Israele minaccia il Libano: Il Ministro della Difesa Gallant afferma che “Beirut finirà come Gaza”

In un recente sviluppo, Israele ha minacciando il Libano affermando l’intenzione di replicare la devastazione testimoniata a Gaza se Hezbollah continuerà i suoi attacchi dal nord. Il ministro della Difesa Yoav Gallant, in un’intervista di domenica al Wall Street Journal, ha sottolineato che Israele percepisce il conflitto a Gaza come parte di una battaglia più ampia contro un “asse” che coinvolge Hamas, l’Iran e il gruppo armato libanese.

Nonostante gli sporadici attacchi da parte di Hezbollah, il gruppo è stato cauto nel non lasciarsi coinvolgere in un conflitto più ampio. Tuttavia, il ministro della Difesa Gallant ha affermato che Israele non esiterebbe a prendere di mira Hezbollah e i suoi alleati, affermando: “Vedono cosa sta succedendo a Gaza. Sanno che possiamo copiare e incollare a Beirut”.

La minaccia israeliana arriva sulla scia di un attacco aereo israeliano che è costato la vita al comandante senior di Hezbollah Wissam al-Tawil, aumentando le preoccupazioni per un’escalation del conflitto tra Israele e Libano. La situazione a Gaza intanto rimane disastrosa, con il bilancio delle vittime che arriva ad oltre 22.900. In questo contesto, la ONG israeliana B’Tselem ha accusato Israele di affamare intenzionalmente Gaza, lasciando circa 2,2 milioni di persone a sopravvivere con risorse quasi nulle, affrontando una ricerca incessante e infruttuosa di cibo.

Il conflitto ha portato alla distruzione dei campi coltivati, alla chiusura di panifici, fabbriche e magazzini alimentari e all’esaurimento delle scorte nelle case private. Save the Children ha riportato un dato preoccupante, secondo cui oltre 1.000 bambini hanno subito l’amputazione di una o entrambe le gambe dallo scoppio del conflitto, il 7 ottobre.

Crescono le preoccupazioni anche livello internazionale, con l’ONU che esprime preoccupazione per l’elevato numero di giornalisti uccisi a Gaza. Lunedì diversi attacchi aerei israeliani hanno causato la morte dei familiari di due giornalisti palestinesi, aggiungendosi al già consistente bilancio delle vittime degli operatori dei media nella regione.