risoluzione della situazione. Omri suggerisce che la notizia potrebbe fungere da messaggio di pressione a livello politico, cercando una decisione in assenza di un piano chiaro o di un orizzonte temporale.

La giornalista sottolinea anche che né il soldato autore dell’atto, né coloro che sono stati feriti, torneranno a Gaza. Questa constatazione potrebbe essere interpretata come un elemento chiave nel contesto della notizia. Infine, Omri suggerisce che la notizia potrebbe essere volta ad intensificare la pressione per ottenere risarcimenti finanziari per i soldati colpiti psicologicamente durante le guerre precedenti e nell’attuale, specialmente considerando l’aumento dei casi di soldati che testimoniano davanti alle commissioni speciali della Knesset riguardo alle loro difficoltà finanziarie e psicologiche.

La prospettiva di Omri offre uno sguardo critico sulla situazione, invitando a considerare il contesto più ampio e il possibile impatto politico ed economico della notizia.

Credito immagine copertina: Nir Keidar/Anadolu